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Vittoria zannoni - una secessionista mitteleuropea a castelfranco veneto - opere dal 1909 al 1913


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di Marco Mondi

Vittoria Zannoni nasce a Pieve di Cadore nel 1888, figlia della marchesa Silvia Cusani e dell’ingegner Vittorio Zannoni. Ultima discendente dei Cusani di Soave e Verona, sin da giovane s'interessò d'arte, seguendola, collezionandola e praticandola sotto i consigli della zia materna, la marchesa Anita Cusani. I Cusani sin dal Seicento, come testimonia anche Scippione Maffei nella sua Verona Illustrata (1732), possedevano una prestigiosa collezione di pittura, che andò arricchendosi fino alla fine dell’Ottocento quando, scrive don Antonio Castagneti ( Iscrizioni del Comune di Soave… , Verona, 1898), per successioni ereditarie iniziò a disperdersi in più sedi, per poi tornare a riunirsi nella casa di Vittoria a Castelfranco Veneto, essendo lei, appunto, l’ultima discendente della nobile casata. Fu Anita Cusani a far conoscere il pittore “errante” Ettore Cosomati, di cui era grande amica, alla nipote Vittoria. E fu il Cosomati, infatti, a darle i primi veri insegnamenti d’arte, anche in Germania, dove in più occasioni Vittoria soggiornò, ospite della zia Anita, e studiò, e dove il pittore la introdusse negli ambienti artistico-culturali tedeschi, a Francoforte sul Me­no soprattutto. Là, la sua attenzione si rivolse principalmente verso l’arte Sezessionstil, con chiare aperture nei confronti della grafica di Vincent van Gogh. Entrò in contatto con molti esponenti tedeschi dell’avanguardia secessionista, con i quali lavorò e dei quali collezionò opere.

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Veduta di Castelfranco Veneto , penna e inchiostro nero su carta, mm. 240 x 315

Dell’ambiente artistico-culturale nel quale la personalità di Vittoria Zannoni si formò durante i primissimi anni del secolo scorso, si è voluto raccogliere in una sala del Palazzetto Preti tutta una serie di testimonianze artistiche e documentarie che, pressoché nella loro totalità, giungono direttamente dalla sua stessa raccolta, dando preferenza essenzialmente alle opere grafiche, perché opere grafiche sono anche quelle di Vittoria Zannoni. Sono lavori che ancor oggi per la maggior parte si conservano in collezioni private, con l’aggiunta di altri che provengono da un cospicuo nucleo di disegni, incisioni e libri acqui­stato dalla Biblioteca Comunale di Castelfranco Veneto attorno al 1976, ed ora quindi di proprietà della Civica Raccolta Comunale. Di quest’ultimo gruppo, si segnala una bella effigie di Vittoria Zannoni eseguita a Francoforte da Friz Lederer (Königsberg, 1878 - ?), artista formatosi a Weimar, dove fu soprattutto pittore di paesaggi e di scene della Prima Guerra Mondiale, ma anche bravo ritrattista. Inserita nell’ambiente artistico secessionista tedesco, Vittoria Zannoni collezionò, tra gli altri, lavori di Franz von Stuck (Tettenweis, 1863 – Monaco di Baviera, 1928) e di Otto Eckmann (Hamburg, 1865 – Badenweiler, 1902), considerati due tra i massimi artisti dello Jugendstil, quello che in Italia fu il Liberty. Molto belli, inoltre, sempre dell’ambiente artistico mitteleuropeo, sono due bronzi: una splendida testina dello scultore tedesco Emil Hub (Francoforte sul Meno, 1876 - ?), che a Parigi fu discepolo di August Rodin, ed un altrettanto affascinante tondo in bassorilievo di un artista non ancora identificato, ma stilisticamente vicino a Franz von Stuck, dotato di straordinaria abilità plastica e di una sorprendente capacità inventiva. Di grande interesse sono pure le opere di altri ambienti culturali internazionali, come quelle francesi, tra cui spicca un’efficace composizione di simbolismo bucolico di Paul Emile Berthon (Chartrettes, 1872 - Paris, 1909), o quelle dei Paesi Bassi, come la bella opera di Jan van Beers (Antwerpen, 1852 - 1927), e soprattutto quelle svizzere, tra le quali emergono le due straordinarie incisioni di Albert Welti (Zurigo, 1862 – Berna, 1912) e le due litografie di Carl Theodor Meyer-Basel (Basilea, 1860 - 1932).

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Wilhelmsbad , penna, pennello, inchiostro nero e acquerelli colorati su carta, mm. 508 x 365

La parte quantitativamente più rappresentativa in questa sezione di mostra, è certo rappresentata dalle opere di artisti italiani, che Vittoria Zannoni collezionò spesso acquistandole direttamente nelle esposizioni, come fu per gli acquerelli di Umberto Brunelleschi (Montemurlo di Pistoia 1879 - Parigi 1949), comperati alla Biennale di Venezia del 1912 e facenti parte di una serie di dodici là esposti, che furono poi, nel 1914, riprodotti a stampa e colorati ad acquerello, per poi accompagnarsi ad una famosa rivista di moda parigina, il “Journal des Dames et des Modes”. Acquistate, invece, all’esposizione di Ca’ Pesaro del 1913, quella che Nino Barbantini considerava una delle più importanti mostre d’arte moderna fatte allora in Italia, sono le rarissime litografie di Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963), facenti parte delle cinque in quell’occasione esposte. E di Nino Barbantini, primo direttore della Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Venezia, nonché segretario della Fondazione Bevilacqua La Masa, si presenta il noto ritratto eseguito in xilografia dal trentino Benvenuto Disertori (Trento, 1887 – Milano, 1969). Ovviamente, grande spazio è stato dedicato ai lavori di Ettore Cosomati (Napoli, 1873 - Milano, 1960), colui che fu il primo vero maestro di Vittoria Zannoni. Opere, queste ultime, dove sovente tra­spare chiara l'influenza figurativa della cultura mitteleuropea, alla quale egli fu per lungo tempo legato. Cosomati, soprannominato il “Pittore errante”, sin da giovane viaggiò tantissimo: (continua in: //xoomer.alice.it/studiomondi/zannonimostrapreti.htm )


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