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PROBLEMI AL PANCREAS E DIABETE MELLITO - Dott. Giuseppe Larosa

Prima di accennare al Diabete Mellito è opportuno accennare ad alcune delle funzioni del pancreas, ed ai suoi compiti principali.
Una delle principali funzioni è quella di secernere degli enzimi digestivi , direttamente nel lume intestinale, capaci di facilitare la digestione e l’assimilazione degli alimenti.
Oltre agli enzimi digestivi il pancreas ha lo scopo di produrre e secernere alcune proteine che hanno funzione ormonali, e tra questi, che sono importanti per quello che andremo a descrivere sono due, l’ insulina ed il glucagone che hanno un ruolo molto importante per il metabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine.
Questi due ormoni si contrappongono nelle loro funzioni in quanto l’insulina ha un’azione anabolica, con la funzione di immagazzinare il glucosio, gli amminoacidi e gli acidi grassi, prelevandoli dal circolo ematico e depositandoli in ben precise zone di deposito.
Il glucagone ha invece un’azione catabolica, stimolando il prelievo dai luoghi di deposito glucosio, aminoacidi ed acidi grassi, portandoli nel sangue per renderli disponibili all’organismo.
Le altre due proteine prodotte dal pancreas che hanno pure un’azione ormonale sono la somatostatina che sembra regoli il rilascio dell’insulina e del glucagone ed il polipeptide pancreatico il cui ruolo non è ancora ben chiaro.
Il principale fattore che regola il rilascio di insulina o la inibizione al rilascio di insulina a livello pancreatico è la concentrazione ematica di glucosio.
E’ un meccanismo attraverso il quale se la concentrazione ematica di glucosio nel sangue che circola attraverso il pancreas supera un certo livello soglia, la secrezione del quantitativo di insulina aumenta entro un tempo brevissimo, raggiungendo il livello massimo entro pochi minuti. Quando i livelli di glucosio ematico sono rientrati nella norma si ha una rapida diminuzione della secrezione di insulina.
Tante altre sono le azioni della carenza e dell’eccesso dell’insulina sia in circolo che a livello del tessuto adiposo, muscolare ed epatico, ma prenderò in considerazione la sua carenza sia relativa che assoluta e le conseguenze che portano all’instaurarsi dell’ipoinsulinismo o maggiormente conosciuto come diabete mellito.
Se il glucosio che proviene dalla dieta oppure dalla glicogenesi epatica non viene utilizzato per produrre energia oppure per essere depositato come riserva di energia nel tessuto adiposo, permane e si accumula nel sangue con una conseguente iperglicemia.
Questo tasso elevato di glucosio nel sangue, che l’organismo non riesce ad utilizzare quando supera un certo quantitativo, che nel cane varia da 180 a 225 mg/dl, viene eliminato attraverso i reni, in quanto si instaura una diuresi osmotica che l’organismo mette in atto per abbassare in circolo la concentrazione di glucosio che dovrà essere mantenuta, nel cane normale, tra 70 e 120 mg/dl.
Per eliminare glucosio l’organismo elimina pure molti liquidi e di conseguenza si avrà una maggiore richiesta di liquidi da parte dell’animale con un notevole aumento della sete. L’animale inoltre nonostante la notevole fonte di energia presente nel circolo ematico, energia però non utilizzabile da parte dell’animale, ha molta fame, mangia ma dimagrisce, sia perché non può utilizzare il glucosio in circolo, sia perché vi è un notevole aumento dei processi di catabolismo sia a livello muscolare che epatico. Questi quattro sintomi, poliuria (l’animale urina molto), polidipsia (l’animale beve molto) polifagia (l’animale ha molta fame) e perdita di peso , dovrebbero far capire che qualcosa nell’organismo del vostro animale non funziona bene e dovrebbero spingervi a portarlo dal medico veterinario per far approfondire le manifestazioni cliniche.
Approfondire vuole dire pure capire se l’animale ha evidenziato i sintomi del diabete in seguito all’instaurarsi di un’altra patologia che non deve quindi essere sottovalutata.
A volte alcune forme di diabete nel cane rimangono per molto tempo in una forma latente, fino a quando, la somministrazione di alcuni farmaci, uno scompenso cardiaco congestizio, una pancreatite o tante altre malattie, possono alterare questo precario equilibrio e fanno sviluppare la malattia.
Alcuni esami di laboratorio possono aiutarci non solo a confermare la diagnosi ma ad avere pure un quadro completo della situazione nel caso si debba instaurare una terapia insulinica. I principali esami di laboratorio e strumentali da effettuare sono: un esame emocromocitometrico completo, il controllo della glicemia a digiuno, azotemia, creatinina, GOT, GPT, fosfatasi alcalina, trigliceridi, colesterolo, albuminemia, proteinemia totale e lipasi. In aggiunta a questi va effettuato un esame completo delle urine, un esame completo delle feci (per poter valutare l’attività digestiva) ed alcune radiografie del torace e dell’addome.
I risultati di questi esami ci possono far evidenziare oltre all’iperglicemia ed alla glicosuria, un aumento del colesterolo e dei trigliceridi oltre ad un aumento delle transaminasi epatiche e della fosfatasi alcalina, probabilmente per la presenza di una infiltrazione di grassi presente nel fegato. Quando tra i sintomi riscontriamo pure vomito, diarrea e inappetenza si deve prendere in considerazione la possibilità di una pancreatite e se la causa del diabete è legata ad una pancreatine cronica possiamo trovare alte concentrazioni sieriche della lipasi, anche se, in molti casi questo valore può rientrare nella norma. L’aumento dell’azotemia può invece essere secondaria e legata alla disidratazione oppure ad una patologia renale primaria.
In questa patologia, un ruolo importantissimo e quello del proprietario dell’animale, che deve dimostrare di essere paziente e volenteroso, perché è lui che deve essere costante nelle somministrazioni giornaliere dell’insulina e tenere sotto controllo i sintomi di una eventuale ipoglicemia o iperglicemia per poter tenere ben informato il medico veterinario e poter così correggere e trovare il dosaggio adeguato di insulina giornaliera da somministrare. Letargia, debolezza, perdita di coscienza o addirittura convulsioni, indicano che si è un po’ esagerato con l’insulina;
poliuria, polifagia e polidipsia ci indicano invece che la quantità di insulina che somministriamo non è sufficiente.
Gli orari di somministrazione dei pasti devono essere sempre gli stessi e sempre gli stessi devono essere gli orari di somministrazione dell’insulina. La cosa ottimale per poter ottenere dei buoni risultati è la tenuta di un diario giornaliero dove verranno annotati gli orari ed i quantitativi sia dell’insulina che del cibo. Altre annotazioni che si faranno saranno i risultati dei prelievi per controllare il glucosio nel sangue ed i chetoni nelle urine oltre alla sede di somministrazione dell’insulina che dovrà essere somministrata sottocute cambiando giornalmente il punto di inoculo del farmaco.
Con molta pazienza e tanta buona volontà si riuscirà a tenere sotto controllo la malattia cercando di evitare le possibili complicazioni del diabete.