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Guida per la gestante 5

Dopo il parto

Dopo il parto - sia vaginale che cesareo - la puerpera viene tenuta sotto osservazione per due ore prima di essere trasferita in stanza. Ciò serve a diagnosticare tempestivamente complicazioni che raramente potrebbero presentarsi (soprattutto emorragiche).

In reparto verrà poi controllata quotidianamente dall’ostetrica, mentre il giro mattutino del ginecologo e del pediatra hanno lo scopo di verificare che tutto proceda normalmente e di dare informazioni alla donna sulla propria salute e su quella del neonato.

Dal lato emozionale sarebbe molto utile che il neonato venisse lasciato vicino alla madre almeno per le prime ore di vita e che anche in seguito fossero limitati i periodi di allontanamento.

Nelle maternità ospedaliere si adotta frequentemente l’abitudine di separare madre e bambino. Poco dopo la nascita il bambino viene trasferito in un altro reparto. NIDO o NURSERY è il locale dove vengono di solito portati i neonati. Il bambino che deve essere allattato viene portato alla madre solo dopo diverse ore.

Tuttavia in alcune di queste maternità esiste la possibilità del ROOMING-IN, situazione in cui durante il puerperio la madre può tenere accanto a sé nella stessa camera il neonato per la maggior parte della giornata (con la possibilità dell’allattamento a richiesta). Durante le ore notturne il neonato viene trasferito al nido, per essere poi riportato alla mamma per la prima poppata del giorno successivo.

In puerperio si controllano:

- pressione arteriosa

- frequenza cardiaca

- temperatura corporea (inguinale)

- minzione

- condizioni dell’utero

- lochiazioni (le perdite vaginali)

- condizioni della ferita (episiotomica o laparotomica)

- esami del sangue (per controllare lo stato anemico, la compatibilità del sangue materno con quello del bambino e test infettivologici)

Le pazienti con gruppo sanguigno Rh negativo il cui partner è Rh positivo, dovranno praticare entro 72 ore dal parto un’iniezione intramuscolare di immunoglobuline specifiche (nei casi in cui anche il sangue del bambino sia Rh positivo), per proteggersi da possibili guai nelle gravidanze future.

La puerpera può fare la doccia e lo shampoo. Una perdita di capelli più abbondante del normale non deve destare preoccupazione (erano cresciuti di più durante la gravidanza). L’igiene genitale deve essere particolarmente accurata: lavare con fluido detergente a pH fisiologico ed asciugare bene i genitali esterni. Non serve praticare lavande interne.

I punti della ferita episiotomica solitamente non devono essere rimossi, in quanto si dissolvono spontaneamente dopo una decina di giorni, quando la ferita è ormai quasi completamente guarita. Se la ferita episiotomica risultasse particolarmente fastidiosa:

Urinare nel bidet, indirizzando il getto d’acqua corrente sui genitali

Asciugarsi con cura, tamponando (eventualmente usare l’asciugacapelli)

Dormire senza mutande né assorbenti (basta disporre un asciugamano di spugna sotto il bacino)

Utilizzare rigorosamente solo assorbenti in puro cotone idrofilo e garza (reperibili in Farmacia)

Cambiare molto spesso tali assorbenti (non aspettare che siano intrisi)

N.B. Non serve mettere creme locali sulla ferita (se non altrimenti consigliato dal ginecologo).

La dimissione della mamma coincide di norma con quella del suo bambino.

Alla dimissione la puerpera viene solitamente invitata ad una visita di controllo dopo circa 40 giorni.

In quella occasione si effettuerà:

- visita ginecologica

- rilevazione del peso corporeo

- rilevazione della pressione arteriosa

- dialogo su contraccezione e su programmazione del Pap test

L’allattamento

L’allattamento al seno è la soluzione migliore per la salute del bambino, ma è altrettanto importante sentirsi felici e convinte di questa scelta. Il latte materno contiene tutto ciò di cui il bambino ha bisogno, è facilmente digeribile e ben tollerato a livello intestinale.

Contiene calcio, proteine e zucchero nella giusta proporzione. Contiene inoltre gli anticorpi, che proteggono il neonato da raffreddore, tosse, infezioni polmonari e gastrointestinali, etc.

I bimbi allattati al seno vanno anche meno facilmente incontro a stitichezza, allergie, tendenza ad ingrassare. Il latte è sempre disponibile, alla giusta temperatura e si adatta alle mutevoli necessità del bambino. Tutto ciò è ancora più importante se il bimbo è nato prematuro. Altri benefici sono:

costo nullo

praticità (non occorre preparare i biberon, lavarli e sterilizzarli)

comodità (specialmente nelle ore notturne)

ritorno più rapido dell’utero alle condizioni normali (involuzione uterina)

ritorno più rapido della mamma al peso pregravidico (poiché si consumano calorie materne)

La grandezza e la forma delle mammelle non influiscono sulla loro capacità di produrre latte. Il capezzolo invertito a volte può costituire un problema, ma anche in questo caso sarà spesso possibile allattare al seno.

Per preparare adeguatamente i capezzoli all’allattamento è consigliabile massaggiarli prima con un asciugamano asciutto e, più avanti, con un guanto di crine. È importante mantenere ben pulita l’areola mammaria, per impedire l’eventuale ingresso di germi patogeni. Lavare spesso il seno ed i capezzoli anche semplicemente con acqua. Occorre evitare i prodotti che rendono la pelle secca.

L’alimentazione durante l’allattamento deve essere varia, di facile digeribilità, di alto valore nutritivo e costituita da alimenti che non facciano passare nel latte sostanze che possano renderlo di sapore sgradevole o sostanze tossiche (conservanti, additivi, coloranti).

La madre che allatta ha bisogno di sostituire i liquidi che perde allattando. Il consiglio è quello di bere molto.

Cibi da evitare in puerperio: aglio, asparagi, cipolle, cavoli, melanzane, carciofi, crauti, peperoncino, spezie, selvaggina. Non sono alimenti dannosi ma, a causa del loro sapore forte, possono modificare il gusto del latte materno e renderlo qualche volta sgradito al neonato. Fragole, uova crude e frutti di mare potrebbero causare allergie in soggetti predisposti.

Bibite alcoliche e caffè in dosi eccessive sono invece proprio da evitarsi.

Per i primi giorni dopo il parto la mammella produce colostro, un liquido giallastro contenente anticorpi e sostanze nutritive. Dopo circa 3-4 giorni inizia la produzione di latte (montata lattea). Questo è un fenomeno imponente e può qualche volta risultare doloroso. È caratterizzato da un particolare turgore delle mammelle accompagnato da congestione, aumento della temperatura locale, senso di fastidiosa tensione. Superata la fase iniziale, che in genere dura circa 24-48 ore, se il neonato esercita regolarmente la suzione, i sintomi clinici della montata lattea regrediscono e la secrezione mammaria si mantiene senza causare particolari disturbi. I ritmi all’inizio possono risultare un po’ capricciosi. Nel tempo le poppate si regolarizzano.

Diminuisce il latte: Aumenta il latte:

- stress - relax

- preoccupazioni - riposo

- stanchezza - attaccare il bambino al seno

- dolore – bere