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Ringiovanire con i Fillers

Ringiovanire con i fillers: L'acido jarulonico e il collagene

I dermal fillers sono materiali biologici da impianto, per il riempimento dei solchi, delle pieghe e delle depressioni cutanee, in particolare del volto.
I più conosciuti sono di certo l’acido jaluronico ed il collagene che è il capostipite di tutti i fillers.
L’acido Jaluronico ed il collagene sono già normali costituenti del tessuto connettivo della nostra pelle, all’interno della quale vengono normalmente sintetizzati ma anche fisiologicamente metabolizzati e riassorbiti.

Sia l’acido jaluronico che il collagene sono fillers di tipo non permanente e quindi totalmente riassorbibili. Quest’ultima caratteristica sebbene obblighi a ripetere periodicamente l’impianto se si desidera mantenere costante il risultato nel lungo periodo, costituisce allo stesso tempo una garanzia di assoluta sicurezza.

Il collagene di derivazione bovina fu il primo filler utilizzato per il riempimento dei solchi e delle rughe del volto; esso tuttavia, pur essendo stato sempre considerato un eccellente filler, con caratteristiche biologiche molto simili al collagene umano, presentava alcune problematiche, sia per il fatto di essere potenzialmente allergizzante (e pertanto necessitava di un doppio test preliminare, che tuttavia non offriva garanzie per gli impianti successivi al primo, con necessità di ripeterlo tutte le volte), sia per la polemica derivante dal rischio potenziale di contaminazione del bestiame da parte del morbo della “mucca pazza”, per via del pericolo di trasmissibilità all’uomo.

Una decina di anni fa, o poco meno, l’industria farmaceutica mise a punto in laboratorio una molecola assolutamente identica ad un componente del tessuto connettivo umano: l’acido jaluronico, sotto forma di un gel viscoelastico iniettabile, per creare una valida alternativa al collagene bovino, fino ad allora l’unico filler disponibile sul mercato.

L’acido jaluronico, pur essendo anch’esso riassorbibile come il collagene rappresentava dunque il materiale da impianto con caratteristiche ideali: non è di derivazione umana od animale (deriva dalla fermentazione batterica ottenuta in laboratorio), consente un’immediato soddisfacimento del desiderio della paziente poiché non richiede test e conseguenti tempi di attesa, non ha effetti collaterali, è riassorbibile e dunque può non essere più ripetuto qualora non si desideri più ottenere la correzione.

Con tali prerogative, fino ad oggi, l’acido jaluronico ha ampiamente superato ogni previsione di successo e soddisfatto appieno le aspettative. Negli anni la molecola dell’acido jaluronico è stata sempre più perfezionata e resa stabile con legami molecolari incrociati “cross linked”, che consentono oggi di ottenere formulazioni ad elevata concentrazione di acido ialuronico.

Sono infatti da poco tempo disponibili sul mercato nuove formulazioni contenenti fino a 24 milligrammi di acido jaluronico per millilitro di gel, contro le più conosciute e diffuse contenenti solo 18 e 20 milligrammi.

L’efficacia della formulazione è infatti direttamente proporzionale alla concentrazione di acido jaluronico contenuto nel gel, poiché il suo meccanismo di azione non è semplicemente quello di riempire un volume pari a quello impiantato, bensì di richiamare acqua nei tessuti; una formulazione a più elevata concentrazione è dunque in grado di richiamare un maggior volume di acqua, con un effetto riempitivo più soddisfacente.

L’acido jaluronico oggi in commercio è una formulazione che deriva da procedimenti farmaceutici di fermentazione batterica ed è garantito come totalmente biocompatibile e privo di effetti collaterali, poiché non è ne di derivazione umana, ne animale. E’ disponibile in siringhe assolutamente sterili già pronte all’uso, in tre differenti gradi di densità, meno denso, intermedio ed infine più denso, adatti alla correzione di differenti regioni anatomiche del volto, nonché ai diversi tipi di rughe.

La nuova generazione di acido jaluronico consente di fatto di migliorare l’iniettabilità e la durata delle correzioni desiderate, tanto da renderlo particolarmente indicato per riempimenti anche profondi come ad esempio nei solchi naso genieni (le pieghe d’espressione che vanno dai lati del naso agli angoli della bocca) e sotto commessurali (le piccole depressioni situate al di sotto degli angoli della bocca che conferiscono un’aspetto “triste” al volto.

L’acido jaluronico tuttavia, pur possedendo le predette favorevoli caratteristiche, non ha mai soppiantato il collagene che ha continuato ad essere utilizzato da numerosi medici che erano già stati convinti dalle eccellenti caratteristiche di questo filler. Per tale motivo la ricerca laboratoristica in questi lunghi anni, ha cercato di perfezionare anche il collagene da impianto, sino a sperimentare varie soluzioni, quali la sintesi di collagene autologo ottenuto dai fibroblasti prelevati dalla stessa paziente nella quale veniva poi impiantato, ed ancora collagene prelevato da cadaveri e da embrioni.

Da poco tempo, sulla scorta di un’esperienza ventennale in impianti di collagene sicuri ed efficaci, e di dieci anni di applicazioni nella cura di ustioni e di altre ferite è stato messo a punto un collagene purissimo, derivato da tessuto dermico umano purificato, che ha superato i test necessari ad ottenere l’approvazione della severissima Food and Drug Administration statunitense, (l’ente che controlla i processi produttivi nei laboratori ad elevato profilo tecnologico di produzione).

Il collagene in questione è ottenuto da un singolo ceppo di cellule che vengono sottoposte ad una serie di test per escludere eventuali contaminazioni da parte di virus o batteri e sottoposti ad una ulteriore in attivazione virale per una assoluta sicurezza.

Sia il collagene che l’acido jaluronico permettono una correzione naturale delle rughe e possono essere utilizzati per restituire tono ai tessuti specie del volto, ed in particolare per restituire ai contorni delle labbra la naturale ed originaria definizione, con o senza l’aumento del volume delle labbra stesse (aumento volumetrico del vermiglio, la parte rossa delle labbra), che restituisce alle labbra il turgore perso con gli anni, in assoluta naturalezza ed in modo assolutamente non percettibile come corpo estraneo, a prova di bacio.



E’ addirittura possibile modellare il labbro superiore, fino a migliorare la definizione dei contorni di quella porzione di labbro che si trova subito al di sotto del naso, ridisegnando le due creste filtrali (i due rilievi verticali diretti dal naso alla parte più sporgente del labbro superiore: l’arco di cupido, che nell’insieme costituiscono la fisiologica depressione simile ad una fossetta e denominata “filtro labiale” che serve a convogliare ed a preriscaldare il flusso d’aria diretto al naso).

Con i nuovi filler a piu basso grado di viscosità è oggi possibile effettuare correzioni più fini e superficiali, ove le rughe più sottili determinano di fatto l’evidenza dell’ invecchiamento cutaneo, ed in particolare le fini rughe perioculari, cosiddette “zampe di gallina”, le rughe verticali periorali, specie del labbro superiore (più frequenti e marcate nelle fumatrici); ed infine quelle glabellari, spesso doppie e parallele situate verticalmente in quella porzione di fronte compresa tra le sopracciglia e la radice del naso.

La correzione dei solchi naso-genieni e delle labbra può essere invece effettuata tanto con un acido jaluronico di grado intermedio, quanto con uno di grado elevato (più viscoso e denso e con un potere riempitivo maggiore) a seconda dei desideri della paziente e del tipo di correzione che si intende ottenere.

Grazie alle nuove formulazioni di acido jaluronico a differenti gradi di fluidità, è dunque possibile combinare le tecniche di correzione di differenti aree del volto e quindi di differenti tipi di rughe (sottili, solchi e depressioni), effettuandole in un'unica seduta ambulatoriale di durata non superiore a trenta minuti.

I piccoli e sottili aghi con cui viene effettuato l’impianto (simili a quelli da insulina) rendono sempre ben tollerabile ed accettabile la procedura senza necessità di alcuna anestesia, o con l’ausilio di una semplice crema anestetica che riduce il fastidio. Solitamente la cute del volto subito dopo la correzione si presenta solo lievemente arrossata e tale eritema si attenua con l’applicazione di una crema idratante, per scomparire in una quindicina di minuti.

Dopo la procedura non persiste alcun indolenzimento della parte trattata e raramente possono verificarsi micro-ecchimosi nel punto di ingresso del piccolo ago. E’ buona norma esigere dal dermatologo o dal chirurgo plastico che effettua l’impianto tutte le informazioni relative alle caratteristiche del materiale da impianto ed alla procedura che viene effettuata che devono corrispondere a quelle riportate nel consenso informato sottoscritto sia dalla paziente che dal medico, sul quale devono essere indicate il numero seriale della fiala impiantata, il nome della casa farmaceutica produttrice, il tipo di filler e la data di scadenza, in modo da poter risalire in qualunque momento a tali informazioni.

E’ buona regola anche che la paziente trascriva per se, come proprio promemoria, marca e tipo di prodotto utilizzato dal medico e data dell’ultimo impianto. E’ della massima importanza per la paziente conoscere la natura del filler che le viene impiantato, poiché solo acido jaluronico e collagene sono sicuramente innocui e completamente riassorbibili e privi di effetti collaterali, per tutti gli altri prodotti non riassorbibili (permanenti) o parzialmente riassorbibili (semi-permanenti), non esistono tali garanzie di sicurezza a lungo termine e soprattutto sono elevati i rischi di complicanze.