Sei in: Risorse: Portfolio:

Portfolio

Storia di fossalunga - storia della chiesa, dedicata a sant'agata (consacrata nel 1827)


Copyright © 2000 Studio Mondi Dipinti Antichi e Moderni - Italy - All Rights Reserved - Site design and html by Studio Mondi - If you want to use anything from this site, please email to the Studio beforehand to ask for permission. - Domain name studiomondi.it created on: 10-Sep-2000 - Registrant www.studiomondi.it studiomondi@tiscalinet.it

(visibile completo in: //xoomer.alice.it/studiomondi/fossalunga.htm )

STORIA DI FOSSALUNGA - STORIA DELLA CHIESA, dedicata a SANT'AGATA (consacrata nel 1827) di Marco Mondi

- Il paese di Fossalunga viene per la prima volta citato nella bolla " Religiosam vitam " di papa Gregorio IX del 2 marzo 1231 , inviata all'abate di Nervesa Bonincontro.

- "Fosse" - "2" - probabilmente sistema difensivo dalle invasioni degli Ungari, fatto: o dai Romani, o dai Trevigiani, o dai Veneziani. O forse fosse naturali per corsi d'acqua, o forse fosse sismiche .

- La chiesa in origine era più a nord rispetto all'ubicazione attuale; in seguito, grazie alla nuova importanza assunta dall'asse viario Treviso-Castelfranco (probabilmente già verso il XIV-XV secolo), venne spostata (con il centro del paese) all'incirca nell'ubicazione attuale.

- La chiesa nuova viene costruita dopo il 1775 , anno in cui viene fatta la "ballottazione" per la raccolta dei contributi (quindi, l'idea di far una nuova chiesa deve essere nata prima). Parroco: MELCHIORRE SPADA.

- Gli altari laterali sono dedicati, in origine, alla Beata Vergine del Rosario ed a San Sebastiano (saranno dedicati, in alternanza, anche a Sant'Eurosia , e sarà il Crico ad introdurne il culto all'inizio del secolo).

- I parroci: - MELCHIORRE SPADA (veneziano), dal 1754 al 1787 .

- PAOLO LORENZI (goriziano), dal 1787 al 1797.

- LORENZO CRICO (Noventa di Piave, Arciprete), dal 1797 al 1825 .

- GUARINO DE LOTTO (di San Vito del Cadore), dal 1825 al 1855.

- PAOLO MARIA GOTTARDI (veronese), dal 1855 al 1875.

- FRANCESCO ANTONIO POZZI (trevigiano), dal 1875 al 1911.

- ANTONIO PAVAN (Istrana), dal 1912 al 1945.

- MARIO PACCAGNAN (Spresiano), dal 1946 al 1986.

- GIOVANNI PESCE, dal 1986

- Durante il periodo (1787-1797) del parroco Paolo Lorenzi: stato di abbandono della chiesa a pochi anni dalla costruzione.

LORENZO CRICO (1764-1835):

- Parroco dal 20 ottobre 1797 (non ancora compiuti 33 anni ).

- Mette in salvo subito la parte migliore del corredo liturgico.

- Uomo di cultura che sa trattare con le autorità dell'epoca.

- Sono anni duri (povertà ed aridità delle campagne, le quali sono per il 60% in mano ai nobili; tra il 1816 ed il 1817 c'è una tremenda carestia ; sul territorio di Fossalunga ed in paese passano tre volte gli eserciti francesi e tre volte gli eserciti austriaci , con tutto ciò che ne consegue), tuttavia il Crico trova la forza e le risorse (molte le tira fuori di tasca sua) per completare ed abbellire la chiesa: - la chiesa è "restaurata";

- La chiesa viene dal Crico arricchita di pitture e marmi , fornita di sacri arredi e coronata dalla torre campanaria .

- Il Crico trova le risorse grazie anche alle sue amicizie con le personalità più autorevoli e potenti della zona (Treviso, Castelfranco, Venezia), nonché dai contributi offerti dai nobili Ravagnin di Fossalunga, come attestano anche gli stemmi sulla pala di Sant'Eurosia e sulla base del tabernacolo dell'altare maggiore (i Ravagnin avevano contribuito anche nella costruzione della nuova chiesa). Inoltre, vi sono sicuramente gli aiuti "manuali" dei parrocchiani , che pure contribuiscono in denaro.

- Dopo il 1802 : gli affreschi di Giovanni Battista Canal (1745-1825), che era attivo in Castelfranco, e di Giuseppe Borsato (1771-1849), per gli ornati e le architetture, sono fatti sotto la direzione del Crico stesso, che ne da le tematiche.

- Il Campanile (1813-1822): - i parrocchiani s'interessano della demolizion e della chiesa di Santa Margherita a Venezia (sconsacrata dopo il 1810) e del trasporto del materiale utilizzabile in Fossalunga.

- Lorenzo Crico e FRANCESCO ZAMBON (architetto seguace del Preti) progettano il campanile (come attesta l'iscrizione sulla facciata del campanile stesso, terminato nel 1822 : ).

- Fino a qualche decennio fa, sembra che nell'archivio parrocchiale si conservassero ancora i disegni-studio del Crico per il campanile.

- Prima di lasciare Fossalunga (1825), il Crico dà vita all' Ospizio (poi Oratorio) detto appunto Crico , oppure di Sant'Antonio da Padova .

STORIA DELLA CHIESA dopo il Crico:

- nel 1923 , riadattamento della Chiesa (diventata nel frattempo troppo piccola per la popolazione aumentata -dalle 800 anime che conteneva nell'ampiezza originaria alle nuove esigenze di una popolazione di circa 1800 anime ora-), che già fatto un progetto di ampliamento della parte absidale dall'architetto veneziano Vincenzo Rinaldo (problema spostamento affreschi dalla parete del coro): il nuovo progetto di ampliamento è affidato all'architetto Antonio Beni , che prevede la costruzione di un coro più vasto, aggiunto al retrostante corpo della chiesa, e lo spostamento dei tre altari e dei due affreschi raffiguranti Il miracolo dei pani e dei pesci ed Il miracolo della caduta della manna (lo spostamento degli affreschi viene affidato ai Botter, padre e figlio, Girolamo e Mario). I lavori terminano nel 1925.

- Nel 1928 cade dal soffitto una zona d'intonaco , e gli affreschi del Canal sono nuovamente minacciati; ancora i Botter provvedono al restauro dell'intonaco caduto.

- Negli anni dal 1939 al 1941 , ancora lavori sul tetto della chiesa e successivamente per la costruzione della nuova sacrestia (ing. Pillon di Padova).

- Nel 1946 giungono le formelle in terracotta della Via Crucis , opera dello scultore Pier Lino Bottacin di Salzano.

- Nel 1952 , nell'occasione del XVII centenario del martirio di Sant'Agata, viene collocata una statua della Santa , opera dello scultore gardenese Giuseppe Runggaldier , in una nicchia di marmo policromo.

- Negli anni Cinquanta si effettuano anche interventi di pulitura degli affreschi .

- Nel 1969 si "rifà" (?) il pavimento.

- Nel 1970 viene restaurata la facciata ad opera del prof. G. Gatto di Santa Cristina.

- Nel 1973 viene recuperato un affresco della scuola di Tommaso da Modena, raffigurante la Madonna che allatta il Bambino con affianco San Cristoforo , strappato da una parete del porticato di una casa colonica ( forse un tempo piccolo monastero delle monache di Ognissanti o di Santa Chiara ) e donato dal sig. Pietro Martignago, proprietario della casa.

- Nel 1987 iniziano gli ultimi lavori di restauro della chiesa e degli affreschi (questi ultimi fatti, sotto il controllo delle Belle Arti, dal prof. Giuseppe Gatto, coadiuvato dal figlio Michelangelo, di Santa Cristina).

IL MOMENTO STORICO ARTISTICO:

Nel Settecento, Venezia è l'unico centro italiano nel quale si forma una grande scuola pittorica importante a livello europeo , e questo sembra in apparente contraddizione con la situazione politico-economica di una repubblica oramai, effettivamente, avviata a vivere sempre più attingendo alle grandi ricchezze (non solo economiche, ma anche culturali, senza alcuna restrizione nel significato del termine) accumulate in passato (già in questo secolo inizia la dispersione dell'immenso patrimonio artistico di cui lo Stato veneziano era in possesso). Nel Settecento il vantato dominio sull'Adriatico s'è tramutato in mera parvenza: i commerci ed i traffici della Serenissima si fanno più fiacchi di giorno in giorno, mentre la città sente venir meno in sé ogni viva energia di rinnovamento e di attività, che da sempre l'avevano distinta. Politicamente, come ebbe a dire uno degli ultimi Dogi, si vive : in altre parole, alla politica di neutralità armata adottata nel Seicento , succede adesso il criterio della , la politica delle , che taglia fuori d'un colpo la Repubblica da ogni ingerenza, non solo nei fatti d'Europa, ma anche d'Italia. Lo Stato adotta la politica della diplomazia a tutti i costi, giungendo sempre a compromessi e accettando così, come conseguenza, decenni e decenni di umiliazioni e di guai portati da altri stati. Tuttavia, l'antica saggezza veneta fa sì che la città si presenti al turista straniero (e Venezia per tutto il secolo è una delle mete più ambite ed ammirate dagli stranieri, in modo particolare inglesi, nel loro viaggio in Italia ) come una delle città più vivibili d'Europa. Così, infatti, commenta l'abate Coyer, un garbato letterato parigino che viaggiò a lungo per tutto il continente, annottando le proprie impressioni nei suoi acuti taccuini: . Nonostante la decadenza, Venezia nel Settecento rimane uno dei principali centri di vita culturale europea , proprio grazie al mantenimento del fasto tradizionale e alla stabilità delle sue istituzioni ancora, nel secolo dei lumi, tra le più moderne e civili che si conoscessero. Venezia, allora, conquista per la seconda volta il primato artistico d'Italia, ponendosi a capo di un movimento artistico forte e complesso da poter competere con la grande arte di Francia, in questo secolo che è essenzialmente suo. L'incanto della sua bellezza, nella tradizione aristocratica dei suoi costumi e della sua gente, sembra più di ogni altra città essere l'ambiente per condurre la vita come il secolo la vuole, vita di piacere e di eleganza svenevole e lussuosa, in cui le feste, gli intrighi d'amore, i teatri, il gioco, le maschere costituiscono gli scopi e la ragione della vita stessa. Il gusto venuto di Francia , acquista nella città lagunare (continua in: //xoomer.alice.it/studiomondi/fossalunga.htm )


Cliente: | Anno: 1999