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Caprifoglio nero - Lonicera nigra - Madreselva - gemmoderivato

11.00
Disponibilità: MEDIA
Marca: Laboratorio d'erbe Sauro

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Descrizione

Nomi comuni: Madreselva, Caprifoglio nero

Nome botanico: Lonicera nigra L.

Famiglia: Caprifogliacee

Droga usata: gemme e giovani getti

Descrizione: è un arbusto cespuglioso dalle bacche velenose. Vive in boschi di Abete bianco, Abete rosso e brughiere subalpine sino a 1800 mt.

Etimologia: il nome del genere è stato dedicato da Linneo a Adam Lonitzer, botanico di Norimberga, (in italiano questo cognome si pronuncia Lonicer ); l'attributo specifico, “nigra” è dovuto al colore dei frutti. E’ detta anche “madreselva”, da “madre” in senso figurato, che genera molti rami-figli, che si dilatano facendo “selva”, attaccandosi agli alberi vicini. il nome "madreselva" si trova citato per la prima volta nell'opera dedicata ai rimedi fitoterapeutici del medico romano Scribonio Largo. Questa pianta è chiamata anche caprifoglio per la sua capacità ad arrampicarsi anche in ambienti impervi, come le capre che si inerpicano sui pendii delle montagne.

Componenti della pianta: il Caprifoglio contiene acido salicilico, glucosidi, mucillagini ed oli essenziali.

Indicazioni del gemmoderivato: Utile per ristabilire la funzionalità epatica compromessa, in caso di ittero (con Buxus sempervirens e Ilex aquifolium), in caso di bronchite acuta, tosse convulsa o secca (con Carpinus betulus), asma, influenza, tonsillite, laringite con raucedine e afonia, (con Ribes nigrum), singhiozzo (con Ficus carica), artrite e gotta (con Fraxinus excelsior e J Juniperus communis), linfedema degli arti inferiori (con Castanea vesca), congiuntivite acuta.

Consigli d’uso: assumere 30-50 gocce diluite in acqua, due-tre volte nell'arco della giornata preferibilmente un quarto d’ora prima dei pasti. I dosaggi, indicati ai sensi dell'art. 6 DL 169/2004, si intendono quali valori medi.

Possibili effetti indesiderati o interazioni: non evidenziati.

Preparazioni fitoterapiche

Infuso contro la tosse catarrale: si prepara con i fiori essiccati ed è di sapore molto gradevole. Si mettono in infusione tre grammi di fiori secchi per ogni tazza di acqua bollente e si lascia riposare il composto per cinque minuti; si filtra e si beve una tazza di tisana tre volte al dì, dolcificandola a piacere.

Decotto per gargarismi conto le irritazioni delle mucose della bocca e della gola: si fanno bollire per dieci minuti cinquanta grammi di foglie di caprifoglio nero in un litro di acqua; una volta raffreddato il composto, si filtra e si usa due o tre volte al giorno.

Curiosità e storia: Il Caprifoglio nero era già usato come pianta medicinale dagli egizi, greci e romani. Nel secolo XVIII la corteccia di caprifoglio veniva usata contro la gotta e come rimedio diuretico. Nella tradizione popolare i fiori e le foglie venivano usate nelle affezioni associate alla tosse. Nel linguaggio dei fiori significa “dolcezza d’animo”, e, se se ne raccoglie un ramo, secondo la tradizione, si dona alla propria famiglia pace e serenità. Tutte le storie legate al caprifoglio nero in qualche modo sono riconducibili all’amore, in particolare all’amore di una donna che si “attacca” e rimane avvinghiata alla persona che sceglie come partner di vita. In Inghilterra, regalare un ramo di caprifoglio significa promettere fedeltà. I Celti usavano i fiori di caprifoglio come “talismano” per combattere il “veleno” della nostalgia d’amore. Il caprifoglio ed il nocciolo hanno accompagnato la passione di Tristano e Isotta: sono diventati la protezione delle loro tombe, dove i due amanti riposano come le piante, avvinghiati l’uno all’altra. Invece, secondo la medicina tradizionale cinese, questa pianta aumenta la libido e la potenza sessuale.