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Con lo spumante si apre un canale tra la cina e l'astigiano

enrica cerrato
canelli
Da un lato ci sono dieci milioni di persone, dall’altro diecimila o poco più: in mezzo due mondi all’opposto, ma tante opportunità che i canellesi non si vogliono perdere. Ecco la chiave di lettura del gemellaggio tra il distretto di Ganzhou e la capitale dello spumante, avviato l’anno passato (complice l’imprenditore Alessandro Aliberti della Durfo di Calamandrana), che ora sta entrando nel vivo. Parola d’ordine “fare business”, in una zona che potrebbe portare ad uno sbocco importantissimo per i settori enomeccanico e vinicolo. Se ne è parlato in questi giorni a palazzo Anfossi in vari incontri (dedicati ai due diversi settori), convocati dal sindaco Marco Gabusi con gli assessori Nino Perna e Giovanni Vassallo. Hanno partecipato una trentina di rappresentanti di aziende e viticoltori (compresi quelli dell’Associazione Moscato Canelli), e Andrea Ghignone per l’Enoteca regionale.
Foto delegazione


In sostanza gli amministratori hanno spiegato come sia stato aperto un canale istituzionale, che potrebbe fare da ponte per qualsiasi iniziativa le aziende vogliano prendere. Per la mentalità cinese è fondamentale infatti, quasi una garanzia, che dietro a chi si propone per fornire prodotti, ci sia lo Stato, anche rappresentato da un Comune, benché piccolo. E Canelli è ben posizionata: basta vedere l’importanza che a Ganzhou è stata data al viaggio degli amministratori nel novembre scorso. Spiega Gabusi: “La loro delegazione sarà nuovamente da noi a giugno e per quel periodo dobbiamo essere in grado di preparare un’accoglienza giusta e fare tavoli di lavoro con qualche progetto in mano”. Con lo scopo di offrire proposte tutto compreso per installare impianti di lavorazione dei prodotti e cominciare a far conoscere i vini, non solo come bevanda ma “fidelizzando” i cinesi al territorio di produzione. Dai produttori qualche perplessità ma anche molto interesse, come ha ribadito Andrea Ghignone presidente dell’Enoteca Regionale, “E’ occasione di sviluppo della cultura del vino e di promozione, con un progetto comune che ci deve coinvolgere tutti”. Tra le proposte operative la creazione di un punto degustazione e vendita, con annesso ristorante italiano, a Ganzhou. Dal Governo locale c’è già il via libera e il massimo sostegno e Gabusi non nasconde che se ci fosse la collaborazione della scuola alberghiera di Agliano sarebbe perfetto. “Lavoro da anni con la Cina – commenta Gianmario Cerutti, enologo e titolare di una piccola azienda vinicola – è un mercato particolare, non basta vendere qualche bottiglia con l’etichetta Moscato, perché il giorno dopo potrebbe arrivare un altro moscato non di Canelli e se i cinesi non conoscono la differenza, lo comprerebbero, magari perché costa meno. Sono convinto che sia un lavoro lento di preparazione, ma potrebbe dare ottimi frutti”. Forse più facile entrare su un mercato che ha “fame” di tecnologia nel settore alimentare, per l’industria enomeccanica. “A patto che lavoriamo insieme, tra varie aziende”, sostiene Cristiano Careglio, che ha partecipato all’incontro in rappresentanza della Poggio, all’avanguardia nel mondo delle macchine pulitrici e sanificatrici dei contenitori (dalle bottiglie alla cosmetica).

“E’ un’iniziativa importante – aggiunge – e non ci deve spaventare se presentiamo progetti tutto compreso”. E fa esempi: nell’area di Ganzhou si producono arance per succhi di frutta, che vanno imbottigliati per la vendita. “Un settore in forte sviluppo in cui lavorano centinaia di migliaia di persone, che necessitano anche di altri servizi come l’inscatolamento di cibi e bevande”. E con un po’ di fantasia e intraprendenza, la scommessa si potrebbe vincere. Per ora il prossimo passo è arrivare a giugno con progetti concreti, da presentare alla delegazione cinese.

FONTE : //www.lastampa.it/2013/02/11/edizioni/asti/con-lo-spumante-si-apre-un-canale-tra-la-cina-e-l-astigiano-LTgnKmtmSJlHQHbdfQtcLL/pagina.html