Sei in: Prodotti: Genodiet, Your Genes, Your Diet:

Vitality

0
Disponibilità: ALTA

Richiedi info
Descrizione
Come combattere lo stress ossidativo

Il trattamento personalizzato CRD anti age rallenta il naturale e fisiologico processo di invecchiamento agendo contemporaneamente su due fronti:

L’AGGRESSIONE DEI RADICALI LIBERI

Il nostro organismo produce normalmente radicali liberi, cioè atomi instabili che nell’orbita più esterna hanno solamente un elettrone anziché due. Tali atomi sono subito spinti a cercare una situazione di equilibrio e tentano di sottrarre ad altri atomi l’elettrone mancante, oppure a cedere quello spaiato. Tale processo genera una reazione a catena che prende il nome di ossidazione.

Nulla di tutto questo è però visibile al nostro occhio o percepibile dai nostri sensi perché le dimensioni di questi processi chimici sono infinitesimali. Allo stesso modo non siamo in grado di renderci conto se il nostro organismo stia o meno producendo radicali liberi, almeno non sul momento.
Eppure gli effetti di una eccessiva produzione di radicali liberi, conosciuta come stress ossidativo, possono essere devastanti: da un precoce invecchiamento cutaneo alla comparsa di patologie anche gravi. E’, infatti, scientificamente dimostrato che il processo di ossidazione è alla base dell’invecchiamento precoce di tutte le cellule del nostro corpo, che in tal modo si indeboliscono e si ammalano più facilmente. I radicali liberi, nella loro ricerca di stabilità, consumano il nostro corpo, così come l’aria consuma il ferro trasformandolo in ruggine o il fuoco consuma il legno trasformandolo in cenere.

LO STRESS OSSIDATIVO

Fattori genetici
La produzione di radicali liberi, come abbiamo premesso, avviene naturalmente all’interno del nostro organismo per effetto del metabolismo cellulare, processo assolutamente indispensabile per il mantenimento della vita stessa. Entro certi livelli i radicali liberi in eccesso vengono subito eliminati dagli antiossidanti, cioè da sostanze in grado di neutralizzare l’azione dannosa dei radicali liberi. Tali sostanze vengono prodotte dall’organismo stesso oppure sono introdotte dall’esterno, per esempio con l’alimentazione. Ma, se la produzione di radicali liberi aumenta di livello, l’organismo non è più in grado di neutralizzarne l’effetto nocivo e subisce i danni dello stress ossidativo.

E’ possibile sapere se il nostro organismo produce quantità eccessive di radicali liberi, prima che si verifichino gli effetti devastanti dello stress ossidativo?
E’ questa la domanda chiave da cui partire per affrontare il problema in modo razionale ed efficace, dato che non esistono sintomi e segnali premonitori che ci avvertano per tempo.
Grazie al progresso medico scientifico innescato dalla rivoluzionaria scoperta della struttura del DNA, oggi è possibile rispondere a questa domanda, perché siamo in grado di analizzare le eventuali mutazioni genetiche che sono alla base del processo di produzione dei radicali liberi. Per effettuare questa analisi basta un campione di DNA, che può essere prelevato con grande semplicità strofinando un tampone all’interno della guancia.
Si tratta di una analisi assolutamente nuova e decisiva perché non è legata a uno squilibrio momentaneo, ma alla costituzione genetica dell’organismo. Una misurazione fatta sulla pelle potrebbe invece essere condizionata da agenti esterni come l’esposizione al sole o la permanenza in ambienti inquinati.

LO STRESS OSSIDATIVO

Fattori ambientali e stile di vita
E’ ormai universalmente noto che la produzione di radicali liberi è incrementata da numerosi fattori ambientali e dallo stile di vita. Possiamo citare ad esempio:
l’effetto deleterio di una eccessiva esposizione al sole,
i gas inquinanti e le sostanze tossiche in genere,
il fumo di sigaretta attivo e passivo,
una alimentazione squilibrata,
il sovrappeso,
una attività fisica eccessiva o comunque non adeguata,
un consumo eccessivo di alcolici e di farmaci.

E’ evidente che molti di questi fattori possono essere contrastati adottando uno stile di vita sano ed equilibrato e facendo attenzione agli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, ma tutto questo potrebbe non bastare, soprattutto se abbiamo una predisposizione genetica a produrre in eccesso radicali liberi.

COME COMBATTERE LO STRESS OSSIDATIVO

Bisogna innanzitutto individuare le cause che stimolano la produzione in eccesso di radicali liberi a partire dai fattori genetici, tramite l’analisi del DNA, per continuare poi con una attenta valutazione della proprie abitudini alimentari e di vita.
La risposta allo stress ossidativo deve essere messa in atto il più presto possibile e deve essere una risposta integrata su più fronti.

Dall’interno
Assumendo integratori bilanciati sulle proprie esigenze per aiutare l’organismo a produrre una quantità di antiossidanti in grado di contrastare efficacemente lo stress ossidativo. Tra i principi attivi più efficaci va senza dubbio segnalato l’EpiGalloCatechinGallato, uno dei più importanti polifenoli contenuti nel the verde, che esercita una elevatissima protezione antiossidante.
Dall’esterno
Proteggendo la pelle, soprattutto del viso che è il più esposto agli agenti ossidanti esterni, con i sieri antiage e la crema notte i cui principi attivi facciano da barriera all’aggressione dei radicali liberi.
L’azione antiradicali liberi è garantita dalla vitamina E derivata dal mais, dalle catechine apportate dall’estratto di camelia sinensis, dal coenzima Q 10, la cui azione favorisce la respirazione cellulare consentendo alla cellula di ripristinare il suo originario potenziale energetico, mentre l’acido ialuronico favorisce il giusto riequilibrio dei liquidi persi durante il giorno.
Dall’ambiente
Scegliendo uno stile di vita salutare sia per quanto riguarda una alimentazione bilanciata e ricca di frutta e verdura, sia nella scelta di sport e attività fisiche in genere che migliorino l’eliminazione delle tossine e potenzino le difese antiossidanti.
E’ importante anche abolire il fumo attivo e passivo di sigaretta e limitare il più possibile il consumo di alcolici.

L’ANALISI DEL DNA

Il nostro organismo è in grado di contrastare lo stress ossidativo attraverso l’azione di enzimi specifici, in grado di trasformare i radicali liberi in molecole inerti che vengono in seguito eliminate. Questo processo viene svolto principalmente dagli enzimi superossido dismutasi, glutatione perossidasi e catalasi che, attraverso una sequenza di reazioni biochimiche, trasformano i radicali liberi in ossigeno e acqua. L’attività di questi enzimi è quindi fondamentale per una corretta attività detossificante; la variabilità genetica (polimorfismi del DNA) ne modula l’attività determinando una diversa risposta individuale allo stress ossidativo.

Superossido Dismutasi 2 (SOD2)
Il gene SOD2 codifica per un metallo-enzima, localizzato nei mitocondri, in grado di convertire i radicali superossido in perossido d’idrogeno, svolgendo quindi il passaggio iniziale nella inattivazione dei radicali liberi generati dalla catena di trasporto degli elettroni. Numerosi studi hanno evidenziato fattori che possono modificare l’attività di SOD2, fra cui il sesso, l’età e varianti genetiche comuni. Il polimorfismo analizzato nel test determina una modifica nella localizzazione cellulare dell’enzima in grado di modularne l’attività e, di conseguenza, la suscettibilità individuale agli agenti ossidanti.

Glutatione Perossidasi 1 (GPX1)
L’enzima codificato dal gene GPX1 detossifica i perossidi di idrogeno in combinazione con il Glutatione, proteggendo le cellule dai danni della perossidazione. Questo enzima svolge quindi un ruolo fondamentale nella inattivazione del perossido d’idrogeno, prodotto dall’attività di SOD2 e dannoso per le strutture cellulari. Fattori che influenzano l’attività dell’enzima sono il fumo e le abitudini alimentari. La variante sfavorevole del polimorfismo analizzato determina una riduzione dell’attività enzimatica che può comportare un accumulo del perossido d’idrogeno nelle cellule, con conseguente aumento del danno ossidativo.

Catalasi (CAT)
CAT è un enzima antiossidante localizzato principalmente in organuli cellulari chiamati perossisomi, che catalizza la conversione del perossido d’idrogeno in acqua e ossigeno. Questo enzima svolge quindi il passaggio finale nella inattivazione dei radicali liberi prodotti dal metabolismo cellulare consentendo al nostro organismo di espellere i prodotti finali attraverso le urine, il sudore e la respirazione. La variante sfavorevole del polimorfismo analizzato nel test determina una riduzione dell’attività enzimatica fino ad un terzo, determinando una condizione che favorisce lo stress ossidativo ed il danno cellulare.