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Il Detatuaggio oggi

Il detatuaggio (o rimozione del tatuaggio)

Cenni storici sul tatuaggio
L'origine del termine tatuaggio sembra derivare dal luogo nel quale fu osservata per la prima volta tale pratica: l'isola di Thaiti.

Il primo a indicare con il nome "tattoo", l'abitudine a decorare il proprio corpo con colori impressi indelebilmente nello spessore cutaneo, fu l'esploratore James Cook che descrisse con precisione gli strumenti osservati nei riti religiosi degli indigeni, divenendo il primo portavoce europeo di questa "abitudine orna¬mentale del corpo" presente in diverse culture indigene.

Il tatuaggio era diffuso anche nelle culture orientali, ove, specialmente in Giappone, raggiunse livelli tecnici, coloristici ed artistici di straordinaria qualità.

Nella tradizione giapponese il tatuaggio esprimeva il "segnale" indicativo della condizione di schiavitù di chi lo subiva. Una sorta di "marchio" dunque, che non costituiva in sé una condanna, ma era pur sempre un simbolo indelebile della condanna stessa.

Tale pratica era nota anche nell'epoca della classicità imperiale romana.

Il tatuaggio oggi
L'uso del tatuaggio ha tratto le proprie radici nell'ambito delle culture extraeuropee che lo hanno generato e poi diffuso in tutto il mondo, acquisendo nei secoli, significati socio culturali molto precisi.

Per un lunghissimo periodo gli unici occidentali a praticare il tatuaggio furono le persone appartenenti alle classi sociali devianti come i criminali, le pro¬stitute, oppure marinai, abituati a trascorrere lunghe ore di ozio nelle traversate oceaniche, che istoriavano la cute col tatuaggio rappresentando le loro avventure rischiose e le esperienze di vita personale. Soprattutto tra le persone coatte per motivi giudiziari, il tatuaggio ha sempre goduto un'ampia diffusione, proprio per¬ché è l'unica forma di libertà concessa al loro corpo. Il fenomeno del tatuaggio associato alla criminalità ha sempre assunto connotazioni di "codice gerarchico" nell'ambito di gruppi organizzati a margine della legalità.

Ancora oggi il tatuaggio in occidente, malgrado la sua incontestabile e recente diffusione viene considerato da molti come una pratica perversa, espressio¬ne di trasgressione, poco compatibile con i criteri etico-sociali e religiosi.

E' indubbio che il tatuaggio sia il tipo di ornamento personale elaborato dall'uomo che più si presta ad interpretazioni simboliche, pur nell'apparente irra¬zionalità che spesso lo contraddistingue. Ne sono una dimostrazione i tatuaggi di tipo puramente "estetico", oggi molto frequenti, svincolandosi da significati con¬tingenti per privilegiare l'aspetto ornamentale del disegno artistico e il pregio della bellezza cromatica.

Nella seconda metà di questo secolo questa forma di linguaggio e di espressione del corpo, si è sviluppata non più soltanto come fenomeno "popolare" e di ribellione, ma anche come raffinata tendenza culturale, che procedeva di pari passo col nuovo modo di considerare l'abbigliamento, le tendenze artistiche, la sessualità.

Tecniche di tatuaggio
Le attuali tecniche per la realizzazione dei tatuaggi si fondano sull’ introduzione sottocutanea di una o più sostanze coloranti indelebili, lungo le linee di un modello preventivamente disegnato sulla cute.

Le sedi della superficie corporea più frequentemente prescelte per la rea¬lizzazione dei tatuaggi sono la regione dorsale della mano, l'avambraccio e le spalle negli uomini, mentre le donne prediligono le cosce, i glutei, le spalle, le caviglie, la superficie dorsale delle mani.

I sistemi di esecuzione sono principalmente due: l'uno eseguito per puntura, e l'altro per scarificazione (o incisione e successiva cicatrizzazione). II primo di essi consiste nell'introdurre all'interno di microincisioni punti¬formi sequenziali molto ravvicinate, praticate manualmente sulla cute affondando gli aghi, le sostanze coloranti (pigmenti di china, nerofumo, polvere di carbone oppure con i più vari pigmenti colorati, naturali o artificiali), ricalcando sull'immagine eseguita in precedenza.

In altre occasioni il tatuaggio viene effettuato con uno speciale apparato strumentale azionato elettricamente. Ogni tatuaggio, appena eseguito, va protetto con garza e pomata antibatterica per prevenire eventuali infezioni.

Il tatuaggio praticato mediante scarificazione, si basa sulla vera e propria incisione cutanea, depositando il pigmento nello strato dermico profondo in attesa che la riepitelizzazione spontanea favorisca la permanenza del disegno programmato. La base del colore occorrente per realizzare i tatuaggi è generalmente il nero di china, ad esso si aggiungono pigmenti di origine vegetale o minerale, per ottenerne i vari colori.

Un inconveniente è spesso rappresentato dal trascorrere del tempo.
E' possibile che si verifichi un inconveniente legato all'invecchiamento cutaneo: dopo qualche anno il tatuaggio tende schiarirsi e a perdere la originaria brillantezza e intensità dei colori.

Un aspetto importante nella fase esecutiva di un tatuaggio è la sterilità di tutti gli strumenti utilizzati dal tatuatore, e preferibilmente l'impiego di set di aghi monouso, onde prevenire eventuali infezioni o peggio la diffusione dei virus HTV, HBV, HCV e di altre malattie analogamente trasmissibili. Non va di¬menticato infatti che in passato a motivo dell'insana abitudine dei tatuatori di te¬nere gli aghi tra le labbra essi erano frequentemente fonte di contagio, attraverso la saliva, di Lue, TBC, ed altre patologie infettive Inoltre durante la pratica del tatuaggio occorre osservare le più severe norme igieniche in quanto le incisioni possono essere sede di infezioni, la cui guarigione può esitare in antiestetiche cicatrici.

L'inconveniente dei tatuaggi realizzati con queste tecniche deriva dalla difficoltà di una eventuale loro rimozione anche a distanza di molto tempo dalla loro esecuzione.

Il tatuaggio: Effetti indesiderati e complicanze cliniche
Il tatuaggio rappresenta un dermografismo per inserzione volontaria o accidentale di pigmenti nello spessore tegumentario. Istologicamente l'identificazione di un tatuaggio non è difficile: i pigmenti di colore marrone, nero, blu, giallo, verde, arancio, rosso, sono facilmente visualizzabili in sezioni di tessuto osservate a debole ingrandimento.

I pigmenti sono localizzati a vari livelli nel derma, ma preferenzialmente presso i vasi sanguigni delle zone superficiale e intermedia. Essi tendono inoltre a raggrupparsi in forma di aggregati densi nel derma papillare e in generale possono essere contenuti all'interno di macrofagi o negli spazi intercellulari tra le fibre collagene. I pigmenti sono generalmente rifrangenti ma non birifrangenti. L'introduzione di un qualunque materiale estraneo nella pelle produce una rispo¬sta infiammatoria e in qualche caso anche necrosi, dovuta a distruzione meccani¬ca del tessuto. Questa reazione iniziale si esaurisce in una o due settimane. Ulte¬riori risposte, ove ve ne siano, possono riguardare reazioni da corpo estraneo o da sensibilizzazione al materiale utilizzato.

Sebbene i tatuaggi siano molto diffusi, raramente si verificano reazioni cliniche. Normalmente le alterazioni istopatologiche sono esigue ed impercettìbili; esse tuttavia possono consistere in un infiltrato linfoplasmacellulare e di ma¬crofagi, fagocitanti il pigmento, in sede perivascolare. Spesso si può verificare una leggera fibrosi del derma papillare; questa leggera reazione è dovuta in mas¬sima parte alla natura inerte dei pigmenti usati per il tatuaggio. Quando la risposta infiammatoria è più pronunciata, consiste in un aumento delle fibre collagene (fibrosi) o un aumento del numero degli istiociti (macrofagi), o entrambi ed esita in una modificazione della struttura istologica.

Quando predominano gli istiociti, l'infiammazione è granulomatosa, sia a tipo "corpo estraneo", con abbondanza di cellule giganti che hanno inglobato grandi quantità di pigmento, sia a tipo "granuloma sarcoideo" composto da aggregati di cellule epitelioidi (istiociti), contenenti abbondante pigmento e poche cel¬lule giganti. Molti ricercatori hanno riscontrato l'insorgenza di questo tipo di re¬azioni nei tatuaggi insieme ad una linfoadenopatia ilare polmonare, caratteristica della sarcoidosi. E evidente che questa reazione granulomatosa in assenza di lin¬foadenopatia ilare può essere semplicemente di tipo sarcoideo, piuttosto che vera sarcoidosi; ciò è stato dimostrato sperimentalmente sugli animali tatuati con cadmio e mercurio solfato, esposti al sole.

La spiccata fibroplasia con cellule gi¬ganti sparse, crea un aggregato fibroistiocitico che consiste in un nodulo epider¬mico che assomiglia sia clinicamente che istologicamente al comune dermatofi¬broma. L'infiltrato infiammatorio può anche essere primariamente linfoistiociti-co, sparso o addensato in un quadro lichenoide periannessiale o a distribuzione perivascolare. Un raro ma ben documentato fenomeno è la spongiosi nell'epidermide circostante il tatuaggio, espressione di sensibilizzazione al pig¬mento usato per il tatuaggio o fenomeno di reattività crociata. I tatuaggi, se non eseguiti nel più severo rispetto delle norme di antisepsi, possono dar luogo a nu¬merose complicanze cliniche.

In passato le più comuni erano dovute alla evoluzione di banali infezioni batteriche, e potevano assumere tale gravità da provocare necrosi e rendere necessaria la amputazione o nei casi più gravi risultare letali. In letteratura medica, come citato da A.P. Goldstain, [6] già nel 1869 un chirurgo della marina francese riportava 47 casi di complicanze da tatuaggi, di cui 29 era¬no infezioni talmente gravi da rendere poi necessaria l'amputazione in 8 pazienti, e altri 8 morirono a causa di infezioni partite dal loro tatuaggio. Attualmente tali complicanze sono rarissime e la maggior parte di esse dominabili con appropriate terapie. In letteratura è citato anche il caso un uomo di 21 anni che morì a seguito di setticemia da stafilococco secondaria a necrosi epatica massiva, dovuta ad epatite contratta sottoponendosi al tatuaggio. Di seguito si riporta la classificazione delle più significative sequele cliniche del tatuaggio, illustrando in particolare le complicanze cicatriziali cheloidee.

LE COMPLICANZE MEDICHE DEI TATUAGGI
Infiammazioni asettiche ed infezioni piogeniche
Infiammazioni asettiche temporanee da trauma o puntura
Infezioni piogeniche
Infezioni superficiali
Impetigine
Ectima
Infezioni superficiali
Foruncolosi
Eresipela
Cellulite
Infezioni non piogeniche
Sifilide
Lebbra
Epatiti virali
Tubercolosi cutanea
Rosolia
Tetano
Mollusco contagioso
Ulcera molle
Malattie cutanee che si manifestano con i tatuaggi
Vaiolo
Verruca volgare
Herpes simplex e zooster
Psoriasi
Lichen planus
Lupus eritematoso discoide cronico
Cheratoacantoma
Ipersensibilità acquisita ai pigmenti del tatuaggio
Cromo (grigio)
Cobalto (blu)
Cadmio (giallo)
Mercurio (rosso)
Miscellanea
Cheloidi
Granuloma sarcoideo
Eritema multiforme
Scleroderma localizzato
Linfoadenopatia
Sclerodermia