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Comunicati Stampa

Abuso sui minori e disagio psicologico - attività espressive educative nella relazione di aiuto e recupero

INTRODUZIONE

Il tema che vado a sviluppare in questo lavoro, nasce da un vivo interesse e da una particolare sensibilità nei confronti dei problemi del maltrattamento e dell’abuso sessuale sui minori, oltre che da un forte interesse verso gli interventi di prevenzione rispetto ad ogni forma di violenza all’infanzia e di riabilitazione all’infanzia abusata. Davanti alla realtà dell'abuso, troppe sono ancora oggi le persone che chiudono gli occhi, spaventati dal proprio senso di impotenza; lasciando i bambini soli con se stessi e privandoli quindi di ogni possibile aiuto. L’abuso sui minori è un comportamento deviante che nell’ordinamento italiano si concretizza come reato. In questo lavoro ho voluto prima di tutto sottolineare come l’inquietante tema del maltrattamento e dell’abuso sui minori sia sempre esistito ma sia emerso con particolare insistenza in questi ultimi anni. Nel nostro paese l’abuso infantile è diventato oggetto d’indagine solo da pochi anni. Questa rinnovata attenzione all’infanzia violata ha aiutato a superare molti tabù e a rimuovere l’omertoso silenzio che circondava situazioni così drammatiche. È un fatto positivo che oggi si riconosca che i rapporti tra adulto e bambino non sempre sono improntati all’affetto e al rispetto, che, al contrario, la tenerezza e la protezione verso l’infanzia molto spesso lasciano il posto alla violenza e alla sofferenza, e che il bambino, invece di essere considerato come un soggetto di diritto da tutelare, diventa una mera risorsa e una proprietà atta a soddisfare le esigenze dell’adulto. Da questa trasformazione culturale è derivata anche una diversa valutazione degli abusi che, da atti criminosi ed antisociali, sono stati interpretati come espressione di un disagio emotivo che riguarda non solo l'abusato, ma anche l'abusante e tutta la famiglia del minore, con un coinvolgimento, accanto all'ambito del diritto, di quello delle "emozioni" e della clinica psicologica e psichiatrica. La "diversa ottica" con cui viene osservato il bambino ed i soprusi che egli può subire, insieme alla diffusione della nuova cultura e dei nuovi stili di vita, hanno tolto il limite secondo cui il maltrattamento infantile era circoscritto a quello fisico e sessuale, per sottoporlo così ad un'interpretazione più ampia in cui vengono presi in considerazione anche la trascuratezza e gli abusi psicologici. Si è passati dalle prime descrizioni della "sindrome del bambino battuto" all'individuazione di forme di violenza più difficilmente riconoscibili ma a volte molto più gravi e devastanti non solo a livello fisico, ma soprattutto nello sviluppo emozionale e psichico del minore. È molto importante che la nostra società riconosca questo male ed agisca per prevenirlo, sviluppando una cultura di reale attenzione al bambino e ai suoi bisogni, anche attraverso corsi di formazione rivolti ad operatori dei servizi socio - assistenziali, sanitari ed educativi, associati ad una sensibilizzazione ed informazione dell’opinione pubblica sul fenomeno. Il caso più frequentemente riscontrato è l’incesto che comprende tutti i rapporti di natura sessuale intervenuti tra persone legate da vincoli di sangue. Attraverso la consultazione di alcuni testi, ho cercato anche di capire chi e come siano i genitori che maltrattano i propri figli e riporto che non esiste il genitore abusante ma la famiglia abusante. Ho preso in considerazione anche i dati inerenti i casi segnalati all’autorità giudiziaria e la situazione a livello nazionale, al fine di avere una stima sulla diffusione del fenomeno, poiché prima di focalizzare l’attenzione sul “che fare” è necessario “sapere”, cioè divenire consapevoli dell’esistenza di questa sofferenza nascosta, saperla riconoscere e non avere paura di affrontarla, ma farsene carico promuovendo azioni preventive che riducano l’incidenza del problema. L’abuso è sempre un trauma per la vittima, a maggior ragione quando questa è una persona in crescita, come nel caso di un minore. Ovviamente, le conseguenze di questo evento traumatico sono diverse visto che dipendono da fattori variabili, quali l’età di vittima e aggressore, la relazione esistente fra i soggetti coinvolti, la durata dell’abuso, il livello di sviluppo fisico e cognitivo del minore. Di conseguenza, anche gli interventi a favore della vittima dovranno essere diversificati. In questa tesi il fenomeno degli abusi sui bambini, nelle diverse forme in cui si manifestano, viene trattato in maniera interdisciplinare con approcci di tipo psico - sociologico, criminologico e giuridico. Curare e soprattutto prevenire la violenza è possibile. Per fare ciò, occorrono figure professionali (psicologi, educatori, assistenti sociali…) preparati ed attenti, che conoscano la problematica e che siano in grado di gestire le relazioni sia con il minore che con la famiglia. Sono state esaminate le diverse tipologie di setting trattamentale, quale quello individuale, di gruppo, familiare e l’approccio della psicoterapia breve ad orientamento strategico. Questo fa dunque capire che non possono essere applicate rigide regole a tutti i casi di abuso su minori, in quanto ogni situazione ha le sue specificità che devono essere considerate per l'applicazione delle adeguate decisioni. F arò una presentazione dettagliata anche della figura dell'abusante e delle dinamiche proprie della pedofilia e dell'incesto. Un'attenzione particolare è rivolta alle conseguenze psicologiche dell'abuso sul bambino, sul disagio ed ai segnali comportamentali, relazionali, cognitivi e fisici che può manifestare in seguito alla violenza. Lo stimolo ad approfondire tale tematica deriva anche dall’attività che ho svolto come tirocinante presso il centro accoglienza residenziale del Tetto azzurro – “Giorgio Fregosi” per minori soggetti ad abuso e maltrattamento e nella ludoteca Gaia, destinata ad accogliere anche minori disagiati. Inoltre nasce dalla necessità di acquisizione di maggiori conoscenze teoriche e metodologiche sull’argomento, al fine di essere maggiormente preparata ad affrontare un lavoro che abbia a che fare con tali utenti. Infatti aspiro ad agire come educatore di una casa famiglia per minori in situazioni problematiche ed essere quindi in grado di lavorare in un’ottica di integrazione e di interdisciplinarietà con altre figure professionali, realizzando le strategie di intervento più adeguate a gestire tali situazioni complesse per i motivi precedentemente menzionati. Ho deciso di riportare i casi dei minori abusati che ho conosciuto durante la mia esperienza professionale presso il centro provinciale Tetto azzurro – “Giorgio Fregosi” e dei minori disagiati con cui sono stata a contatto durante le ore di tirocinio che ho svolto nella ludoteca. Entrambi le strutture si trovano a Roma. Mi sono concentrata molto sulle attività educative - espressive a cui ho avuto modo di partecipare oltre che di osservare, durante le ore di tirocinio in tutte e due le strutture. Ho maturato una maggiore consapevolezza di come esse siano molto utili sia per rilevare la presenza di violenza che per intervenire adeguatamente ad aiutare il minore in seguito ad una rivelazione di abuso offrendogli occasioni concrete e quotidiane di condivisione dei propri sentimenti di rabbia, dolore, collera, impotenza, prodotti dal trauma dell’abuso, con un adulto capace di tollerarli mentalmente e di aiutarlo a compiere i primi passi verso la rielaborazione costruttiva dell’esperienza subita. Tra le diverse tecniche espressive – educative vengono descritte quelle di training che aiutano a lavorare sull’individuazione, a liberarsi dalla paura del “nemico”; le tecniche di drammatizzazione che aiutano a trasformare il contenuto di un conflitto o di un problema in una azione scenica; lo psicodramma e il sociodramma pedagogico, la fiaba, il disegno, la musica e la danza educativa - terapeutica…

Valentina Martucci