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A proposito della salvaguardia del patrimonio artistico: il furto d'arte


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A PROPOSITO DELLA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO ARTISTICO:

IL FURTO D'ARTE

di Marco Mondi

Al convegno sulla salvaguardia del patrimonio artistico mondiale organizzato dall'AIDA (Associazione Internazionale del Diritto e dell'Arte) di Castelfranco a Venezia alla fine di settembre, vi sono stati degli interessantissimi interventi alcuni dei quali sono particolarmente significativi anche per la città di Castelfranco. Vorrei, in questa sede, soffermarmi velocemente su quello tenuto dal col. Roberto Conforti del Comando Carabinieri di Roma per la Tutela del Patrimonio riguardante, appunto, alcune considerazioni sulla tutela del nostro patrimonio artistico-culturale. Considerazioni riferite ai furti d'arte, che sono da intendersi non solo come atto illecito, bensì anche, se pure l'arte non ha per i suoi valori confini, come una particolare forma di degrado nei confronti dell'integrità culturale delle nostre ricchezze, soprattutto quando oggetto del furto sono quei beni di rilevante importanza per una località, per una città o per l'intera nazione.

L'interesse venale è ovviamente la principale causa dei furti d'arte. , ha affermato il col. Conforti, . Una delinquenza di varia natura, spesso organizzata a livello internazionale, si alimenta ogni giorno sottraendo a quella miniera d'arte che è l'Italia (non si dimentichi che noi possediamo qualcosa come il 60% circa dell'intero patrimonio artistico mondiale) opere preziose, di valore talvolta inestimabile. Commerci illeciti internazionali assieme ad un mercato più spicciolo hanno assunto negli anni dimensioni sempre più estese e sottili.

Pinacoteche, biblioteche, chiese, archivi, musei, castelli, collezioni private, aree archeologiche terrestri e marine, dimore storiche, sono i contenitori principali delle nostre ricchezze artistiche e naturalmente rappresentano anche i principali luoghi presi di mira dalle azioni delittuose. I dati portati dal col. Conforti, a livello nazio­nale, contano ogni anno, in media, circa 1.500 denunzie ufficiali per furti d'arte, riguardanti un totale di 15.000-20.000 oggetti d'arte. Importante è vedere nel dettaglio contro chi con più frequenza sono perpetrati gli illeciti: il 50% a danno di privati, il 35% delle chiese, il 10% degli enti pubblici e privati ed il 5% dei musei pubblici e privati. I beni oggetto di furto sono rappresentati, sempre in scala nazionale, per il 30% da gioielli e preziosi, per il 20% da opere d'antiquariato, per il 15% da pitture, per il 13% da oggetti chiesastici, per il 10% da reperti archeologici, per il 7% dalla numismatica e per il 5% dalla scultura, dai libri e da altri vari. Collezioni private e chiese sono, pertanto, generalmente le più vulnerabili, in quanto raramente fruiscono di misure di sicurezza adeguate e molte chiese, in più, sono sovente del tutto prive del minimo controllo. In fine, è da rilevare che le opere trafugate vengono spesso profondamente alterate al fine di renderle più difficilmente riconoscibili, di conseguenza, più facilmente commerciabili: i dipinti vengono opportunamente sezionati in più pezzi, i confessionali trasformati in librerie, gli armadi divisi a metà in due comò, i gioielli modificati e così via.

Dal 1969, in Italia, la tutela del patrimonio artistico e culturale è devoluta al Commando Carabinieri, Tutela Patrimonio Artistico, che opera in collaborazione con le altre Forze di Polizia, con il Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali e con le organizzazioni straniere, attraverso il Ministero degli Affari Esteri e l'Interpol. Le azioni svolte sono essenzialmente di prevenzione, repressione e recupero dei beni su tutto il territorio nazionale e all'estero, nei limiti delle convenzioni e della prassi internazionale. Il nucleo dell'Arma dei Carabinieri dispone di una fornitissima Banca Dati dove confluiscono quotidianamente tutte le informazioni riguardanti i reati nello specifico settore, con notizie relative alle opere asportate a alle persone coinvolte, anche a livello internazionale. L'avanzata tecnologia della Banca Dati consente di avere in tempo reale ogni genere di informazioni, richiedibili anche a mezzo telefono. Di continuo vengono effettuati controlli tra le opere archiviate e quelle che circolano nel mercato dell'arte nazionale ed internazionale, nonché quelle possibili di essere visionate dal personale autorizzato nel corso del suo giornaliero lavoro. Oltre a disporre di un attrezzato laboratorio fotografico, il Commando pubblica un bollettino periodico sul Servizio per le ricerche delle opere d'arte rubate , dove sono riportate foto e dati delle più importanti opere trafugate in Italia. Il bollettino viene distribuito gratuitamente, anche all'estero.

Al fine, inoltre, di rendere più efficiente l'azione di tutela, è stato presentato all'esame del Parlamento un disegno di legge, per ta­lune proposte tanto discusso dagli addetti ai lavori, che prevede di dare una maggiore libertà d'efficacia all'Arma e di rendere obbligo agli Istituti di Credito la segnalazione del deposito di opere d'arte; contempla, in più, una sanatoria per i possessori di reperti archeologici provenienti da scavi clandestini o rinvenimenti fortuiti, nonché sanzioni amministrative per i mercanti d'arte che non rilasciano copia fotografica dell'opera, attestazione di provenienza e di autenticità, e altro ancora. All'esame del Parlamento vi è anche una normativa di recepimento delle direttive comunitarie internazionali per la reciproca restituzione dei beni culturali illecitamente esportati.

Il col. Conforti non ha mancato di soffermarsi a lungo, anche in sede di conferenza stampa, sull'importanza della collaborazione di tutti, privati quanto personale pubblico. Collaborazione che consiste nell'affiancare il lavoro dell'Arma fornendo ad essa quanto più mate­riale possibile allo scopo di rendere maggiormente efficaci le azioni di prevenzione, di repressione e di recupero.

Come sempre, la prevenzione è la miglior difesa. Adeguati sistemi d'antifurto sono ostacoli talvolta determinanti per impedire l'illecito. A tal proposito, il colonnello ha insistito sul fatto che le istituzioni pubbliche possono richiedere all'Arma l'istallazione provviso­ria di particolari sistemi di allarme durante, ad esempio, lavori di restauro di edifici contenenti opere di rilevante valore (per le chiese soprattutto: la maggior parte dei furti, infatti, in esse fatti vengono perpetrati durante tali lavori). Ma prevenzione significa anche essere, tanto per i privati quanto per i pubblici, adeguatamente forniti di dati e, in special modo, di fotografie delle opere che si posseggono. Ciò è un forte deterrente ed è poi determinante per ritrovare il bene trafugato. Il Commando Generale dell'Arma ha elaborato una scheda, denominata Documento dell'opera d'arte , che ognuno può ritirare gratuitamente ed anonimamente presso qualsiasi stazione dei Ca­rabinieri. Compilata attentamente e corredata con le relative fotografie, la scheda, in caso di furto, diverrà fondamentale. E' ovvio che tali accorgimenti riguardano principalmente i privati: gli enti pub­blici, infatti, dovrebbero essersi già premuniti, o si dovrebbero premunire, di schede ben più complesse, compilate in (continua in: //xoomer.alice.it/studiomondi/furti.htm )


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