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Arte antica, moderna e contemporanea: spunti per possibili riflessioni, confronti e sfide


Arte antica, moderna e contemporanea:

spunti per possibili riflessioni, confronti e sfide

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Visibile completo in: //studiomondi.altervista.org/presentazionecarraresi2011.htm

(Presentazione della mostra nell'ambito di Antiquari ai Carraresi , Treviso, Casa dei Carraresi, 10 – 18 settembre 2011)

(VAI ALLA PAGINA DELLA MOSTRA ANTIQUARI AI CARRARESI)

Poiché l’arte, in quanto tale, e le espressioni artistiche che a essa si possono ricondurre, quindi le arti applicate in genere, non hanno tempo e, quando la loro qualità s’innalza a capolavoro o, talvolta, semplicemente a espressione veritiera del genuino operare umano, ogni confine geografico e limite temporale non è che una semplificazione didattico-scientifica necessaria per poterle leggere e capire meglio, dire che Vedova, Pollock e Cattelan o Le Corbusier, Wright e Fuksas o Bruno Munari, Sottsass e Diego Giacometti sono più moderni di Giotto, Tiziano e Tiepolo o di Fidia-Iktinos, Leon Battista Alberti e Borromini o di Euphronios, Cellini e Koloman Moser, appare, nell’universo della storia dell’arte, una sentenza altrettanto improbabile di quella di dire che l’uomo d’oggi è più intelligente dell’uomo di ieri (e si badi che, intelligenza, non vuol dire solo conoscenza) o, peggio ancora, più geniale. In effetti, ogni artista, come ogni artigiano, esprime, e non può che essere così, la cultura, le conoscenze, la società o la vita, che dir si voglia (per comprendere tutto in una parola), del proprio tempo, e ne rappresenta il vertice; ciononostante, quell’operato continua a influenzare in modo determinante la nostra contemporaneità, anche a livello prettamente pratico: chi meglio di noi trevigiani sa apprezzare l’utilità dei tanti portici medievali della nostra città (e il portico è, sostanzialmente, un’invenzione ellenistica!) o chi potrebbe dire che il ponte di Calatrava sul Canal Grande a Venezia è più funzionale (e bello) del Ponte Elio (leggi, oggi, Ponte Sant’Angelo) sul Tevere a Roma? Ma non solo. Dove andrebbe a finire la modernità del surrealismo di Dalì qualora la si mettesse a diretto confronto con Il giardino delle Delizie di Hieronymus Bosch? C hi potrebbe dire che la spiritualità dell’ El Entierro del conde de Orgaz del Greco è inferiore a quella della Via Crucis “bianca” di Lucio Fontana oppure quella della Maddalena di Donatello del Museo dell'Opera del Duomo a Firenze a quella del Gesù risorto di Pericle Fazzini dell'aula Paolo VI in Vaticano? O, ancora, come si sarebbe evoluta la pittura di Felice Casorati se non avesse incontrato Piero della Francesca? In quale rapporto stanno certe opere di Dubuffet con le pitture rupestri o altre di Hartung e di Tobey con le scritture dell’antico oriente, e cosa ne uscirebbe dal confronto


Continua completo in: //studiomondi.altervista.org/presentazionecarraresi2011.htm

Cliente: Associazione Trevigiana Antiquari | Anno: 2011