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L'anoressia mentale e il sistema familiare

L’anoressia mentale è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da diversi fattori tra loro correlati:

- un fattore psico-biologico individuale poichè si tratta di un disturbo che investe soprattutto l’adolescenza, età in cui avvengono profonde trasformazioni psichiche e fisiche, e che ha una maggiore incidenza nel sesso femminile rispetto a quello maschile;

- un fattore familiare poichè le famiglie di cui le pazienti anoressiche fanno parte presentano modalità e dinamiche relazionali comuni;

- un fattore socio-culturale poichè l’anoressia prevale nettamente nelle società del benessere economico mentre è quasi sconosciuta nel Terzo Mondo.

Di questi fattori, quello familiare gioca un ruolo importante poichè la famiglia è il contesto primario di apprendimento e di esperienza per l’individuo e rappresenta un terreno dove sviluppare e fallire i primi movimenti verso l’autonomia e verso l’acquisizione dell’identità. Le difficoltà relazionali ed emotive che nascono all’interno della famiglia possono favorire l’insorgere del sintomo anoressico e, quindi, legare circolarmente il paziente e il suo sintomo al sistema familiare.

In quest’ottica, l’estrema protesta dell’anoressica ed il suo rifiuto ostinato del cibo sono, spesso, tentativi disperati di differenziarsi da un sistema familiare rigido i cui i confini tra gli individui sono poco marcati ed in cui lo spazio personale, scarsamente rappresentato, non facilita il processo di individuazione del soggetto.

L’intervento psicologico dell’anoressia mentale, secondo l’ottica sistemico-familiare, si basa sul presupposto che ciascun fattore (pscio-biologico individuale, familiare e socio-culturale) assuma un ruolo importante nella formazione del sintomo anoressico e che uno solo, preso singolarmente, non sia sufficiente a giustificare l’insorgenza di tale disturbo che è, invece, il risultato della loro correlazione ed influenza reciproca.