Sei in: Articoli: LA CRITICA:

2007 MASSIMO CENTINI da Il Corriere Dell'arte

2007

(…). G iorgia Gottero adotta un linguaggio complesso, problematico che in certe occasioni sembra evocare vagamente un lieve riemergere di riflessi surrealisti che svaniscono però nel dettato di una pittura capace di chiedere una propria autonomia a tutti i livelli.

Prevale quasi sempre una presenza forte della forma antropomorfa, giocata con una certa bravura al fine di adottarne le peculiarità grafico-compositive. In questo modo la pittrice giunge a costruire strutture anche complicate in cui il corpo si fa materiale plasmabile per sorreggere universi non sempre collocabili in uno spazio ben preciso.

Di certo Giorgia Gottero ha le idee chiare e sa cosa intende raffigurare, ma soprattutto è ben consapevole che la sua non è una pittura facile, nel senso più naturale del termine.

Lei preferisce lavorare sull’evocazione, sulla citazione, sul ricorso alla metafora continua ed esasperata che sfocia in soluzioni pittoriche allegoriche in cui la vita e la morte sembra s’inseguano inesorabilmente.

Il ricorso ad una materia cromatica che non cede alle adulazioni dei mezzi toni, rende particolarmente incisivo il piano dialettico che estrinseca gli elementi dominanti della sua poetica cogliendo nell’immaginario collettivo materiale “buono da pensare”.

MASSIMO CENTINI