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OTOPLASTICA

Le cosiddette orecchie “a sventola”, non abbinate in alcun modo a difetti della funzionalità uditiva, sono prevalentemente un inestetismo a carattere familiare ereditario e si manifestano in età pediatrica, in quanto il padiglione auricolare raggiunge la sua maturità evolutiva nella prima età scolare. Questo è il motivo per cui questo tipo di intervento plastico è il più eseguito sui bambini (anche 6/7 anni di età), onde evitare l’insorgere di problemi psicologici anche marcati e frequenti. Può essere bilaterale, o riguardare un solo orecchio, e consiste in un dimorfismo della cartilagine concale auricolare che talvolta può associarsi ad alterazioni congenite anche di altre componenti cartilaginee auricolari, conferendo al padiglione un aspetto, oltre che a sventola, anche piatto, a punta, etc. Possono essere presenti dimorfismi minori a carico del lobulo, anche acquisiti, come fessurazioni. L’otoplastica è l’intervento che corregge tali inestetismi, evitando cicatrici visibili e riposizionando in maniera corretta le strutture cartilaginee in modo da ripristinare la naturale morfologia del padiglione auricolare. L’intervento può essere eseguito su un solo orecchio o su entrambi e, dove necessario, le tecniche chirurgiche possono essere differenziate sui due lati per ottenere la migliore simmetria possibile. La durata varia da 30 a 120 minuti e viene generalmente eseguita in sedazione ed anestesia locale. Di solito si preferisce un regime di day-hospital. L’accesso chirurgico al padiglione auricolare avviene al di dietro di esso, dal solco retro auricolare; si procede quindi al rimodellamento delle strutture cartilaginee ed al loro riposizionamento, in posizione più aderente al cranio, mediante l’applicazione di alcuni punti di trazione che ancorano la conca auricolare al periostio dell’osso (mastoide). Punti di sutura interni possono essere utili per la ricostruzione di altre porzioni cartilaginee (antelice) ove necessario. La cicatrice risulta difficile da individuare in quanto nascosta nel solco dietro l’orecchio. L’intervento non determina solitamente echimosi, ma solo un certo grado di gonfiore che tenderà a riassorbirsi progressivamente nelle settimane successive. Nei bambini le suture sono generalmente riassorbibili ma, per alcuni giorni, sarà necessario portare una medicazione che eviti traumi diretti o indiretti. Un bendaggio elastico più blando potrà essere indossato successivamente.

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