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Quali fattori influenzano il rendimento scolastico?

Non esistono dei criteri ben definiti e unanimamente accettati per la classificazione delle difficoltà di apprendimento. Si possono comunque identificare alcune tipologie fondamentali di forme di disagio scolastico quali il basso rendimento , i disturbi specifici dell'apprendimento , i disturbi del linguaggio , i disturbi di attenzione , le varie disabilità (sordità, ipoacusia, ..).

Ponendo l'attenzione in particolare sul basso rendimento scolastico, problematica alquanto diffusa, si dirà che tale categoria include sia i cosiddetti allievi “lenti”, che spesso però non presentano disturbi cognitivi specifici, sia altri tipi di studenti che, pur con buone potenzialità intellettive, per svariate motivazioni, incontrano serie difficoltà scolastiche.

Fra i fattori che possono produrre un rendimento scolastico particolarmente basso in questi alunni vi sono fattori contestuali (ambiente socio-culturale, famiglia, istituzione scolastica) e fattori individuali (personalità, stile di vita e motivazione).

Molti studi empirici confermano il ruolo giocato dall' ambiente socioculturale sulle prestazioni scolastiche: fra i fattori rilevanti si annoverano la situazione economica della famiglia (gli alunni delle classi sociali meno abbienti possono avere una carriera scolastica meno fortunata), il livello di istruzione dei genitori, la zona di residenza (zone isolate possono comportare minori opportunità di apprendimento) e l'appartenenza a minoranze culturali e/o linguistiche. In generale, un basso livello socioculturale (che può includere molti e/o tutti i fattori sopraelencati) priva il bambino di stimoli e sussidi e può impedirgli di acquisire una certa sensibilità rispetto al processo di apprendimento e al valore della scuola.

Anche la quantità e la qualità dell' istruzione scolastica fornita contribuiscono a produrre una difficoltà di apprendimento o ad aggravarla, se già presente. Fa parte, a ragion veduta e per quanto sia poco prevedibile, del sentire comune che esistono scuole e insegnanti migliori di altri e non è raro incontrare un ragazzo che, dopo aver manifestato serie difficoltà, consegue un netto miglioramento dopo aver cambiato scuola e/o insegnante.

In che modo invece più precisamente le caratteristiche della famiglia in cui vive l'allievo con un basso rendimento scolastico possono concorrere a determinarlo?

La risposta risiede nella constatazione che i valori proposti dalla famiglia, il clima familiare , l' attenzione rivolta dai genitori al processo di apprendimento del figlio giocano un ruolo nell'attenuazione delle difficoltà scolastiche presentate da alcuni bambini.

In generale il bambino trascurato in casa, non seguito al di fuori dell'orario scolastico, sviluppa più facilmente un disagio scolastico ed ha più problemi a tirarsene fuori. Non sempre la partecipazione della famiglia si misura in termini di tempo: ciò che fa la differenza è la qualità, piuttosto che la quantità e l'attenzione rivolta al processo di apprendimento del figlio.

Un interesse sincero per l'attività del figlio (i contenuti che sta affrontando, l'attenzione quotidiana a quello che è successo al bambino a scuola) e un più intenso contatto con la scuola, accompagnato da un monitoraggio del lavoro svolto a casa (ad es. con un riesame dei compiti eseguiti a fine giornata) si mostrano come fattori “protettivi”.

Inoltre il genitore sensibile concorre in maniera più responsabile alle scelte scolastiche future del figlio, accogliendole ed orientandole.

Da evitare però le forti pressioni del genitore sul ragazzo, affinchè ottenga risultati brillanti: il figlio inizialmente può accogliere le sollecitazioni positivamente, ma poi reagire negativamente per il timore di deludere le aspettative degli adulti, suoi punti di riferimento. Ben vengano invece gli interventi parentali che mirano a rinforzare la percezione di autoefficacia 1 del figlio e la sua capacità di attribuire anche a se stesso la modifica del corso degli eventi, influenzando positivamente la sua autostima .

Il genitore deve essere equilibrato anche nel rapporto con gli insegnanti, evitando attriti, magari dovuti alla necessità dei genitori di vedere raggiunti risultati scolastici tangibili e immediati.

Numerosi alunni, in diversi momenti della loro carriera scolastica, sviluppano disagi particolarmente forti in relazione al distacco dalla famiglia o in rapporto al contesto della scuola. Talora questo disagio è solo temporaneo, associato al contatto con una nuova realtà (ad es. l'ingresso nella scuola media): se il bambino non è lasciato solo a se stesso, può superare bene la difficoltà senza che il suo apprendimento ne risenta.

In altri casi, invece, le difficoltà si mantengono più a lungo perchè legate a problemi emotivo-motivazionali , di notevole consistenza, di carattere più o meno generale, che hanno forti ripercussioni sugli esiti scolastici.

I problemi emotivo-motivazionali possono essere la diretta conseguenza di una difficoltà dell'apprendimento (che viene vissuta nel bambino con più o meno disagio), ma anche, viceversa, essere pregresse e dunque causa di un apprendimento difficoltoso.

Anche le caratteristiche di personalità individuali possono essere più o meno propizie all'apprendimento o alla capacità di affrontarne le difficoltà: coscienza di sé, persistenza, capacità di accettazione del proprio problema e di pianificare realisticamente i propri obiettivi, partecipazione ad attività sociali, reazioni adeguate allo stress e alle frustrazioni possono facilitare il superamento o la convivenza con eventuali difficoltà di apprendimento.





1 Autoefficacia: convinzione nelle proprie capacità di poter organizzare e realizzare un certo corso di azioni