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Psicologia e psicoterapia della coppia: come le percezioni negative possano sopraffare gli aspetti p

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Scritto da mariagrazia fanciulli

imagesCA5E2WR0 Benchè l’amore costituisca per mariti e mogli un fortissimo stimolo a darsi reciprocamente aiuto e sostegno, a rendersi felici ed a costruire una famiglia, esso non crea di per sé la sostanza del rapporto coniugale: non fornisce le qualità e le capacità personali indispensabili ad alimentarlo e a farlo crescere. Per un’unione felice sono essenziali certe doti particolari di impegno, sensibilità, generosità, considerazione, sollecitudine, lealtà, senso di responsabilità, fidatezza. Bisogna cooperare, scendere a compromessi, agire in base a decisioni prese in comune, avere una certa duttilità, una buona disposizione ad accettarsi e a perdonarsi, a tollerare difetti, errori e bizzarrie. Coltivando per un certo tempo queste “virtu’ ” si può far crescere e maturare il matrimonio.

Spesso le coppie sanno comportarsi nel modo migliore con gli estranei, ma sono ben poche quelle che iniziano un rapporto tanto stretto con le nozioni o le capacità tecniche basilari atte a farlo sbocciare. Il piu’ delle volte manca loro l’abilità necessaria per poter prendere le decisioni in comune, per decifrare le comunicazioni del partner. Quando in casa un rubinetto si mette a gocciolare, hanno gli arnesi per arrestare la perdita, ma quando comincia a disperdersi l’amore non hanno la minima idea di come tamponarne il flusso. Il matrimonio, o la convivenza, differiscono dagli altri rapporti della vita. Quando due persone vivono in coppia, impegnate in un rapporto duraturo si creano certe aspettative reciproche. L’intensità della relazione alimenta desideri da tempo latenti di amore, lealtà ed appoggio incondizionati. I partners si impegnano (sia espressamente come nelle promesse matrimoniali, sia indirettamente con il modo di comportarsi) ad appagare questi bisogni profondamente radicati: ogni loro azione è impregnata di significati originanti da questi desideri e da queste aspettative.

Per l’intensità dei sentimenti e delle aspettative, la profonda dipendenza ed i significati simbolici cruciali (spesso arbitrari) che ciascuno attribuisce alle azioni dell’altro, i partners sono propensi ad interpretarle erroneamente. Quando avviene un conflitto (il piu’ delle volte per effetto di una comunicazione carente) sono portati ad incolparsi a vicenda invece di considerarlo come un problema che può essere risolto. Con l’insorgere di difficoltà ed il proliferare di ostilità e fraintendimenti, perdono di vista quanto di positivo ciascuno dà all’altro e rappresenta per l’altro (un compagno che dà appoggio, che rende piu’ intense le esperienze personali, che partecipa alla costruzione di una famiglia) fino a giungere a mettere in questione il rapporto in se stesso ed a precludersi in questo modo la possibilità di sbrogliare i nodi che stravolgono il loro giudizio.

Quando in un rapporto di coppia emergono delle difficoltà…

- Le coppie possono superare le loro difficoltà se riconoscono anzitutto che la delusione, la frustrazione e la rabbia da cui sono afflitte sono in gran parte dovute non tanto ad un’incompatibilità di fondo quanto piuttosto alle incresciose incomprensioni causate dalle comunicazioni sbagliate e dalle interpretazioni prevenute del comportamento reciproco dei partners;

- L’incomprensione è spesso un processo attivo che ha luogo quando uno dei coniugi si fa un’immagine distorta dell’altro. A sua volta questa distorsione porta all’interpretazione errata di quanto l’altro dice e fa, e ad attribuirgli cattive intenzioni. I partners semplicemente non hanno l’abitudine di “controllare” le loro interpretazioni o di preoccuparsi della chiarezza delle loro comunicazioni;

- Ogni partner deve assumersi la piena responsabilità del miglioramento del rapporto. Bisogna rendersi conto che si hanno effettive possibilità di scelta, che si può (e si deve) scegliere di usare qualsiasi conoscenza o comprensione si riesca ad avere per accrescere la propria felicità e quella del partner;

- I partners possono darsi aiuto l’un l’altro e darne al rapporto, se assumono un atteggiamento che escluda la colpa ed il biasimo . In questo modo potranno concentrarsi sui problemi reali e risolverli piu’ rapidamente;

- Spesso le azioni del partner che attribuiamo a qualche tratto malevolo, come l’egoismo, l’odio, o il bisogno di tenerci sotto il suo controllo, sono spiegate piu’ correttamente se consideriamo le sue motivazioni benevole (benché mal dirette), quali l’autoprotezione, o i tentativi di non essere abbandonato.

Esempio: Carla, un’arredatrice, un giorno torna a casa felice, ansiosa di comunicare al marito Tiziano una bella notizia: si è aggiudicata un vantaggioso contratto per l’arredamento della sede di un importante ufficio legale. Ma non appena inizia a parlargli di questo inatteso successo nella sua carriera, lui appare distaccato e indifferente. Carla pensa: “non gli importa niente di me, bada solo a se stesso”. Svanito l’entusiasmo, invece di festeggiare l’avvenimento con il marito, si chiude in un’altra stanza e si versa una coppa di champagne che lei stessa aveva acquistato prima di rincasare. Intanto Tiziano, che quel giorno è alquanto depresso per uno smacco subìto nel lavoro, pensa: “non le importa niente di me, bada solo alla sua carriera”.

Questo episodio mette in luce uno schema di pensiero comune nelle coppie con problemi coniugali: quando sono frustrate nelle loro maggiori aspettative, esse sono inclini a trarre immediatamente conclusioni negative sulle condizioni di spirito del coniuge e sullo stato del matrimonio. Basandosi su qualcosa di simile alla “lettura del pensiero” il partner deluso passa subito a conclusioni incriminanti sulla causa della propria afflizione (“fa così perché è una poco di buono, e geloso, ecc….”). Per effetto di queste spiegazioni, il coniuge offeso può attaccare o ritirarsi, e il partner, sentendosi con ogni probabilità punito ingiustamente, di solito lo ricambia con la stessa moneta, contrattaccando o ritirandosi. Inizia così un circolo vizioso di attacco e ritorsione che può estendersi facilmente ad altri ambiti del matrimonio. Interpretare in questo modo le motivazioni del partner può essere assai pericoloso, semplicemente perché è impossibile leggere nel pensiero degli altri.

Per es. Carla non sa che Tiziano è depresso per certi guai nella chiusura della contabilità né che è ansioso di discuterne con lei. Non lo può scoprire perché se ne va via infuriata, convinta che il marito pensi troppo a se stessa per darle retta. E il fatto che la moglie si sia ritirata in collera con lui ha un diverso significato: “non aveva motivo di trattarmi così; questo prova che non si cura piu’ del mio stato d’animo ”. Queste spiegazioni accrescono il suo senso di isolamento e di offesa.

I malintesi di questo tipo e la pretesa di saper leggere nel pensiero del partner sono molto frequenti, in tutti. Invece di rendersi conto che si tratta di una palese incomprensione, i partners in conflitto imputano erroneamente il problema alla meschinità o all’egoismo del coniuge. Poiché non si accorgono di fraintenderlo, gli attribuiscono ingiustamente qualche motivo meschino. Ecco un equivoco di interpretazione: il partner che percepisce ed interpreta a modo suo ciò che l’altro dice o fa…. Per evitare questi malintesi coniugali è allora utile capire come funziona (e funziona male) la mente quando subiamo una frustrazione o una delusione: il nostro fallibile apparato mentale ci predispone ad interpretare erroneamente il comportamento degli altri o ad esagerarne il significato, a spiegarlo in senso malevolo quando egli ci delude, a proiettare sugli altri immagini negative. Allora agiamo in base a questi errori di interpretazione e muoviamo all’attacco proprio dell’immagine negativa che noi stessi abbiamo costruito. E’ raro che in quel momento ci passi per la testa che il nostro giudizio negativo potrebbe essere sbagliato e che potremmo stare attaccando un’immagine distorta. Le persone possono neutralizzare la tendenza ai giudizi negativi gratuiti ed alla proiezione reciproca di immagini distorte, evitando il ciclo di malintesi che portano ai conflitti. Possono imparare ad essere piu’ ragionevoli l’uno con l’altro adottando un atteggiamento di minor sicurezza di sé e maggiore umiltà quanto all’esattezza della loro lettura di pensiero altrui e alle conclusioni negative che ne traggono, verificando queste conclusioni e prendendo in considerazione qualche spiegazione alternativa della condotta del partner.

Se Carla fosse capace di opporsi alla tendenza a figurarsi Tiziano come un uomo poco affettuoso e freddo e gli chiedesse cosa lo stesse preoccupando, potrebbe rincuorarlo fino a portarlo a festeggiare con lei il suo successo. E se lui permettesse a se stesso di scoprire cosa vuole lei, eviterebbe di farsi di lei l’idea di donna insensibile. Ma per riuscire a fare questo entrambi dovrebbero prima rendersi conto che le loro conclusioni possono essere sbagliate e la loro rabbia esagerata o ingiustificata.

L’intendimento invisibile

L’atteggiamento e i sentimenti degli altri verso di noi , e i motivi del comportamento che tengono con noi, sono altrettanto reali che le loro parole, i loro gesti, le loro espressioni. La percezione che possiamo avere dei sentimenti degli altri verso di noi si basa in larga misura su fatti non osservabili direttamente. Poiché questi stati interiori sono fuori della portata dei nostri sensi, facciamo assegnamento sulle inferenze che traiamo da ciò che riusciamo ad osservare. I problemi sorgono perché tendiamo a credere a queste inferenze, alla nostra lettura del pensiero altrui, nella stessa misura in cui crediamo a ciò che osserviamo direttamente. Inoltre, quando siamo in preda ad uno stato emotivo, l’indeterminatezza di ciò che osserviamo ci può indurre in errore. Se siamo sconvolti o eccitati è probabile che le nostre interpretazioni dei pensieri e dei sentimenti altrui, della realtà invisibile, si basino piu’ sui nostri stati interiori (le nostre paure ed aspettative) che su una valutazione ragionata dell’altra persona. E’ invece improbabile che prendiamo in considerazione spiegazioni alternative di ciò che vediamo e sentiamo, quindi siamo piu’ ostinati nelle nostre conclusioni. E’ anche interessante notare come le conclusioni immediate cui perveniamo siano basate su indizi frammentari e prove esilissime, se non addirittura senza la minima prova.

Come sbagliamo l’interpretazione

Succede perché facciamo affidamento su una lettura frettolosa. Sviluppiamo in età precocissima il nostro sistema di codificazione interpersonale, con cui interpretiamo i significati delle osservazioni che facciamo su un’altra persona: il tono di voce, l’espressione del volto, un gesto, il contesto. Ci sentiamo piu’ sicuri quando crediamo di conoscere le motivazioni ed i sentimenti degli altri su di noi, pertanto abbiamo sulle conclusioni che traiamo una fiducia maggiore di quanto non giustifichi l’evidenza. Il vantaggio di questo sistema di codificazione è che ci fornisce subito una spiegazione. Lo svantaggio, però, è che cadiamo in errore con una probabilità altissima: possiamo sbagliarci scorgendo un rifiuto nella distrazione del nostro partner, o avanzando la congettura se lo vediamo teso o ansioso, o attribuendogli una malevolenza che non ha se si è dimenticato di mantenere una promessa. Proprio le errate interpretazioni di questo tipo possono essere fonte di litigi e offese reciproche anche fra i partner piu’ affettuosi.

Simboli e significati

A volte l’equivoco nasce da parole o azioni di uno dei partner che costituiscono per l’altro un’involontaria minaccia. Di conseguenza, la causa del litigio non sono le parole o le azioni in se stesse, ma il significato che ad esse attribuisce l’altro: un significato, di cui naturalmente, non è consapevole l’offensore, il quale crede spesso che il coniuge “ avrebbe dovuto saperlo comunque!”. Pertanto, le interpretazioni degli eventi sono condizionate da simboli e significati che le persone hanno.

Esempio: se la moglie crede che un tono di voce piu’ alto abbia il significato di un rifiuto, quando il marito alza la voce vi percepisce un rifiuto; e se crede che rabbia e rifiuto preludano all’abbandono, quando il marito si mette ad urlare o la fraintende, lei ha un senso di desolazione, di completa solitudine.

Per capire le loro ipersensibilità e le loro reazioni eccessive, le coppie devono rendersi conto dei significati simbolici dei particolari eventi che danno luogo a risposte negative esagerate, ma dovrebbero accorgersene nel momento in cui esse avvengono e poi correggere le loro interpretazioni simboliche sbagliate e le conclusioni che ne traggono, quindi prima che inizi la reazione a catena: lettura del pensiero, attribuzione dei significati simbolici, malintesi.

I pregiudizi

Certe incomprensioni che rovinano il matrimonio hanno le loro radici in una rigidità di pensiero che sottende pregiudizi di ogni genere: aspettative, osservazioni, conclusioni prevenute. Il pregiudizio può distorcere le nostre interpretazioni non solo sugli altri ma anche su noi stessi. Negli individui con bassa autostima c’è una particolare forma di pregiudizio in cui il bersaglio piu’ che gli altri sono essi stessi: queste persone si preoccupano costantemente dei significati delle loro interazioni con gli altri, specie di ciò che gli altri pensano di loro. Ma poiché hanno poca autostima, tendono a basarsi sui propri preconcetti e ad interpretare negativamente il giudizio altrui. Il loro sistema di codificazione di certi avvenimenti è sempre prevenuto. E questo lo vediamo anche e soprattutto nelle persone che soffrono di disturbi quali l’ansia, la depressione, l’ipocondria.

Esempi: i depressi tendono a dare di episodi ambigui, interpretazioni che si riflettono sfavorevolmente sulle loro stesse persone. Una casalinga che vede litigare i figli potrebbe concludere “ come madre sono una frana”; l ’ansioso vede invece un pericolo nelle situazioni piu’ innocue: un marito agitato per il ritardo della moglie all’appuntamento pensa “ le sarà successo qualcosa”; l ’ipocondriaco interpreta le normali sensazioni corporee come sintomo di qualche grave malattia: un leggero mancamento è il sintomo di un tumore al cervello; una pirosi indica un imminente attacco cardiaco, un mal di schiena prelude ad un’affezione renale. Questi individui si caratterizzano perché attribuiscono alle loro conclusioni un’importanza molto maggiore e vi si attengono con piu’ tenacia. Hanno una piu’ marcata tendenza ad individuare gli aspetti che si conformerebbero ai loro preconcetti e ad ignorare le informazioni che non li convaliderebbero. Restano paradossalmente impantanati nel loro modo di pensare nonostante la sofferenza che questo gli procura.

Questo è lo stesso modo di pensare nelle crisi di coppia in cui il pregiudizio è diretto contro il partner. Molte ricerche hanno dimostrato che i partner riescono ad esser piu’ obiettivi nel valutare i motivi delle difficoltà matrimoniali di altre coppie che non nella loro perché ciascuno attribuisce erroneamente dei motivi negativi all’altro.

Spesso i coniugi in difficoltà reagiscono l’uno all’altro come se avessero anch’essi un disturbo psichico: da ciò che ciascuno pensa del partner traspare un pregiudizio simile a quello delle persone che soffrono di ansia o depressione. Sono convinti di essere nel vero, di avere la mente aperta. In realtà, per quanto riguarda il partner, hanno una rigida chiusura mentale ed una prospettiva altrettanto chiusa.

Per esempio, non si rendono conto che l’immagine che hanno del partner può essere distorta dal loro stato d’animo e dalle convinzioni che li dominano. Quando cercano di indovinare uno stato interiore, non visibile, del partner questi coniugi sono tanto convinti delle proprie conclusioni quanto lo sarebbero se avessero l’effettiva possibilità di guardare nella sua mente. Per loro tale convincimento non è un’illazione ma la stessa realtà.

Invece, durante il corteggiamento e nel periodo iniziale del matrimonio, le coppie sono prevenute in senso positivo. Quasi ogni cosa il partner dica o faccia è interpretata nella luce migliore. Il partner non può far nulla di sbagliato. Ma se il matrimonio incappa in qualche difficoltà, il ripetersi di delusioni, litigi e frustrazioni provoca un cambiamento dell’atteggiamento mentale. L’afflizione o le irritazioni li inducono a pregiudizi negativi. Allora quasi ogni azione è interpretata nella luce peggiore. Il partner non può far nulla di giusto.

imagesCAO7BL0I Come è possibile aiutare i pazienti ansiosi o depressi a capire quanto c’è di sbagliato nel loro modo di pensare, è possibile anche allo stesso modo neutralizzare i malintesi ed i pregiudizi dei matrimoni in difficoltà. Ma è importante capire come nascono queste distorsioni ed imparare a individuarle.

Allora i coniugi potranno verificare l’esattezza delle reciproche interpretazioni e convinzioni e quindi correggerle, invece di lasciare che il pensiero negativo distrugga la loro felicità.

MGF