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Dermastir Mirra

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Descrizione

• Nome volgare: Mirra
• Nome botanico: Commiphora myrrha
• Famiglia: Burseraceae
• Sinonimi e nomi stranieri: Balsamodendron myrra, B. opobalsamum, gomma di mirra, mirra amara, mirra Heerabol. Myrrhenoel, oil of myrrh, essence de myrrhe.
• Costituenti principali: Erabolene, cadinene, alfa e beta-pinene, acido mirrolico, eugenolo, limonane.
• Predominanza: Di costituzione e azione tipicamente maschile la mirra risulta essere decisamente yang.
• Nota: La nota di questa forte e volatile essenza capace di inebriare la nostra mente è di testa.

• Pianeta governatore: Malgrado numerosi pianeti concorrano al dominio di questa pianta, la sua sacralità ed impiego in cerimonie religiose al pari di incenso, cipresso e ginepro, la collocano tra le piante di tipo atra controllate da saturno.
• Chakra di riferimento: La mirra agisce principalmente sul nostro sistema respiratorio utilizzando il 5° chakra come cancello di entrata nel nostro corpo.
• Aspetto fisico: La mirra è una oleo-gommo-resina che si forma fisiologicamente ed è quindi il prodotto naturale di varie specie di Commiphora, in particolare della C. myrrha. Quest’ultima è un piccolo alberello che forma talvolta un cespuglio, ha corteccia grigiastra e rami terminanti con spine, foglie aromatiche trifogliate e piccoli fiori bianchi. La mirra si forma e si raccoglie all’interno del tronco nei serbatoi del parenchima ed essuda dalle spaccature del tronco. Per ottenere una migliore reso nel raccolto si usa incidere i tronchi per accelerare il processo essudativo e far meglio scorrere l’oleo-gommo-resina, essa si raccoglie in agglomerati che si resinificano e cadono al suolo, assumendo la forma di lacrime irregolari di colore bruno-rossastro. Dalla sostanza grezza si produce il resinoide, l’olio essenziale e l’assoluta.
• Provenienza: La mirra è originaria dell’Africa nordorientale, dove continua a crescere. La si trova anche in Asia sud- occidentale e nell’Arabia meridionale. I maggiori produttori di resina sono l’Arabia, l’Eritrea, l’Etiopia, la Somalia ed il Sudan.
• Parti impiegate: La gommoresina.
• Metodi estrattivi: L’olio essenziale di mirra si estrae per distillazione in corrente di vapore dalla gommoresina grezza essiccata. La resa si aggira tra il 3 ed l’8%.
• Caratteristiche: L’olio essenziale di rosmarino è un liquido limpido, incolore o verde-giallo, con odore penetrante, canforaceo, sapore aromatico, amaro e alquanto fresco.
• Conservazione: Se ne consiglia la conservazione in bottiglie ben chiuse di vetro scuro, possibilmente blu, da tenere in luogo fresco, al riparo dalla luce.
• Capacità di stimolo emozionale: La mirra, compagna dell’incenso, con cui condivide i luoghi di nascita e le modalità di estrazione, ma soprattutto l’impiego sacro, è una grande compagna di viaggio. Infatti accompagna, durante il parto, la nascita del neonato allo stesso modo come protegge il defunto nel suo viaggio verso la vita eterna. Essa ci rende umili e devoti, predisponendoci a ricevere energia ed amore dagli altri. Aiuta a vincere la paura della morte e il dolore della separazione. Regina dei blocchi emozionali e della nostra incapacità di vivere spiritualmente, ci stimola soprattutto durante il sonno eliminando in noi tutti gli eccessi. Riduce il potere di espressione del nostro ego guidandoci verso un senso di universalità. Placa le nostre tensioni sessuali e frena le perversioni.
• Altri usi: L’olio essenziale di mirra viene utilizzato in piccole quantità come componente di profumi orientali, pesanti e floreali. Il resinoide è anch’esso impiegato in profumeria come fissativo. Per via del loro sapore aromatico e pungente l’olio, il resinoide e l’assoluta, vengono utilizzati nella profumazione di cosmetici ad uso orale come dentifrici e collutori. L’industria farmaceutica utilizza l’olio o il resinoide in preparati dentistici. L’olio è utilizzato come ingrediente aromatizzante in diversi generi alimentari primari, fra cui le bevande.
• Precauzioni e controindicazioni all’uso: L’olio essenziale di mirra non è irritante, non provoca sensibilizzazione e a bassi dosaggi non è tossico. Usare con moderazione. E’ assolutamente da evitare il suo utilizzo durante la gravidanza.
• Annotazioni storico-culturali: Il nome mirra deriva dall’arabo “murr”, che significa amaro. Essa è una droga conosciuta da antiche culture. Come l’incenso appartiene alla famiglia delle resine. Tutti l’associano facilmente all’incenso e all’oro ricordando la leggenda dei Re magi e dei doni che portarono a Gesù dopo la sua nascita. Le difficoltà di approvvigionamento e l’incetta commerciale la rendevano, infatti, un dono prezioso. Ne fanno menzione gli antichi libri di storia fino a più di 3.000 anni fa. Da secoli è usata come componente dell’incenso a scopi religiosi. Gli Egizi la impiegavano, oltre che nei riti di adorazione del sole, anche nei processi di imbalsamazione. Da secoli che si conoscono le sue virtù astringenti, disinfettanti e cicatrizzanti. Gli antichi usavano portare con sè in battaglia della pasta di mirra da spalmare sulle ferite. Le donne egiziane la utilizzavano in maschere per il viso contro le rughe, come tuttora la utilizzano in Africa e nei paesi arabi. Gli israeliani usano la mirra polverizzata direttamente deposta sullo spazzolino da denti come polvere dentifricia. Nella tradizione cinese viene utilizzata come curativo di piaghe ed emorroidi e nei problemi del ciclo mestruale. Essa oggi è presente in quasi tutte le farmacopee nazionali europee.
• Armonizzazioni con altri oli essenziali: Incenso, rosa damascena, sandalo india (legno).