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LA FEBBRE…ALLARME O MECCANISMO DI DIFESA? - Dott. Giuseppe Larosa

La febbre o l’ipertermia è un termine che ci indica una condizione dell’organismo durante la quale si ha un aumento della temperatura corporea che superi la normale temperatura e che vada al di sopra dei limiti fisiologici che vengono considerati normali per ciascuna specie animale.
In questo articolo prendo in considerazione la temperatura corporea del cane e del gatto che normalmente è compresa tra 38 °C e 39°C ( 38, 5°C).
L’organismo animale ha dei meccanismi di termoregolazione che devono poter mantenere la normale temperatura corporea entro i propri limiti di specie, questo meccanismo è tenuto sotto controllo da una piccolissima porzione del Sistema Nervoso Centrale , il centro della termoregolazione, che sembra sia localizzato nella regione ipotalamica preottica anteriore.
Sia a livello periferico che a livello centrale, sono presenti dei recettori per la temperatura corporea, che ogni volta che questa aumenta oppure diminuisce, inviano l’informazione al centro della termoregolazione che immediatamente mette in atto dei meccanismi di compenso per poter correggere le differenze di temperatura.
Se vi è un aumento della temperatura, i meccanismi messi in atto dall’organismo per correggere l’ipertermia sono la vasodilatazione periferica (per dissipare calore), l’aumento della frequenza respiratoria, il bagnarsi il pelo con la saliva (nel gatto) in modo che l’evaporazione faciliti il raffreddamento corporeo, quando è possibile con la ricerca di ambienti più freschi oppure aumentando la superficie corporea esposta all’aria (sdraiandosi).
Per quanto riguarda la dissipazione di calore attraverso la traspirazione, nel cane e nel gatto ha poca importanza.
I meccanismi per mantenere la normale temperatura corporea in caso di eccessivo abbassamento possono essere, la maggiore produzione di calore oppure la maggiore conservazione di calore, spesso vengono usati entrambi i sistemi, nel primo caso con l’aumento del metabolismo o con l’aumento dei brividi, nel secondo caso con la vasocostrizione periferica, con l’erezione dei peli, con la ricerca di un ambiente più caldo e con l’assunzione di posizioni tali da mantenere il calore, accucciandosi in modo da diminuire l’esposizione della superficie corporea.
Si può affermare che vi sono due tipi di febbre, una cosiddetta febbre “vera” stimolata da una enorme quantità di sostanze che vengono chiamate “pirogeni esogeni” (che provengono quasi tutti dall’ambiente esterno) come batteri, virus, alcuni funghi, alcuni farmaci ed i relativi prodotti di degradazione degli stessi, oltre ad elementi di natura sconosciuta che causano febbre senza che si possa arrivare a scoprirne la causa, febbri che vengono catalogate come “febbri di origine sconosciuta”.
Altre cause di ipertermia possono essere legate alla inadeguata dissipazione del calore corporeo come si può avere nel caso del colpo di calore , nel quale la permanenza dell’animale in un ambiente chiuso con un’alta temperatura ambientale può far aumentare la temperatura corporea con una velocità maggiore a quella che serve per poterla dissipare (come nella permanenza in un’automobile chiusa) oppure per un eccessivo lavoro fisico, come nell’ ipertermia da lavoro , in questo caso, l’eccessivo lavoro muscolare e l’eccessiva produzione di calore portano ad un aumento tale della temperatura corporea che fa si che i termorecettori periferici inviino al centro della termoregolazione il segnale di pericolo per l’animale.
Il primo dubbio che si ha quando si è in presenza di un rialzo febbrile “vero” (spesso causato da virus o batteri) negli animali, è quello di decidere se far abbassare farmacologicamente la temperatura corporea dell’animale oppure aspettare qualche giorno per vedere se la temperatura si abbassa da sola dopo che l’animale ha messo in atto i suoi meccanismi di difesa e di termoregolazione.
Tutto dipende dal grado di ipertermia.
Alcuni dei vantaggi dell’ipertermia possono essere l’inibizione della moltiplicazione virale, ed un aiuto alle difese immunitarie dell’organismo che lavorano meglio a temperature lievemente superiori alla norma.
Tra gli svantaggi c’è da considerare che la febbre inibisce l’appetito, ed invece in questo momento l’organismo avrebbe bisogno di un buon apporto calorico per potersi difendere. Inoltre, se la temperatura corporea aumenta al di sopra dei 41, 5°C si possono avere seri danni vascolari per l’attivazione di uno stato di Coagulazione Intravascolare Disseminata (DIC).
Come quindi abbiamo visto, il rialzo della temperatura corporea ha dei vantaggi e degli svantaggi, e spesso non è facile valutare cosa fare, se aspettare oppure se instaurare un trattamento non specifico con degli antipiretici, sarà il clinico, che, avvicinandosi in modo logico al problema valuterà il da farsi, facendo abbassare in ogni caso la temperatura corporea se questa tende a superare il 41, 5°C.