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L’imprenditoria che nasce da un’estrosità geniale: i tessuti di mariano fortuny


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Sezione 9. L’imprenditoria che nasce da un’estrosità geniale:

i tessuti di Mariano Fortuny

Figlio d’arte (il padre, Mariano José Fortuny y Carbò, fu un valente pittore di gusto un po’ pompier ed eclettico che, tra Spagna, Francia ed Italia, riscosse grande successo, sulla scorta del quale diede avvio alla moda dell’ atelier artistico inteso come salotto elegante e mondano), la personalità, ed il personaggio, di Mariano Fortuny y Madrazo (Granada, 1871 – Venezia, 1949) rappresenta sotto molti aspetti la personificazione di un’epoca e di una società, quella di un’agiata mondanità artistica e cosmopolita di fine-inizio secolo, modernamente intesa, ma continuamente in bilico tra riesumazioni storiche e sconfinato entusiasmo per ogni genere di novità. Educato, cresciuto e formatosi come artista in un ambiente culturale di apertura internazionale, trovò in Venezia il luogo ideale dove poter esprimere la sua intrigante e geniale indole creativa, che necessitava tanto di quell’ humus ricco e fertile di stimoli al punto che vien da chiedersi se altrove Mariano Fortuny sarebbe stato quello che è potuto essere vivendo e lavorando nella città lagunare.

Artista indubbiamente moderno ed inserito in un contesto produttivo internazionale legato alla moda, ai salotti buoni e alle enormi disponibilità economiche in una società in continuo progresso, ad una più attenta analisi la sua figura appare parte di un mondo destinato a cambiare profondamente nel corso del nuovo secolo. Come una sorta di D’Annunzio delle arti figurative, ma assai più discreto e riservato, in Mariano Fortuny, nelle sue opere, nella sua creatività, si sente sempre presente quella cultura ottocentesca di estrazione romantica, culla dei grandi risvolti intellettuali, letterari ed artistici che hanno trovato sfogo nel Decadentismo, nel Simbolismo o, in senso più lato, nell’Art Nouveau (Liberty da noi), per lo stesso motivo per cui la foga reazionaria delle Avanguardie Storiche, rientra in un ciclo conclusivo che ha la sua origine nel secolo precedente. Ma questo, in Mariano Fortuny, non ha mai rappresentato un limite alla sua genialità, anzi, in un certo senso, è stato la sua fortuna come artista e come personaggio, poiché gli permetteva di disporre di quell’esperienza e di quell’educazione estetica che sono state, e sono, tra le sue componenti più caratterizzanti. Le sue straordinarie qualità d’inventore di gusti, di mode e di tecniche esecutive nei vari campi in cui, da artista poliedrico, interessato pressoché ad ogni forma espressiva, s’è cimentato, avevano bisogno della conoscenza di quanto era avvenuto prima per essere poi davvero innovative, specie qualora si trattava d’intervenire nel campo delle arti applicate. Il suo interesse in questa direzione, che per lui fu, forse prima di tutto, un desiderio necessario per vivere in una dimensione esteticamente unica la sua quotidianità, come una sorta di Des Esseintes artefice dei propri piaceri sensoriali (chi va a visitare il Museo di Palazzo Fortuny a Venezia, che fu la sua dimora, se ne può facilmente render conto), gli permise un approccio davvero moderno e applicato qualitativa mente anche a tutte le fasi produttive; tant’è vero che, quando gli venne proposto di sviluppare “industrialmente” i tessuti che ormai da anni andava creando per una committenza strettamente di nicchia, la sua preoccupazione fu quella di occuparsi non solo della loro progettazione ma di seguirne personalmente le fasi e idearne i mezzi necessari alla loro esecuzione, disegnando i macchinari da impiegare, mescolando, quasi fosse stato un alchimista medievale, le sostante più idonea ad ottenere i colori desiderati e occupandosi direttamente di quant’altro potesse servisse allo scopo. Il suo ruolo all’interno dell’azienda “Tessuti Artistici Fortuny S.p.A.”, fondata nel 1921 a Venezia, fu un ruolo dalle mille competenze: egli fu imprenditore, fu designer e fu supervisore di tutte le fasi di produzione, assicurandosi che l’intero ciclo rimanesse gelosamente custodito nel segreto, come tutt’ora succede. Una figura di imprenditore certo, e sicuramente moderno ed innovatore nella tecnica di produzione, ma al tempo stesso una sorta anche di capomastro di un’officina o di una bottega artistica così com’era intesa in passato: se si considera poi che la produzione è tutt’oggi fatta con gli stessi macchinari, gli stessi tessuti, gli stessi colori e, soprattutto, utilizzando i disegni originali lasciati dal maestro, si capisce ancor di più come il ruolo imprenditoriale di Mariano Fortuny sia stato quello di un artista rinascimentale all’interno della sua bottega, dove la genialità dell’artista era la garanzia prima di una produzione di qualità e del successo stesso dell’azienda. Giuseppe Iannò nel suo intervento ben ci approfondisce molti di questi aspetti, ma come direttore ben sa che la fortuna imprenditoriale della “Tessuti Artistici Fortuny” sta

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Cliente: | Anno: 2009