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Prevenzione patologie invernali

Con il freddo dell'inverno arrivano anche un sacco di malanni, un po’ per tutti. Per quanto riguarda l'influenza e, in generale, le malattie "da raffreddamento", come riniti, sinusiti e bronchiti, non bisogna pensare che la colpa sia tutta dei virus e dei vari batteri, il nostro equilibrio psico-fisico può essere determinante. Voglio dire, che se siete in forma e ben nutriti avrete una maggiore possibilità di superare indenni l’inverno. I cali di "energia" dovuti a stanchezza mentale o fisica, un’alimentazione non adeguata, la sedentarietà, la cattiva digestione o un intestino irregolare possono essere fattori che favoriscono le malattie. Come sappiamo, anche in un’epidemia influenzale solo una parte di noi si ammala. I microbi non sono tutto

Nutrirsi bene è di vitale importanza anche per resistere meglio alle aggressioni dei microbi. Infatti, quello che mangiate può influenzare le vostre difese immunitarie. Per molti, e soprattutto per i bambini, è di fondamentale importanza consumare alimenti e bevande caldi e nutrienti. L’ "insalatona", oggi tanto di moda, apporta "freddo" nel corpo e non necessariamente rappresenta un pasto salutistico. Lo stesso vale se consumate bevande e cibi appena tolti dal frigo. Nei soggetti predisposti, una dieta a base di carboidrati, zuccheri raffinati e latticini (yogurt compreso) aumenta il "freddo" e l’ "umido" nel corpo, favorendo così la produzione di catarro e la predisposizone alle infezioni.

Oltre alla frutta, verdura e cereali integrali o semintegrali, consumate alimenti sostanziosi e zeppi di nutrienti, come uova, carni, pesce, noci, mandorle, noccioline (se non avete allergie), formaggi (se non avete catarro) e grassi buoni, come olio di oliva extravergine, pancetta, lardo e burro. Le vitamine, i minerali e gli antiossidanti, contrariamente a quello che si crede, non si trovano solo nella frutta e nella verdura. Inoltre, i grassi sono importanti perché le vitamine A, D, K, E e fattori protettivi come ad esempio il Q10, il Lycopene e molti minerali non vengono assorbiti se non c’è sufficiente grasso nel pasto.
Per chi lo tollera, l’aglio è un ottimo immunostimolante. Uno spicchio al giorno per tutto l’inverno, è l’ideale: schiacciare lo spicchio immergendolo prima nell’olio di oliva extravergine, in modo da non perdere le componenti volatili. Utilizzarlo, crudo, sulle pietanze. A voi farà molto bene, agli altri…magari un po' meno!

Ambiente e inquinamento — spesso ci si preoccupa soprattutto dei virus dell’influenza e degli altri microbi che circolano durante l’inverno, ma gli effetti dell’aria inquinata delle nostre città è a volte ben peggiore Oggi, milioni di persone si ammalano ogni anno per l’inquinamento urbano e molti muoiono. La situazione non sembra migliorare. Le sostanze inquinanti e soprattutto le polveri sottili sono una delle principali cause delle malattie respiratorie. Queste particelle una volta inalate possono oltre che irritare alterare le mucose possono essere assorbite e raggiungere gli organi interni, come ossa, polmoni e cervello e creare danni ai tessuti, cattivo funzionamento degli organi, immunodepressione e disturbi del sistema nervoso.

Di fatto, quando d’inverno aumenta la concentrazione di inquinanti, ( maggior traffico, riscaldamenti accesi ecc.) aumentano i casi di asma, le malattie bronchiali, ma anche le patologie cardiovascolari. Le malattie acute raddoppiano, quelle croniche peggiorano.

Lo stress parola ormai di comune uso in quanto e’ parte integrante della nostra vita e non solo intesa negativamente, in inverno e’ maggiormente sollecitato per ritmi piu’ forzati, per ragioni climatiche , per condizioni ambientali meno accoglienti ( il buio il freddo il doversi coprire, la pioggia) la prospettiva lontana delle vacanze il timore di ammalarsi ecc. La maggior incidenza dello stress influisce pure esso sul nostro sistema immunitario indebolendolo.

E veniamo allora al nostro sistema immunitario.

Una ridotta funzionalità del sistema immunitario risulta in una maggiore vulnerabilita’a tutti i tipi di malattie .Tra le varie cause di indebolimento del sistema immunitario troviamo lo stress fisico e psichico, l’ambiente, la maggiore esposizione a fattori di rischio, la mancanza di riposo ed un’alimentazione scarsa ed inadeguata. Come anche la presenza di malattie quali depressione, infezioni ricorrenti, diabete, cardiopatie, chemioterapia, malattie circolatorie, ecc., possono ridurre la capacità del sistema immunitario, è stato inoltre osservato che il sonno è un fattore determinante per l’ottimale funzionamento del sistema immunitario.

Il termine immunita’ deriva dalla parola latina munimen che significa protezione , fortificazione. Il sistema immunitario e’ quindi un apparato atto a proteggere il corpo da agenti infettivi quali virus batteri, parassiti, elminti ecc. capaci di superare le barriere cutanee e le mucose. A tal fine deve saper distinguere le cellule che fanno parte dell’organismo da quelle estranee ( antigeni). Ogni cellula del corpo e’ dotata di una sua “ carta di riconoscimento” una particolare combinazione di molecole proteiche situate sulla superficie della membrana cellulare. Il sistema immunitario ricorda l’aspetto di ogni cellula e quindi attacca quelle che non possiedono quei caratteri distintivi.

Tra le problematiche invernali piu’ diffuse abbiamo la sindrome influenzale

L'influenza è una malattia respiratoria acuta dovuta alla infezione da virus influenzali. È una malattia stagionale che, nell'emisfero occidentale, si verifica durante il periodo invernale. Il primo isolamento di virus influenzale nell'uomo risale al 1933 in Inghilterra (ma in precedenza erano stati isolati virus influenzali sia da polli che da suini). Da allora, ne sono stati identificati tre tipi differenti, costituenti il genere Orthomixovirus: il virus tipo A e il virus tipo B , responsabili della sintomatologia influenzale classica, e il tipo C , di scarsa rilevanza clinica (generalmente asintomatico).

Alla base della epidemiologia dell'influenza vi è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire
cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la barriera costituita dalla immunità presente nella popolazione che in passato ha subito l’infezione influenzale. Questo significa che le difese che l’organismo ha messo a punto contro il virus dell’influenza che circolava un anno, non sono più efficaci per il virus dell’anno successivo.

Per questi motivi la composizione del vaccino deve essere aggiornata tutti gli anni e la sorveglianza è fondamentale per preparare il vaccino per la stagione successiva in base ai ceppi che hanno avuto maggior diffusione nell'ultimo periodo epidemico. Le pandemie si verificano ad intervalli di tempo imprevedibili e in questo secolo sono avvenute nel 1918 (Spagnola, sottotipo H1N1), nel 1957 (Asiatica, sottotipo H2N2) e nel 1968 (Hong Kong, sottotipo H3N2). La più severa, nel 1918, ha provocato almeno 20 milioni di morti. È comunque importante sottolineare che la comparsa di un ceppo con proteine di superficie radicalmente nuove, quindi di un virus influenzale completamente diverso da quelli precedenti, non è di per sé sufficiente per dire che si è verificata una pandemia. Occorre anche che il nuovo virus sia capace di trasmettersi da uomo a uomo in modo efficace.

Virus Influenzali

Fino ad ora sono stati identificati tre tipi differenti di virus influenzali, costituenti il genere Orthomixovirus: il tipo A e B, responsabili della sintomatologia influenzale classica, e il tipo C, di scarsa rilevanza clinica (generalmente asintomatico).

I virus di tipo A circolano sia nell'uomo che in altre specie animali e sono ulteriormente suddivisi in sottotipi, distinti in base alle differenze tra le proteine di superficie: emagglutinina (HA) e neuramminidasi (NA), verso le quali si indirizza la risposta immunitaria dei soggetti infettati o vaccinati. Ad oggi sono stati identificati 15 sottotipi di emagglutinina e 9 di neuramminidasi.

I virus di tipo B sono presenti solo nell'uomo e non esistono sottotipi distinti nell'ambito delle loro proteine di superficie HA e NA.

I virus di tipo C , come già detto, danno una infezione generalmente asintomatica o simile al raffreddore comune

L'infezione del virus influenzale avviene soprattutto per contatto con le secrezioni respiratorie di persone, con infezione acuta attraverso "aerosol" generati da tosse e starnuti. Il virus inizialmente infetta alcune cellule "dell'albero respiratorio" (faringe, laringe, trachea, bronchi e non i polmoni) dove in 4-6 ore si riproduce. Dopo questo breve periodo viene "liberato" infettando via via altre cellule adiacenti o vicine dove ancora si riproduce. Tutto ciò determina la diffusione dell'infezione da pochi punti ad un gran numero di cellule respiratorie nell'arco di diverse ore e questo periodo, detto di incubazione, varia da 18 a 72 ore circa in rapporto sia alla quantità di virus infettante sia alla capacità di difesa dell'organismo (reazioni anticorpali del sistema immunitario).

Vaccini antiinfluenzali

Vediamo a chi è consigliata la vaccinazione antinfluenzale:

· agli anziani dopo i 65 anni

· alle persone che hanno malattie polmonari croniche (asma, bronchite cronica, enfisema)

· ai cardiopatici

· a bambini e ragazzini in terapia cronica con acido acetilsalicilico

· ai diabetici ed ai malati cronici renali

· a persone che vivono in comunità (come personale sanitario, insegnanti soprattutto di scuole materne)

· a individui con seria anemia

· a persone con sistema immunitario indebolito da farmaci oppure malattie croniche .

in questi ultimi anni si e' dato nuovo impeto alla ricerca di preparati che riescano a modulare la risposta immunitaria in modo tale da poter stimolare un sistema immunitario indebolito.Oltre alla profilassi vaccinica e alla terapia basata sugli anticorpi si è venuto a delineare in campo medico il concetto di immunostimolazione. Per immunostimolazione si intende una serie di processi non specifici che favoriscono la stimolazione del sistema immunitario umorale e cellulare. Numerose ricerche hanno dimostrato che le risposte immunitarie possono essere potenziate da una serie di fattori di diversa natura ed origine. Sono state ottenute risposte molto positive con estratti provenienti da funghi e da piante.Gli immunostimolanti, o immunopotenziatori sono sostanze che agiscono prevalentemente tramite la stimolazione non-specifica dei meccanismi di difesa immunitaria. Nella maggior parte dei casi non sono propriamente degli antigeni, ma piuttosto antigenemimetici. Recentemente l'attenzione degli studiosi si è spostata verso il settore delle piante medicinali nel tentativo di individuare nuovi ed efficaci agenti immunostimolanti.

Per alcune piante come l'Echinacea , l'Uncaria Tomentosa , l'Astragalo , la Propolis il loro effetto immunostimolante e' conosciuto da tempo,

Di echinacea ne esistono diverse forme le più' comuni sono l' Angustifolia e la Purpurea .

Sperimentazione e studi clinici ( non molti quelli condotti con rigore scentifico) hanno dimostrato comunque che l'assunzione di echinacea aumenta la produzione di alfa e beta interferone, TFN-alfa e citochinine, aumenta la chemiotassi dei leucociti, ed inibisce la ialuronidasi batterica.

L' Uncaria Tomentosa esplica un'ottima azione antiinfiammatoria , antidolorifica e cicatrizzante oltre ad essere un buon antibatterico e antiossidante.

L' Astragalus Membranaceus e' una pianta adattogena quindi innalza la soglia di resistenza allo stress oltre ad avere un'azione tonica ed immunostimolante con funzione antibatteriche , antivirali ed antiinfiammatorie.

Anche per quanto concerne la Propolis studi effettuati in vivo ed in vitro hanno dimostrato proprieta' batteriostatiche capaci di inibire la crescita di ceppi batterici Gram+ e Gram-.