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Donazione del sangue cordonale

Il sangue cordonale é il sangue che residua nei vasi cordonali e placentari dopo che il cordone ombelicale del neonato é stato reciso. Questo sangue, che normalmente viene scartato assieme allaplacenta, ora può essere raccolto, conservato e donato.
Il sangue cordonale é ricco di "cellule staminali emopoietiche" dalle quali originano durante il corso della vita tutte le cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

Le cellule staminali sono cellule del nostro corpo che non hanno ancora deciso cosa faranno da grandi.

Esistono due tipi di cellule staminali;

le cellule staminali embrionali che durante la gravidanza genereranno tutti organi ed i tessuti del nostro corpo e sono perciò totipotenti;

e le cellule staminali adulte, che sono limitate a diventare solo i tessuti degli organi dove sono generate.

Le cellule staminali oggi più conosciute sono quelle del midollo osseo e del sangue. Queste cellule sono dette monopotenti.

Il sangue del cordone ombelicale è estremamente ricco di cellule staminali adulte che, a differenza delle cellule del midollo osseo o del sangue adulto, discendono direttamente dalle cellule staminali embrionali e mantengono la peculiare capacità di potersi differenziare in molti tipi di linee cellulari (plasticità), vengono per questo definite multipotenti.

Alla nascita le cellule staminali possono essere raccolte attraverso una procedura totalemente indolore e sicura sia per il neonato che per la madre e presentano un enorme vantaggio: sono cellule del bimbo e non generano quindi crisi di rigetto in caso di utilizzo per una terapia.

Il sangue cordonale può essere utilizzato a scopo trapiantologico, in alternativa al midollo osseo, per la cura di diverse patologie ematologiche, immunologiche e oncologiche.
La donazione del sangue cordonale non comporta rischi né per la madre né per il bambino; esso viene raccolto dopo la nascita del bambino e la raccolta può avvenire sia dopo parto naturale sia dopo parto cesareo.

È importante donarlo può aiutare a salvare la vita di altri bambini ammalati di malattie del sangue, malattie immunologiche, neoplasie e inoltre può contribuire alla Ricerca sulla cura di numerose malattie che ancora oggi ci affliggono.
L’adesione alla donazione del sangue cordonale può essere effettuata dalla 35° settimana di gravidanza.

Donazione pubblica o Conservazione privata

A tutt'oggi la donazione del sangue cordonale è l'unica terapia per alcune gravi patologie.

Ecco perchè conservare il sangue del cordone ombelicale è un atto previdente per tutelare la felicità futura dei propri bimbi, ed è una forma di altruismo quando donandolo, possa servire ad aiutare una persona meno fortunata.

Attraverso il trapianto di cellule staminali è possibile salvare e migliorare la qualità della vita di molti pazienti.

La donazione del cordone ombelicale presso una Banca Pubblica a scopo terapeutico è un generoso atto di grande utilità e costituisce ormai da tempo una procedura ampiamente acquisita nella pratica clinica.

Il campione di sangue cordonale viene conservato con lo scopo di poter, nel caso sia necessario, essere utilizzato per un paziente compatibile (trapianto allogenico).

Il grado di compatibilità non è mai totale ma, secondo l'urgenza, se ne decide l'utilizzo a scopo terapeutico.

Esistono 18 Banche Pubbliche ma non in tutte le Regioni sono presenti, e la possibilità di donare non è automaticamente certa, ma varia in base a moltissimi fattori.

Per evitare gli alti costi di gestione, conservazione e prelievo, le Banche Pubbliche adottano criteri di selezione molto rigidi e conservano solo una piccola percentuale dei campioni prelevati.

Purtroppo molti di questi campioni rimangono per lungo tempo in attesa di essere tipizzati e quindi sono inutilizzabili per un trapianto.

Fortunatamente esiste un alto senso di solidarietà nella nostra Società, con un numero sempre crescente di donatori di midollo osseo e di cordone ombelicale, ma la possibilità di trovare un donatore compatibile rimane comunque bassa.

Evidenziando che nel trapianto allogenico, cioè donatore estraneo, l'eventualità di un rigetto è sempre possibile, va sottolineato anche il fattore tempo; per poter ricevere il campione compatibile, infatti sono necessari circa 4/5 mesi, con le conseguenti problematiche relative all'aggravamento della patologia per il paziente.

In alcuni casi oggi per malattie di origine genetica, un trapianto allogenico è l'unica possibilità terapeutica. Mentre per diverse patologie un trapianto da cellule autologhe (cellule prelevate dallo stesso paziente) rimane l'unica soluzione.

Oggi, grazie alla formula Autologa-Solidale, si può soddisfare l'esigenza autologa che quella allogenica.

Le Cellule Staminali

Molte malattie derivano dall’alterazione di funzioni cellulari o dalla distruzione di tessuti del corpo, le cellule staminali ematopoietiche (CSE) sono le cellule progenitrici di tutte le cellule del midollo osseo e del sangue periferico e provvedono a sostituire continuamente globuli rossi, globuli bianchi e piastrine che giungono al termine del loro ciclo vitale.

Le cellule staminali del cordone ombelicale possono essere trapiantate e sono in grado di rigenerare un nuovo sistema ematico completo e mantenerlo per gli anni a venire.

La normale sede funzionale delle CSE dopo la nascita e per tutta la vita, è il midollo osseo che ne contiene complessivamente circa 1 milione o poco più. Un’altra fonte importante di CSE è il sangue del cordone ombelicale.

Il progresso scientifico e la ricerca:

IERI:

Nel 1988 per la prima volta, le cellule da cordone ombelicale salvano la vita ad un bambino. Il piccolo ha solo 5 anni ed è affetto da anemia di Fanconi. Da allora sono stati effettuati nel mondo più di 20.000 trapianti di cellule staminali da sangue cordonale.

Nel 1992 il Dr Davis Harris conservò il sangue del cordone ombelicale del suo bambino appena nato, è da allora si gettarono le basi per la creazione di banche private del cordone ombelicale.

OGGI:
Attualmente con le cellule staminali si possono curare diverse patologie:

varie forme di anemie e patologie del sistema sanguigno;

sindromi mielodisplastiche e mielomi;

disordini del metabolismo;

leucemie;

linfomi;

neuroblastoma;

retino blastoma;

tumori del midollo osseo

Ogni anno vengono fatti circa 50.000 trapianti con le cellule staminali da cordone ombelicale, da midollo osseo e da sangue periferico.

DOMANI:
Attualmente sono in corso molte ricerche per lo studio di nuove terapie per curare diverse patologie. Infatti, la ricerca sta facendo passi da gigante per quanto concerne la cura di:

carcinoma del fegato;

tumore dei testicoli;

tumore del seno;

sclerosi multipla;

parKinson;

alzheimer;

diabete di tipo 1

Inoltre ci sono evidenti progressi sulle applicazioni delle cellule staminali nel campo della medicina rigenerativa. Questi evidenziano la possibilità di curare in futuro altre diverse patologie.

cirrosi epatica;

rigenerare il tessuto del miocardio;

riparare i vasi sanguigni;

riparare il tessuto cerebrale;

PERCHÈ CONSERVARE LE CELLULE STAMINALI DEL CORDONE OMBELICALE?

la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale del vostro bambino è molto simile ad una sorta di “assicurazione biologica”.

Tali cellule potrebbero infatti essere utili non solo al bambino a cui sarebbe garantita per l’intera esistenza la disponibilità di campioni di cellule perfettamente compatibili, ma anche ad altri membri della famiglia, risultando esse compatibili con quelle di fratelli e sorelle in un caso su quattro. Va inoltre considerato che il continuo evolversi della ricerca medica rende sempre più preziosi i campioni di cellule staminali.

Già oggi è infatti possibile utilizzare le cellule staminali per curare un gran numero di malattie e la quantità di studi clinici in corso mostra l’interesse per questa nuova branca della medicina, la medicina personalizzata.

SI POSSONO GIÀ USARE LE CELLULE STAMINALI PER TERAPIE?

Le cellule staminali si utilizzano già oggi su oltre un centinaio di malattie sia come trattamento già approvato, che per studi clinici per nuove terapie o per studi sperimentali.

Le cellule staminali del cordone ombelicale sono state già usate in bambini e adulti per curare il diabete di tipo 1, varie forme di anemie, leucemie e linfomi, i morbo di Hodgkin, retinoblastomi e neuroblastomi, talassemia major, spasmi tumori e ischemie cerebrali, sindromi di Sanfilippo Hurler Wolman e Wiscott Aldrich e la neutropenia congenita grave.

Sono in corso inoltre studi sull’utilizzo di queste cellule per curare il morbo di Parkinson e l’Alzheimer.

È interessante notare come tutte queste malattie siano di origine degenerativa, cioè che dovrebbero presentarsi nella vecchiaia. È quindi importante preservare le proprie cellule per un futuro utilizzo tra 40, 50 o 60 anni.

COME AVVIENE LA CRIOCONSERVAZIONE?

Al parto il sangue cordonale viene raccolto utilizzando l’apposito kit fornito ai genitori. Il sangue viene spedito via corriere dedicato al laboratorio di lavorazione dove le cellule staminali vengono estratte e contate. Allo stesso tempo si procede con esami batteriologici e virali per scongiurare qualsiasi contaminazione che causerebbe l’immediata distruzione del campione. Non si possono infatti conservare campioni infetti. Se il numero di cellule staminali è sufficiente, cioè superiore alle 100'000 cellule vive, si procede con la prima fase del processo di conservazione che consiste nel portare le cellule con un sistema computerizzato da temperatura ambiente ad una temperatura tra i -80°C ed i -120°C. Di seguito i campioni sono stoccati nel contenitore definitivo dove sono immersi

nella fase gassosa dell’azoto liquido che mantiene una temperatura stabile di -196°C.

PER QUANTO TEMPO SI POSSONO CONSERVARE LE CELLULE?

Il periodo di crioconservazione è pressochè indefinito. Una volta depositate a -196°C nella fase gassosa dell’azoto liquido le cellule cessano qualsiasi attività biologica restando “in stasi”. Presso i centri si stoccano i campioni di cellule staminali per un primo periodo di 30 anni rinnovabile a scadenza. La situazione ideale che ci piacerebbe vedere è che i vostri figli tra 90 o 100 anni, dopo aver vissuto una vita piena di gioie e soddisfazioni, donino le loro cellule al sistema pubblico permettendo a persone meno fortunate di beneficiarne.