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Emilio tadini (1927 - 2002) - opere

03/10/2009 Cesena
INAUGURAZIONE: sabato 3 ottobre ore 18.00

EVENTO ORGANIZZATO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA DEL CONTEMPORANEO

PROMOSSA DA AMACI ASSOCIAZIONE MUSEI D’ARTE CONTEMPORANEA ITALIANI



ORARI: 10 – 13 e 16 – 19.30 Chiuso Lunedì e martedì aperto ogni domenica

premessa: Emilio Tadini , nasce a Milano nel 1927. Pittore, scrittore, saggista, è stato uno dei pochi intellettuali italiani “completi”. Col suo linguaggio personalissimo e versatile ha saputo affrontare sia i temi più attuali della cronaca, sia le forme più arcaiche dell’immaginario occidentale, come mito e fiaba. Si laurea in Lettere, distinguendosi immediatamente fra le voci più vive ed originali nel dibattito culturale del dopoguerra, esordendo nel 1947 sulla rivista “Il Politecnico” di Elio Vittorini, pubblicando saggi, romanzi, poesie e monologhi, cui fa seguito un’intensa attività critica e teorica dedicata alle arti visive e alla letteratura anche dalle pagine del “Corriere della Sera”, divenendo in seguito uno dei migliori narratori nel panorama della letteratura contemporanea italiana, attività che correrà parallela alla produzione pittorica in tutta la sua vita. L’esordio come artista visivo arriva alla fine degli anni Cinquanta, la prima personale a Venezia nel 1961. Dal 1965 inizia la sua collaborazione con lo Studio Marconi di Milano, promotore delle nuove tendenze dell’arte da sempre, che sarà essenziale nella divulgazione artistica dell’opera del Maestro meneghino. Fin dagli esordi, Tadini sviluppa la propria pittura per grandi cicli, costruendo il quadro secondo una tecnica di sovrapposizione di piani temporali, in cui ricordo e attualità, tragico e comico, si intrecciamo in un continuo complesso gioco. Innumerevoli le sue esposizioni italiane e internazionali, in spazi pubblici, Musei e gallerie, da Parigi a Stoccolma, Bruxelles, Londra, Anversa, Stati Uniti e Sudamerica. Nel 1978 e nel 1982 è invitato alla Biennale di Venezia, e nel 1997 è nominato Presidente dell’Accademia di Brera a Milano restando in carica fino al 2000. Nel 2001 la città di Milano gli dedica una grande retrospettiva a Palazzo Reale, in quell’occasione gli resero omaggio esponenti del mondo della cultura fra i quali U. Eco, A. Jouffroy, A. C. Quintavalle. Si spegne nella sua città nel settembre 2002.

La Mostra : la stagione artistica 2009-2010, alla Galleria L’IMMAGINE di Cesena si apre quest’anno con uno dei maggiori artisti e intellettuali del dopoguerra, Emilio Tadini. Un linguaggio personalissimo e versatile il suo, col quale ha saputo affrontare i temi più attuali della cronaca, e le forme più arcaiche dell’immaginario occidentale, come mito e fiaba. Sono opere selezionate che percorrono, a partire dagli anni Settanta, alcuni dei cicli di rilievo sviluppati negli anni Ottanta e Novanta, con uno sguardo particolare rivolto verso la poetica del segno della matita e dell’acquarello, nei quali l’artista si diverte a giocare con i contorni della superficie pittorica appena abbozzati, sviluppando la rappresentazione alle volte all’interno del tracciato, altre all’esterno. L’universo in cui si immerge la pittura di Emilio Tadini a partire dagli anni Ottanta è quello di una narrazione per immagini che sfugge alla logica, che reca in se contraddizioni e una paradossale convivenza di innumerevoli elementi irriducibili a spazi logicamente ordinati, caratteristica fra le più evidenti è il volo o la sospensione a mezz’aria delle figure. Il posto dei piccoli valori, del 1980, una delle serie esposte, parla di oggetti di varia natura sparsi su di un piano, le piccole cose che ogni persona, svuotando le tasche la sera quando torna a casa, riversa su sul tavolo: i piccoli valori che scandiscono la vita di ognuno. Il ciclo dei Profughi, legato all’individuo, a qualcuno che lascia un posto e non sa dove andrà; uomini come pacchi postali, la cui stessa vita è decisa dalla destinazione apposta su di un cartellino. Nel ciclo Città italiana, Tadini rilegge lo spazio urbano della sua città, Milano, attraverso lo sguardo di alcuni pittori, uno fra tutti Mario Sironi, ma guarda anche quelle della Nuova Oggettività tedesca e le città dei surrealisti, di pittori come Delvaux e Magritte. Nell’evocazione narrativa della serie La Fiaba , Tadini si esprime attraverso il formicolio delle immagini e l’architettura di favola. Fiaba e realtà di completano in un teatrino filosofico disciplinato dal maestro d’orchestra in abito scuro con cappello e cilindro, e il protagonista è ancora lui, il pittore, l’artefice che cerca di mettere ordine, con la sua arte, al caos della vita. Emilio Tadini ha costruito, coi dipinti, e coi romanzi, una lunga storia, un sistema simbolico molto complesso che non può essere inteso se non misurando con le sue stesse parole lo spessore della pittura. Perché raramente le due lingue sono state così strettamente correlate. Una storia d’artista che rappresenta uno dei pochi momenti innovatori della nostra pittura al di fuori delle mode e dei consensi costruiti. Una mostra da vivere e meditare tra sogno e realtà.

Direzione: Maria Grazia Melandri


Indirizzo: piazza Aguselli, 42 Cesena
Data Inizio: 03/10/2009
Data Fine: 08/11/2009
Frequenza evento: