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Pedofilia online cosa possono fare le aziende

Un imprenditore genovese lancia un’idea per coinvolgere le aziende nella lotta alla pedofilia online

14 ottobre 2009 - GENOVA -

E’ risaputo che la preoccupazione principale degli imprenditori è fare business, specialmente in un momento difficile per l’economia come questo, in cui sono costretti a ridurre il budget di spesa dell’azienda per salvare l’occupazione.

In questo contesto, anche i migliori impresari che sono noti per il loro impegno e sostegno nel sociale, fanno fatica a destinare dei fondi per tale scopo.

E’ possibile motivare le imprese per coinvolgerle nella lotta contro la pedofilia online?

Giorgio Sgarra amministratore della Safe Network di Genova, una società che si occupa di sicurezza informatica, che ha fatto della lotta alla pedofilia online uno dei suoi principali impegni, ha avuto un’idea semplice ma che si sta rivelando vincente:il progetto Web Control.

Di cosa si tratta? E’ lo stesso Sgarra a illustrarlo.

“Internet offre un’inesauribile fonte di dati, fa fare nuove conoscenze. Purtroppo, in un sistema frenetico e tecnologico come quello odierno, i lati oscuri della rete, tra cui anche la pedofilia online, non vengono presi in considerazione. Mi sono allora chiesto cosa avrei potuto fare di pratico per dare un contributo alla limitazione di questo fenomeno, in aggiunta al lavoro di tante associazioni serie che si occupano del problema. In un primo momento ho pensato di iscrivermi ad una di queste o addirittura crearne una nuova, ma le associazioni , salvo qualche eccezione, per poter sopravvivere e svolgere la loro missione sono costrette a chiedere un’adesione che spesso comporta il pagamento di una tessera associativa, delle donazioni volontarie o il 5 per mille. Le aziende in generale, vedono questo problema come qualcosa di lontano e di astratto e non sono interessate a trovare soluzioni fino a quando non hanno un coinvolgimento economico. Per potermi differenziare, ho cercato di creare un servizio nuovo ma gratuito. Ho creato una rete di collaboratori di aziende serie ed accreditate sul mercato, alle quali si stanno unendo con entusiasmo anche amministratori locali, personalità dello sport e semplici cittadini nel divulgare l’idea.
Ogni impresa diviene finanziatrice di se stessa e utilizza come target, per fare informazione, i soggetti con i quali opera quotidianamente: dipendenti, collaboratori, clienti , fornitori, ecc.. Compito dell’impresa diviene quello di illustrare ai vari interlocutori in modo semplice i pericoli del web e le possibili soluzioni. Non vengono richiesti grandi sforzi e neppure denaro. L’informazione – continua Sgarra - diviene il primo canale di prevenzione sul quale operare: nel sito o nelle e-mail possono essere inseriti banner o comunque notizie utili ai genitori a proteggere i loro bambini , nella posta tradizionale o unitamente alle fatture, comunicazioni, buste paga, ecc. può essere incluso un pieghevole che illustra le problematiche legate all’uso di queste straordinarie Nuove tecnologie. Questo permette un passaparola generale tra i soggetti coinvolti che a loro volta, se soddisfatti del messaggio ricevuto, ne parlano ad altri”.
Diverse le aziende e associazioni liguri stanno aderendo, ad esempio la multinazionale Primeur, il Gruppo Rimorchiatori Riuniti del porto di Genova, il Cral Amiu, Il Genoa C.F.C ecc. A livello nazionale il gruppo Doimo City Line, il campione di rally Luca Betti e la nota giornalista Maria Cristina Giongo del Il Cofanetto Magico.

Ufficio StampaSafe Network SRL