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Comunicati Stampa

Un anno di indennizzo diretto (da blog di stefano mannacio)

Aspettative deluse da parte degli assicurati e delle vittime della strada. E’ necessario un esecutivo di “larghe intese” per abolire la procedura. Richiesta l’abrogazione degli artt. 149 150 del Codice delle Assicurazioni, lo scioglimento del CNCU (Consiglio nazionale Consumatori e Utenti) e l’abrogazione dell’art. 136 del codice del Consumo. No al forum ANIA - CONSUMATORI

L’indennizzo diretto compie un anno. A festeggiare non c’è più il Governo che ha varato il regolamento attuativo dell’infausta procedura, nè la maggioranza che, nel settembre 2005, dopo un bliz estivo in Commissione Finanze, ha varato quel codice delle assicurazioni che contiene la norma sul risarcimento diretto.

Un anno fa la procedura è entrata in vigore con i peana delle Associazioni dei Consumatori del CNCU, presiedute per legge dal Ministro dello Sviluppo Economico , che garantivano immediate e mirabolanti riduzioni dei premi assicurativi e, come ulteriore beneficio, la rottamazione della categoria professionale dei patrocinatori stragiudiziali, considerata capro espiatorio di tutti i mali del sistema RC Auto italiano, le cui opinioni e proposte, sagge e, alla luce dei fatti, lungimiranti, non sono mai stata prese in considerazione.

Si parlava di un mondo iperuranio, di un nuovo Eden, dove gli assicurati avrebbero beneficiato, dalla sera alla mattina, del 10, 15, 20% di riduzione dei premi, e le Vittime della Strada a risarcimenti equi e tempestivi.

Un anno è passato. L’indennizzo diretto resta, immarcescibile, nonostante le sue “magnifiche sorti e progressive” siano state abbondantemente deluse, se è vero, come è vero, che la nuova strategia di comunicazione per difendere la norma sia di dichiarare non che i premi sono diminuti, ma che non sono aumentati!!

Affermazione del tutto discutibile in quanto i premi non solo non si sono ridotti, né si riduranno, ma, anzi, sono stati registrati dei rialzi.

I governi passano ma restano saldamente ancorati alla loro poltrona i Presidenti delle Associazioni dei consumatori, segnatamente di Adiconsum, Adusbef. Federconsumatori , che hanno voluto questa norma come culmine di un progetto normativo, partito nel 2001, frutto di intese e accordi tra associazioni e compagnie, il cui risultato fallimentare è rappresentato da: tagli ai risarcimenti del danno alla persona, premi in aumento, profitti record delle assicurazioni e aumento del livello di concentrazione del mercato assicurativo, ormai dominato da quattro operatori.

Per celebrare tale “successo” proprio oggi alcune associazioni dei consumatori, quelle citate in primis, hanno accettato di partecipare ai lavori di un forum ANIA - CONSUMATORI guidato dal presidente della Associazione delle Compagnie!

E l’indipendenza, pietra angolare del consumerismo, dove è finita?

Per riferire di tale novità un giornale titola “ Assicurazioni e Consumatori fanno pace “. E quando mai si sono fatti la guerra?

Ricordiamo che con il risarcimento diretto si è anche voluta far passare l’idea che il danneggiato abbia perso il diritto all’assistenza di un patrocinatore indipendente, così dicono le associazioni dei consumatori, così pare essere il messaggio delle compagnie ai loro clienti al fine di rendere l’informazione sui delicati e complessi diritti delle Vittime della Strada il più possibile asimmetrica.

La prassi attuale dimostra, al contrario, che il diritto all’assistenza continua ad essere di fatto garantito da una lettura non banale della norma, dai pareri dell’ufficio legale dell’ANIA e dell’ISVAP e da una recente giurisprudenza, in via di consolidamento, che ha affermato la sostanziale non obbligatorietà della procedura.

Il ripristino, faticoso ma costante, dei diritti del danneggiato ad una assistenza indipendente è oscurato da una propaganda che tende a mettere la volpe a guardia del pollaio, la Compagnia di assicurazione nel ruolo paradossale di dover fornire il massimo dell’assistenza e informazione al danneggiato per erogare il risarcimento più equo possibile e, allo stesso tempo, massimizzare i profitti, ovvero minimizzare i costi dei risarcimenti stessi.

Per queste ragioni, un nuovo governo, pre o post elettorale, dovrebbe farsi carico di cancellare la norma o, almeno, apportare quelle necessarie modifiche tese a migliorare la tutela e i diritti delle vittime della strada, suggerite da tempo al legislatore con vari progetti di legge.