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DIPENDENZA DA SIGARETTE: IL METODO PER ESTINGUERLA IN MODO PERMANENTE

Nel Novembre scorso, mi trovavo sul treno che mi stava portando a Chianciano Terme luogo dove si sarebbe svolto il 1°convegno mondiale di terapia strategica e sistemica dove, in qualità di ricercatore associato al Centro di Terapia Strategica di Arezzo, avrei presentato il mio poster sul protocollo strategico per il tabagismo . Mi dirigo verso il bagno del treno ma, come spesso capita, erano tutti occupati, in condizioni pietose o fuori uso. Ne trovo uno che mostra il classico cerchietto verde che indica il via libera. Mi accingo ad esplorare la situazione in quella toilette. La porta però di fronte alla pressione della mia mano oppone una certa resistenza. Proprio quando stavo per desistere, spunta fuori una signora con un espressione e un tono che trapela un certo imbarazzo, tipico di chi è stato pescato con le mani nella marmellata, che mi dice: “..ehm….la toilette è guasta…”. Con la coda dell’occhio e, ancor prima con l’olfatto, comprendo che la signora si era imboscata nel bagno per fumarsi una sigaretta come fosse una liceale, a pochissimi minuti dalla successiva fermata del treno.

A mio parere, nessun esempio potrebbe rappresentare meglio il fatto che il fumo non è un piacere ma una tossicodipendenza. Si fuma perché altrimenti si sta male. Ma si sta così male veramente o si è vittime di una potente suggestione che ci fa credere che senza la sigaretta staremmo male e potremmo impazzire? Ed il fatto che non riusciamo a stare senza sigaretta non è un chiaro indice che abbiamo un problema di dipendenza? Alcuni ne sono consapevoli, altri meno, altri minimizzano. Resta il fatto che, anche volendo smettere, ciò che sentiamo da più parti è che smettere è un’impresa titanica e nessun metodo è sicuro nè soprattutto indolore e permanente.

E allora chiediamoci perchè la maggior parte dei metodi per smettere risultano fallimentari?

Questo perchè per quanto possano apparire differenti, tutti quanti presuppongono alcuni errori di fondo nell'inquadrare il problema e di conseguenza nelle procedure di intervento. In breve, nella maggior parte dei metodi in circolazione prima si smette e poi si fa in modo di ridurre la sofferenza e il patimento aspettando di diventare non-fumatori richiedendo alla persona delle risorse ben oltre ciò che chiamiamo forza di volontà. Nel metodo frutto della mia ricerca, come in pochissimi altri metodi, prima si diventa non-fumatori e poi si smette di fumare. Il tutto avviene nel modo consueto di intervenire di matrice Strategica, morbido e assecondando la naturale inclinazione delle caratteristiche dell'individuo, della tipologia del problema e del contesto ambientale dove esso si manifesta, calzando l’intervento sulla irripetibile soggettività di ogni persona. In pratica si ripercorre il percorso a ritroso che da non-fumatori ci ha visti diventare gradualmente assuefatti fumatori. La dipendenza da nicotina è forse quella a matrice psico-sociale più forte esistente, molto più forte di quella fisica, ed è per questo che un intervento che faccia leva sul livello psicologico è necessario per scardinare la sua morsa, anche per evitare le frequentissime e note ricadute che si verificano di fronte alle prime difficoltà o tentazioni.

La ricerca-intervento ha dimostrato che smettere in maniera permanente e senza effetti collaterali è possibile. Proprio come una ricetta, basta seguire alla lettera le istruzioni per giungere al risultato desiderato. Ma proprio come non si può descrivere il sapore di una pietanza così non si può descrivere quali siano le sensazioni di assenza di desiderio di fumare e, anzi, della gioia di essere usciti dalla trappola godendosi di più, tutti gli altri genuini piaceri della vita.

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