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Guida per la gestante 3

Il regolo ostetrico

La gravidanza dura 280 giorni, o meglio 40 settimane dalla data dell’ultima mestruazione. Occorre sempre riferire il primo giorno dell’ultima mestruazione, ovviamente sapendo che il concepimento sarà presumibilmente avvenuto circa 14 giorni dopo (quindi in realtà la gravidanza dura 266 giorni). Con il regolo si calcola così la data presunta del parto.

Diagnosi prenatale

Con il progredire dell’età della donna aumenta il rischio di generare un figlio con trisomia del cromosoma 21 (sindrome di Down). Intorno al 35° anno di età della donna il rischio di un figlio con sindrome di Down è circa corrispondente a quello medio della popolazione generale. Pertanto quando l’età della donna è al di sopra del 35° anno viene riconosciuto un rischio "aumentato" rispetto a quello della popolazione generale.

Quindi la maggior parte delle analisi cromosomiche prenatali viene rivolta a gestanti di età superiore ai 35 anni. Ciò non significa che al di sotto di questa età il rischio sia "nullo o trascurabile". Infatti la maggior parte dei bambini Down (70-75%) nasce da madri con età inferiore ai 35 anni, essendo molto più numerose le gravidanze in donne al di sotto di questa età.

Tuttavia, poiché il rischio legato all’età materna è ridotto in gestanti al di sotto dei 35 anni, molti medici non consigliano di ricorrere alla diagnosi prenatale su cellule fetali (amniocentesi o villocentesi) in questa fascia di età. Di conseguenza, se per le gestanti più giovani il rischio è più basso, più numerosi sono comunque i nati Down in questa fascia di età.

Triplo-test

Per uno screening di massa sono stati ricercati dei parametri atti ad individuare, a prescindere dall’età, le gravidanze a maggior rischio per la sindrome di Down e col dosaggio combinato di alcune sostanze presenti nel sangue materno (alfa-fetoproteina, estriolo non coniugato, gonadotropina corionica) è possibile riconoscere oltre il 60% delle gravidanze con sindrome di Down.

Deve essere chiaro che tale percentuale dimostra in realtà una bassa efficacia del test.

Per eseguire lo screening è sufficiente un prelievo di 5 ml di sangue periferico (in provetta senza anticoagulante) tra la 15a e la 18a settimana di gestazione ecografica.

Villocentesi (intorno alla 11a settimana)

Consiste nel prelevare pochi milligrammi di tessuto della placenta in fase di formazione per effettuare su di esso le colture cellulari per la mappa cromosomica. L’esito dell’esame giunge in due tempi: il primo dopo circa una settimana ed il definitivo dopo 3 settimane. Ciò consente comunque, in caso di alterazioni cromosomiche importanti, di effettuare una interruzione della gravidanza in un periodo ancora precoce.

Rischio aggiunto di aborto = 1% circa.

Amniocentesi (intorno alla 16a settimana)

Consiste nel prelevare, mediante un ago attraverso l’addome materno, pochi millilitri di liquido amniotico in cui è immerso il bambino. Il liquido contiene cellule fetali di sfaldamento per la coltura.

La procedura viene eseguita sotto controllo ecografico, non è dolorosa e non comporta particolari difficoltà tecniche. L’esito si ha dopo tre settimane e quindi, in caso di alterazioni cromosomiche importanti, eventuali interruzioni della gravidanza potranno essere eseguite intorno alla 19a-20a settimana.

Rischio aggiunto di aborto = 0.5% circa.

Con questi ultimi due test è anche possibile sapere il sesso del nascituro. Se non si desidera conoscerlo, occorre farlo presente prima.

Norme igieniche

In gravidanza non vi è alcuna controindicazione al bagno in vasca o alla doccia. Consiglio l’impiego di saponi neutri o meglio a pH fisiologico (fluido detergente con pH = 5.5).

I capelli possono essere lavati ogni volta che lo si desidera (shampoo alle erbe per lavaggi frequenti); devono essere evitate la permanente e soprattutto le tinture.

La cura dei denti non differisce dalle norme abituali. Consiglio spazzolino con manico corto ma largo e testina piccola non angolata; pasta dentifricia di tipo abrasivo alternata ad altra meno abrasiva, salvo diversamente consigliato dall’odontoiatra. La gravidanza non rappresenta una controindicazione alle cure odontoiatriche né tanto meno all’esecuzione di un’anestesia locale, qualora fosse necessaria. Sono da rimandare a periodi successivi cure differibili od estetiche.

I vestiti devono essere semplici e non provocare costrizioni. La biancheria deve essere di materiale non irritante che consenta la traspirazione (fibre naturali tipo seta o cotone, non fibre sintetiche). I lavaggi in lavatrice devono prevedere doppio ciclo di risciacquo. Le scarpe devono essere comode a pianta larga, con tacco basso ed ampio (evitare i tacchi a spillo).

Per la pulizia del capezzolo utilizzare acqua e sapone. Nell’ultimo trimestre di gravidanza è consigliabile, dopo un massaggio con guanto di crine sui seni e intorno all’areola mammaria, torcere ed estroflettere più volte il capezzolo, in modo da prepararlo all’allattamento e prevenire le ragadi. Dopo tale manovra, massaggiare sempre in senso rotatorio areola e capezzolo con olio (tipo olio di calendula) per rendere idratata e "nutrita" la parte. L’estroflessione del capezzolo può causare raramente microcontrazioni all’utero. Qualora ciò si verificasse ripetutamente, sospendere il trattamento.

La comparsa in gravidanza di macchie cutanee non deve destare preoccupazione (l’uso di creme specifiche può essere di qualche utilità); la comparsa di macchie "strane" o l’aumento di alcuni nevi devono comunque essere riferiti al medico. Non vi è alcuna seria dimostrazione che l’uso di creme o la pratica di massaggi comportino apprezzabili vantaggi ai fini della prevenzione delle smagliature addominali (che si possono prevenire solo mantenendo contenuto l’aumento di peso).

Disturbi comuni in gravidanza

Può capitare frequentemente di: avere la nausea (vedi prevenzione)

dover urinare più frequentemente

sentirsi più stanche

avere il seno più turgido

diventare più stitiche (vedi prevenzione)

non sopportare alcuni odori o sapori

avvertire piccoli dolori al pube

avvertire stiramenti all’inguine

notare un aumento della salivazione, dell’acidità gastrica, del sudore, delle secrezioni vaginali

avere mal di schiena (vedi prevenzione)

avere crampi muscolari

notare modificazioni della pelle (che può diventare più scura in certi punti)

soffrire di sonnolenza o al contrario di insonnia (vedi prevenzione)

notare un’estroflessione dell’ombelico

sentirsi emotivamente più fragili

Alimentazione in gravidanza

Un eccessivo aumento di peso della donna in gravidanza accentua il sovraccarico funzionale sul rachide e sulle articolazioni degli arti inferiori, i disturbi di circolo e la sintomatologia ad essi connessa. È fondamentale pertanto che alla ginnastica sia abbinata una corretta educazione alimentare e, se necessario, una specifica dieta per contenere l’aumento del peso.

L’alimentazione corretta rappresenta uno dei presupposti fondamentali per la normale evoluzione della gravidanza e il normale accrescimento del feto: quantità e qualità del cibo e delle bevande vanno scrupolosamente controllate. La paziente che mantenga in gravidanza lo stesso tipo di alimentazione con il quale rimaneva in equilibrio ponderale prima della gravidanza, tenderà inevitabilmente ad aumentare in eccesso. L’aumento ponderale a termine di gravidanza, partendo da un peso teorico ideale, non dovrebbe superare i 9 Kg. (= 225 grammi alla settimana per 40 settimane). Bisogna prendere l’abitudine di pesarsi sempre sulla stessa bilancia, alla stessa ora del giorno, preferibilmente al mattino, a digiuno, dopo aver vuotato la vescica.

L’eccessivo aumento di peso al momento del concepimento o durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza comporta un affaticamento per la madre e può predisporre al diabete ed alla gestosi, condizione tossica nella quale compaiono una serie di alterazioni quali aumento della pressione arteriosa, comparsa di notevoli quantità di proteine nelle urine, comparsa di edemi. Inoltre può favorire altre condizioni spiacevoli quali smagliature cutanee, varici alle gambe, infezioni delle vie urinarie, parto prematuro, parto più laborioso, probabilità di taglio cesareo, complicazioni vascolari durante il puerperio, obesità del nascituro (condizione di rischio per l’età adulta). Pertanto: attenzione alla quantità di cibo ingerito ed ai repentini aumenti di peso!

Per quanto riguarda la distribuzione dei pasti è importante che la gestante si nutra in modo regolare, evitando di saltare pasti o, al contrario, di nutrirsi in modo pressoché continuo, perdendo completamente il controllo dell’introduzione alimentare giornaliera. È consigliabile il frazionamento dei pasti (colazione / spuntino / pranzo / spuntino / cena) e la scelta di cibi solidi (preferibilmente amidacei) qualora compaiano nausea e vomito.

La dieta dovrà essere varia, sana, digeribile. Limitare il consumo di cereali molto raffinati, dando la preferenza ad alimenti integrali. Utilizzare giornalmente verdura e frutta fresca. Preferire l’olio extravergine di oliva ad altri grassi di condimento. Evitare i cibi preconfezionati e conservati.

Molti medici negano che l’aumento di peso costituisca un elemento di rischio per il parto: nella mia esperienza personale (dal 1981 ad oggi) molto raramente mi è capitato di dover applicare una ventosa ostetrica in donne aumentate entro i 9 Kg. Allo stesso modo, ben raramente ho potuto osservare rialzi transitori della pressione arteriosa in questa categoria di pazienti, come pure travagli eccessivamente lunghi e laboriosi.

Consigli generici (laddove non sia necessaria una dieta specifica):

A volontà frutta e verdura fresca (più verdura e meno frutta): fibre, vitamine, minerali

Costante apporto di carne e pesce: proteine, minerali, vitamine

In quantità contenuta pane, patate, riso, pasta, cereali: carboidrati, fibre, vitamine, proteine

In quantità ridotta i latticini (latte, formaggio, yoghurt): calcio, proteine, vitamine

Evitare caramelle, biscotti, marmellata, bevande zuccherine, pasticceria, cioccolato, caffè, cibi grassi, fritti, burro, sughi e condimenti elaborati

Bere molto

Prima di coricarsi la sera, è possibile assumere uno yogurt o due cucchiaini di miele

Fumo e alcolici sono assolutamente da proscriversi (con il fumo, ossido di carbonio e nicotina passano nei polmoni e nel torrente circolatorio: il bimbo riceve meno ossigeno e può crescere meno del dovuto). Smettendo di fumare il bambino sarà più sano e più resistente di fronte ad eventuali complicazioni (avvertendo bisogno estremo di fumare: telefonare a un’amica, fare un esercizio fisico, leggere, prepararsi una bevanda, comperarsi qualcosa coi soldi risparmiati).

Attenzione:

- le uova devono essere ben cotte, per prevenire la salmonellosi

- evitare paté e formaggi molli (brie, camembert, taleggio, gorgonzola, etc.) per prevenire la listeriosi

- lavare bene le mani prima di maneggiare i cibi

- lavare verdure e frutta con particolare attenzione

- cuocere la carne ed accertarsi che i pasti preconfezionati vengano serviti ben caldi

Supplementazione con vitamine e minerali

Benché una dieta libera e varia costituisca la base di un’alimentazione corretta in gravidanza, oggi le modalità e i tempi di distribuzione degli alimenti riducono notevolmente il loro contenuto vitaminico. Oltre alla conservazione anche la cottura dei cibi riduce le vitamine. Queste sostanze non possono essere prodotte nel corpo umano, ma devono essere fornite dall’esterno. Pertanto è sempre necessaria durante la gravidanza e l’allattamento la supplementazione vitaminica. Solitamente si somministra un polivitaminico in compresse effervescenti o in capsule.

Inoltre in gravidanza raddoppia il fabbisogno di acido folico (vitamina B9), utile per la crescita del feto e per la prevenzione dei difetti del tubo neurale: è indicata l’assunzione quotidiana di una compressa di acido folico dal periodo preconcezionale fino alla 16a settimana.

N.B. Nei vegetali surgelati si verifica una riduzione del contenuto di vitamine, così come avviene nelle verdure a seguito dei trattamenti con acqua bollente o vapore ai quali vengono sottoposte prima dell’inscatolamento. Anche la conservazione della verdura fresca a temperatura ambiente riduce le vitamine. Pertanto è importante consumare alimenti freschi e frutta di stagione.

Infine è necessario un apporto aggiuntivo di sali minerali (calcio, ferro, magnesio, potassio, etc.), che sono generalmente compresi nel polivitaminico. Spesso in gravidanza si aggiunge una dose supplementare di ferro (essenziale nel trasporto dell’ossigeno attraverso i globuli rossi), per giungere al momento del parto senza problemi di anemia. Infatti uno stato anemico potrebbe essere aggravato dalla perdita di sangue dopo il parto. Il ginecologo prescrive questo elemento se e quando è necessario

Farmaci in gravidanza

È meglio non assumere farmaci in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre quando il delicato processo di formazione dell’embrione è molto vulnerabile. Ogni prescrizione farmacologica per qualunque motivo deve essere fatta dal medico.

In caso di sintomi influenzali quali febbre, mal di testa, raffreddore, etc. l’unico farmaco sicuramente innocuo è il paracetamolo (oltre ovviamente al riposo, eventuali aerosol, mucolitici se necessario).

Se la febbre persiste per più giorni o è molto elevata, occorre consultare il medico, verbalizzando di essere in gravidanza. Infatti alcuni antibiotici possono essere utilizzati in gravidanza con molta sicurezza (se non si è allergici).

Tutte le droghe sono pericolose: possono causare improvvise diminuzioni di sangue ed ossigeno alla placenta.

Attività sessuale

L’attività sessuale non è controindicata in alcun periodo della gravidanza, a meno che non vi sia una dimostrata tendenza all’aborto (perdite di sangue e dolori simil-mestruali) o al parto pretermine (contrazioni uterine).

A volte può essere più confortevole avere rapporti sessuali giacendo in posizione laterale, sia l’una di fronte all’altro che con l’uomo posteriormente. Molte coppie trovano che la posizione migliore sia quella con la donna sopra.

Attenzione ai periodi di passaggio della mancata mestruazione (ogni 4 settimane), dove l’utero è più irritabile ed è quindi più frequente la minaccia d’aborto. Più avanti in gravidanza, un orgasmo o anche lo stesso rapporto sessuale possono stimolare l’utero a contrarsi. È sufficiente in tal caso restare sdraiate finché non passa la contrazione.

Attività fisica

Non è necessario porre limiti all’attività fisica della gestante sana, salvo quelli imposti spontaneamente dall’insorgenza della fatica.

L’ideale è alternare periodi di riposo (sdraiate in posizione orizzontale o, meglio, sul fianco sinistro) a passeggiate all’aria aperta (lontano dal traffico).

La pratica sportiva non agonistica è permessa se attuata con prudenza e senza superare i limiti dell’affaticabilità, fatta eccezione per gli sport più a rischio (equitazione, bicicletta, immersioni subacquee, judò, etc.).

Il nuoto è molto consigliato, quando l'acqua non sia troppo fredda, inquinata o contaminata.

Esercizi specifici

Alcuni semplici esercizi possono essere eseguiti tutti i giorni e servono per migliorare la circolazione, tonificare i muscoli, rafforzare legamenti e articolazioni. Inoltre aiutano a prendere coscienza del proprio corpo e ad alleviare le sensazioni dolorose.

Flettere ed estendere i piedi vigorosamente (20 volte ciascuno)

Ruotare i pedi 8 volte in una direzione e 8 volte in quella opposta.

Da posizione carponi, incurvare la schiena contraendo gli addominali per guardarsi le ginocchia (posizione del gatto). Quindi ritornare lentamente alla posizione di partenza sollevando la testa e rilassando la schiena (10 volte lentamente e ritmicamente)

Stando sdraiate sul dorso piegare ad angolo retto entrambe le gambe unite e lasciar "cadere" le ginocchia prima da un lato e poi dall’altro, facendo perno sulla schiena (2 volte per fianco)

Stando sdraiate sul dorso piegare ad angolo retto entrambe le gambe unite e sollevare lentamente il bacino (7 volte)

Stando sdraiate sul dorso a gambe divaricate, con le ginocchia piegate ad angolo retto, lasciar "cadere" verso l’esterno prima un ginocchio e poi l’altro, dondolandosi leggermente sull’osso sacro (8 volte, respirando lentamente)

Stando sdraiate sul dorso a gambe divaricate, sollevare una gamba tesa fino a formare un angolo retto con il corpo e portarla dal lato opposto fino a toccare terra con il piede (senza staccare le spalle da terra). Quindi riportarla in centro e farla scendere lentamente. Ripetere l’esercizio con l’altra gamba (8 volte, respirando lentamente)

Muscolatura pelvica: fingere di dover trattenere le feci, un tampone vaginale e le urine. Mantenere questi muscoli contratti finché possibile e quindi rilasciarli (7 serie per tre volte al giorno)

Ricordarsi:

- dovendo stare sedute, non incurvare mai la schiena ma appoggiarla bene allo schienale

- dovendo flettersi per raccogliere qualcosa, piegare le ginocchia e non la schiena

Viaggi e vacanze

La mamma in attesa può trascorrere le vacanze sia ai monti (non superare i 2.500 mt.) che al mare (evitando le ore più calde). I bagni sono consigliati se l’acqua non è troppo fredda o inquinata.

In gravidanza la cute è maggiormente sensibile e quindi l’esposizione ai raggi solari deve essere cauta (utilizzare sempre creme ad alta protezione).

Per i viaggi non sussistono particolari controindicazioni, purché si cerchi di evitare situazioni disagevoli. Evitare se possibile il campeggio.

Per le lunghe distanze, l’aereo è senza dubbio il mezzo più conveniente. Viaggiare in treno è meno rischioso che in automobile.

Se si usa l’auto, è fondamentale l’impiego delle cinture di sicurezza a bandoliera (le cinghie dovranno passare al di sopra e al di sotto della pancia, non attraversarla).

Evitare i mezzi a due ruote.

Per i viaggi nel primo trimestre solitamente non vi sono controindicazioni. Tuttavia è bene ricordare che oltre una gravidanza su 4 può interrompersi spontaneamente senza motivo apparente (vedi aborto). Se dovesse rendersi necessario un "raschiamento" (revisione interna dell’utero per evitare complicazioni emorragiche o infettive), questo andrà eseguito in ambiente protetto.

Corso di preparazione alla nascita

Esistono numerosi corsi di preparazione al parto, molti aperti anche alla coppia. Tuttavia è importante capire quali sono veramente in grado di fornire alle gestanti o alla coppia quegli strumenti che permettono di poter vivere con coscienza la propria gravidanza, travaglio e parto. Diverse strutture private e pubbliche offrono vari tipi di corso, che utilizzano ciascuno differenti tecniche (respirazione, yoga, movimento dolce, ginnastica in acqua calda, stretching, etc.). Tutti sono validi se ottengono il fine di ristabilire il contatto con le proprie percezioni, perché solo così si recupera fiducia nelle proprie capacità: questo genera una maggiore elasticità, che si concretizza nella maggiore facilità ad assecondare, invece che contrastare, quanto sta accadendo. È importante capire bene che cosa si vuole da queste metodiche, visitando i differenti centri, facendo domande e infine decidendo quale è la più adatta per ogni donna o coppia.

Nella mia esperienza, i risultati migliori si sono realizzati nelle donne che hanno avuto la possibilità di frequentare un corso ben strutturato, iniziando a partire già dal quarto mese di gestazione.