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Intercettazione mal interpretata: commerciante in custodia cautelare per oltre 2 mesi per essere assolto con formula piena "perché il fatto non sussiste"



Era mozzarella di bufala, non droga
commerciante arrestato poi assolto

Una intercettazione mal interpretata, Ottavio Stefanini finito alla sbarra dopo aver parlato al telefono con un indagato, messo sotto intercettazione in un'altra inchiesta della procura su un giro di droga

di FRANCESCO SALVATORE (da La Repubblica Roma.it)
Era mozzarella di bufala, non droga commerciante arrestato poi assolto "Ottavio, si rimedia una treccia di bufala da 20 euro?". Una intercettazione mal interpretata, una perquisizione al cui esito esce fuori qualche grammo di hashish e un commerciante di mozzarelle che viene arrestato per spaccio di stupefacenti, e che si fa quattro giorni di carcere e due mesi e mezzo ai domiciliari. Questi gli elementi della vicenda giudiziaria di Ottavio Stefanini, commerciante di Selci, vicino Rieti, finito alla sbarra dopo aver parlato al telefono con un indagato, messo sotto intercettazione in un'altra inchiesta della procura su un giro di droga. Due giorni fa il gup Giacomo Ebner lo ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, dopo che il pm aveva chiesto il giudizio immediato per lui e per il suo interlocutore telefonico, Alessandro Bernardini, condannato, invece, a 2 anni e 8 mesi per detenzione.

La vicenda inizia otto mesi fa. Stefanini, il 17 marzo, viene sentito al telefono mentre prende un'ordinazione. All'ascolto c'è la polizia giudiziaria, incaricata di registrare le chiamate di Bernardini, indagato in una diversa indagine di droga. L'oggetto della telefonata fra i due è "una treccia di bufala da 20 euro". Una frase che, letta nel contesto dello spaccio di stupefacenti, potrebbe prestarsi a fraintendimenti.

Stefanini, però, vende mozzarelle. Insieme al padre ha una ditta a Selci, nei pressi di Rieti. Un mese più tardi, il 24 aprile, i vigili urbani che si occupano dell'indagine lo vanno a perquisire: alle 5 e mezza di mattina lo cercano a casa e poi al lavoro ma lui è già uscito con il furgone per fare le consegne. Alla fine riescono a trovarlo. Scatta la perquisizione, nell'appartamento dove vive con i genitori: gli trovano poco più di 10 grammi di hashish e lo arrestano. Nel verbale, però, i vigili gli contestano anche la detenzione di cocaina, oltre che il possesso di bilancini per la pesatura. Cose che erano state sequestrate, però, all'altro indagato Bernardini.

A quel punto Stefanini va in carcere. All'interrogatorio di garanzia si professa innocente, dicendo di essere un commerciante di mozzarelle e non uno spacciatore. Sta quattro giorni in cella e poi viene mandato ai domiciliari in casa dello zio, con il divieto di incontrare i familiari. Due mesi e mezzo passano così, fino all'udienza del Riesame, in cui il suo avvocato, Raffaele Magliaro, chiede che venga rimesso in libertà.
I giudici non ci pensano due volte e lo scarcerano lo stesso giorno. Per entrambi gli indagati, però, qualche mese dopo viene disposto il giudizio immediato con l'accusa di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti. A fine novembre si trovano davanti al gup Giacomo Ebner, che mette la parola fine alla storia: condanna Bernardini a 2 anni e 8 mesi e assolve Stefanini, commerciante di mozzarelle, con formula piena, "perché il fatto non sussiste". Tags TAG mozzarelle , bufala , droga