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Le allergie stagionali nei bambini

BIMBISANI&BELLI Allergia ai pollini Servizio di Nadia Accardi, con la consulenza del dottor Antonio Corica ( Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica - *Immuno-Reumatologia Bronco-Pneumologia* in Messina e Milano) Primavera? No, grazie. Non sono pochi coloro che considerano l’arrivo della stagione primaverile un evento tutt’altro che gioioso: esattamente sono gli 8 milioni di italiani che soffrono di allergia ai pollini, un disturbo in aumento soprattutto fra i bambini. Starnuti frequenti, lacrimazione abbondante, arrossamenti cutanei e problemi respiratori sono, infatti, i sintomi che riguardano almeno il 20% dei soggetti in età pediatrica, con punte del 25% fa i 6 e i 15 anni. Vediamo quali sono i responsabili dell’allergia e quali le possibili misure preventive, con un occhio alle ultime scoperte scientifiche. Uno sbaglio del sistema di difesa
I pollini sono i semi maschili dei fiori e sono costituiti da piccoli grani, di forma diversa a seconda delle specie vegetali, invisibili a occhio nudo. Scatenano i sintomi allergici poiché, al contatto con la mucosa respiratoria, liberano alcune proteine capaci di provocare una risposta del sistema immunitario.
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In particolare, l’organismo “attaccato” dai pollini attiva i linfociti del sangue che liberano l’immunoglobulina E. Quest’ultima si fissa ai recettori presenti sulla superficie dei mastociti, le “cellule spazzino” del sangue, le quali, a loro volta, liberano eccessive quantità di istamina, la sostanza responsabile dei sintomi allergici.
* In pratica, l’allergia si può considerare come una reazione di difesa eccessiva del sistema immunitario di fronte a sostanze considerate nocive ma che in realtà non lo sono. Vale a dire che la sostanza estranea non solo viene riconosciuta come non compatibile con l’organismo ma viene anche amplificata la sua pericolosità. Ecco che allora il sistema immunitario costruisce un numero anomalo di anticorpi, sentinelle pronte a difendere l’organismo da un nemico ritenuto molto pericoloso.
Gli organi bersagliati
Gli effetti dell’allergia si manifestano soprattutto a carico di specifiche parti del corpo: Occhi : prurito e lacrimazione abbondante (nel 60% dei casi)
Naso : quasi tutte le persone allergiche (98%) manifestano una rinite, con starnuti ripetuti e secrezioni acquose dal naso.
Gola : meno frequenti sono gli accessi di tosse e i disturbi della deglutizione.
Bronchi : le crisi di tipo asmatico (senso di mancanza d’aria, respiro affannoso) colpiscono il 30% dei soggetti allergici.
Pelle : sebbene in casi più rari, si possono comunque manifestare infiammazioni cutanee con prurito, arrossamenti e pomfi.
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Più colpiti i maschietti

A tutt’oggi non è possibile chiarire con assoluta precisione le cause di questo "errore" del sistema immunitario, pur tuttavia sapendo come avvengono i meccanismi ( descritti prima ) di allergizzazione non si riesce ancora a stabilire con sicurezza chi è a rischio, chi no. Una delle poche cose che i medici oggi sanno è che non è uguale per tutti il tempo di allergizzazione ( tempo che trascorre tra il primo contatto con la sostanza e lo "scatenamento" dei sintomi ): infatti è dimostrato che questo periodo può variare da appena qualche giorno addirittura a diversi anni.
* Sono prevalentemente più colpiti i bambini rispetto alle bambine. Oltre ai fattori ereditari entrano notevolmente in gioco anche i fattori ambientali. In primo luogo il fumo di sigaretta contribuisce alla sensibilizzazione allergica, tanto è vero che il rischio di rinite in quei bambini i cui genitori fumano è più alto. Anche l'inquinamento ambientale e l'assunzione precoce di allergeni alimentari "maggiori", per esempio latte e uovo, possono contribuire ad una precoce sensibilizzazione allergica.
* Altrettanto noto è che vi sia una percentuale di ereditarietà, cioè si è visto che il 30% dei bambini che ha un genitore allergico può sviluppare fenomeni di allergia dello stesso tipo anche in età adulta.

Gli esami per scoprirla

Per fare una diagnosi di pollinosi, lo specialista allergologo si basa inizialmente sui sintomi che si presentano soprattutto in primavera o in estate. Quindi, può consigliare dei test cutanei che rendono più sicura la diagnosi e che servono per individuare la sostanza che scatena l’allergia.
· Prick test
Si tratta di un
test cutaneo, semplice e indolore e sicuro(e di basso costo). Il Prick è a reazione immediata: si punge lievemente la pelle dell’avambraccio e, in corrispondenza della puntura, si applicano alcune gocce di diverse soluzioni di allergeni, in modo che le sostanze potenzialmente nocive vengano a contatto con le cellule della pelle.
* dopo venti minuti si può notare se vi è stata una reazione allergica (in questo caso la pelle apparirà arrossata o sollevata) a una o più sostanze.
· Rast test Il Rast test, è un test che ricerca, nei casi dubbi al prick test, gli anticorpi specifici nel sangue, responsabili delle reazioni ai pollini(non esclude l’esecuzione del prick ed è costoso e spesso gli allergeni da testare sono pochi).
* Esiste un terzo test chiamato "provocazione nasale, bronchiale e congiuntivale" agli allergeni , cioè si osserva qual è la reazione delle mucose del naso, congiuntiva e bronchi facendo mettere a contatto con le mucose o inalare alla persona piccolissime quantità di allergeni sotto forma di vapore. Un po’ pericoloso ed esiste per pochi allergeni.

Esiste anche il vaccino

Per ridurre i sintomi dell’allergia ai pollini bisogna ricorrere ai farmaci: i più usati sono gli antistaminici, da assumere per via orale, oppure sotto forma di spray nasali o di colliri congiuntivali. Quando i sintomi sono particolarmente intensi, il medico può prescrivere i cortisonici, sotto forma di spray e colliri.
* In alcuni casi possono essere utili i vaccini desensibilizzanti: l
’obiettivo della desensibilizzazione è che il corpo impari ad accettare nuovamente le sostanze estranee (proteine) a cui ha reagito con un’allergia. Con la ripetuta somministrazione di dosi sempre maggiori di una soluzione di allergene il sistema immunitario viene gradualmente indotto a tollerare le sostanze estranee. I vaccini di ultima generazione si somministrano per via sublinguale (a differenza di quelli tradizionali che si devono iniettare) e questa modalità li rende particolarmente adatti ai bambini Box
In arrivo le molecole intelligenti

L’ultima frontiera nella cura dell’allergia ai pollini ha preso vita in laboratorio: si tratta di molecole costruite con l’aiuto dell’ingegneria genetica, che hanno lo scopo di bloccare uno specifico anello del meccanismo che causa l’allergia oppure di sostituire una sostanza mancante nell’organismo.
- Tra questi farmaci, detti biologici, i più conosciuti sono gli anticorpi monoclonali anti IgE, che bloccano in maniera selettiva le immunoglobuline E, le sostanze che danno inizio alla reazione allergica.
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Il calendario dello “starnuto facile”

Esistono dei calendari pollinici, elaborati da centri di aereobiologia, che consentono di avere un’idea della concentrazione di un determinato polline in un preciso periodo dell’anno.
NOCCIOLO: da gennaio a fine marzo. OLMO: da metà febbraio ad aprile. PIOPPO E SALICE: da marzo a fine maggio. PARIETARIA: da maggio a settembre ( soprattutto sulle coste a sud dell’Italia ) BETULLA: da aprile a metà giugno. QUERCIA, FAGGIO, PLATINO, PINO: da metà maggio a metà agosto. PIANTAGGINE, ACETOSA: da maggio ad agosto. GRAMINACEE: da metà maggio a metà settembre. TARASSACO: da maggio a giugno. ORTICA: da maggio a settembre inoltrato. Box
Sette consigli utili
  • Chiudere i vetri quando si va in automobile
  • Evitare campeggi e picnic
  • Andare in vacanza in località marine, che sono meno "ricche" di pollini
  • Al calare del giorno la densità pollinica è massima ed occorre chiudere dunque le finestre
  • Salvo rare eccezioni le persone allergiche possono coltivare o tenere in casa i fiori senza pericolo poiché i pollini dei fiori colorati e odorosi si propagano pochissimo nell’atmosfera
  • Evitare la campagna ed i luoghi in cui l’erba è stata tagliata di recente
  • Le condizioni del tempo influiscono sulla concentrazione dei pollini nell’aria: quest’ultima aumenta nelle giornate ventose, ma anche quando vi è un clima caldo e con un’umidità relativa del 60-90%.