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MASTOPLASTICA ADDITIVA

Scopo della mastoplastica additiva è quello di aumentare tridimensionalmente le dimensioni del seno, esaltandone la proiezione mediante l’inserimento di protesi mammarie di consistenza estremamente naturale e di altissima sicurezza. Tutte le più recenti ricerche internazionali hanno dimostrato con certezza la totale sicurezza delle protesi in gel di silicone. Tali impianti mammari non hanno una data di scadenza e sono pertanto virtualmente definitive anche se possono essere sostituite in qualsiasi momento della vita per aumentarne o ridurne le dimensioni, oppure per modificarne il profilo adattandolo maggiormente ai mutati desideri o alla diversa consapevolezza del proprio corpo. L’estrema plasticità e naturalezza dei risultati ottenibili con le protesi di ultima generazione, gli esiti cicatriziali cutanei minimi e di difficilissima individuazione, la mantenuta capacità di allattamento dopo una gravidanza, rendono estremamente richiesta questa procedura chirurgica sia da giovani donne con ipotrofia mammaria (mammella poco sviluppata), sia da donne più adulte che, anche a causa di gravidanze ed allattamenti, hanno perduto la tonicità giovanile e manifestano un seno svuotato e ptosico. L’intervento è consigliato dalla maggiore età che coincide con la completa maturità della ghiandola mammaria. L'intervento La mastoplastica additiva viene eseguita in sedazione profonda, dura circa 60 minuti ed è seguita da una notte in degenza in clinica o, in taluni casi, da un breve day-hospital. L’intervento può essere eseguito in qualsiasi periodo dell’anno. Il periodo di guarigione è molto breve. Le suture verranno rimosse entro le due settimane postoperatorie. Si potranno manifestare gonfiori ed ecchimosi per altre due settimane con progressivo recupero. È consigliato l’uso di un reggiseno di sostegno per circa quattro settimane. Dopo tale periodo il paziente è considerato guarito. È fondamentale ricordare l’unicità di ogni risultato chirurgico in funzione sia della conformazione anatomica di partenza (spessore della cute, tono e trofismo della muscolatura pettorale, struttura ossea del torace, dimensione e sviluppo della ghiandola mammaria, proiezione del complesso areola capezzolo, ecc.), sia della scelta del tipo di protesi da impiantare. Dando per scontato l’utilizzo di impianti di ultima generazione e della migliore qualità possibile, la scelta potrà cadere, a seconda dell’indicazione del chirurgo, su protesi tonde o anatomiche (a goccia), ad alto o basso profilo in funzione delle necessità di un maggiore o minore riempimento della mammella in oggetto. In ogni caso sono tutte testurizzate ed in gel coesivo per annullare il rischio di contrattura capsulare e lo stillicidio periprotesico di silicone. Posizionamento dell'impianto Altro elemento da prendere in considerazione è la cicatrice esterna . A seconda della via di accesso utilizzata, la cicatrice è posizionata in sede periareolare (contorno inferiore dell’areola), sottomammaria (nel solco sottomammario) o, più raramente, in sede ascellare. Tali incisioni sono di minime dimensioni e generalmente guariscono così bene da essere virtualmente invisibili anche ad un attento esame. La protesi può essere altresì posizionata in sede sottoghiandolare o sottomuscolare. Tale scelta operatoria è conseguente alla valutazione del chirurgo in funzione della struttura anatomica del paziente e del risultato che si persegue. In alcuni casi la protesi viene solo parzialmente collocata in sede sotto-muscolare (dual plane) al fine di ottenere un risultato più naturale. È da ribadire che, qualsiasi sia la via cutanea di accesso, il posizionamento protesico, il tipo di impianto scelto, l’integrità della ghiandola mammaria non viene alterata, rendendo quindi possibili gravidanze ed allattamenti. La donna portatrice di protesi mammarie potrà regolarmente sottoporsi a screening diagnostico mediante l’uso di ecografia mammaria ed in taluni casi di TAC. È sconsigliabile, quindi, l’uso della mammografia, in quanto impraticabile o scarsamente indicativo. Si consiglia l’intervento nei seguenti casi: Ipoplasia mammaria (seno piccolo o vissuto come tale dal paziente); asimmetria mammaria (mammelle diverse tra loro come forma e dimensione); svuotamento e ptosi del seno (da dimagrimento, età, allattamento o gravidanze).

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