Sei in: Articoli: ONCOLOGIA:

IL DOLORE NELLE PATOLOGIE TUMORALI - Dott. Giuseppe Larosa

Nelle malattie oncologiche il dolore dei proprietari per la malattia del proprio animale è notevole, maggiore è l’età dell’animale maggiore è il dolore nel vedere soffrire il proprio animale.

Spesso facciamo dei percorsi di crescita insieme al nostro amico a quattro zampe e quando si ammala può essere veramente un’esperienza traumatica, spesso è la prima esperienza di dolore della nostra vita.

Ogni qualvolta che si parla di malattie del proprio animale viene preso in considerazione il dolore provato dal proprietario e ci si sofferma poco sul dolore provato dal paziente.

Le tante lettere che mi sono arrivate su come comportarsi in caso di evidente sofferenza del proprio animale per la presenza di patologie tumorali mi hanno fatto decidere di rispondere a tutte le varie domande in un unico articolo sul dolore oncologico.

Il dolore è un campanello d’allarme.

Ogni qualvolta vi è un cattivo funzionamento di un’apparato, di un organo, o vi è un danno reale o potenziale che porta a rischio la regolare funzione di un organo o dell’intero organismo il campanello suona, ci avverte che qualcosa non funziona, si presenta il dolore nelle sue varie forme.

Una volta che è stata scoperta la causa del dolore e, la malattia che lo causa non può essere eliminata, così come avviene per alcune neoplasie inoperabili, allora il campanello d’allarme deve poter essere spento. Quando ha esaurito la sua iniziale funzione nell’indicarci cosa è che non funziona, se persiste, diventa dannoso, diventa una fonte di sofferenza per l’organismo, quando è diventata inutile e dannosa la sua presenza, allora deve poter essere soppresso con tutte le armi che la medicina ci fornisce per evitare che l’animale possa soffrire, per potergli far vivere i suoi ultimi periodi di vita che siano settimane o mesi in modo dignitoso.

Spesso non ci si sofferma a pensare alla qualità di vita che i pazienti terminali devono poter avere, alcune volte, non si riescono a cogliere i sintomi che indicano sofferenza, spesso mi sento dire: “averlo con me qualche mese in più, anche se sofferente, per me è un bene, non voglio perderlo”.

Ma ci siamo soffermati a pensare cosa sono per “il paziente oncologico” quei mesi in più se non si mettono in atto tutte le metodiche mediche per evitare di farlo soffrire, cercando di migliorargli la qualità di vita residua?

L’intensità e la frequenza del dolore nei pazienti con neoplasie varia a seconda della localizzazione del tumore primitivo e delle eventuali metastasi.

La maggiore intensità di dolore si osserva negli stati avanzati di malattia neoplastica quando risulta essere presente una infiltrazione nervosa oppure una infiltrazione neoplastica a carico della struttura ossea.

Purtroppo come Medici Veterinari siamo molto svantaggiati nel cercare di ricavare le informazioni sul dolore, non possiamo colloquiare con il paziente, non possiamo chiedergli informazione sulla localizzazione e l’intensità, cosa lo fa peggiorare o cosa lo fa migliorare, quale è l’irradiazione, se si tratta di un dolore sempre presente o se è intermittente (PQRST di Gray utilizzato in campo umano). Con pazienza e con il fondamentale aiuto del proprietario possiamo ottenere delle accurate informazioni per poter mettere in atto un adeguato trattamento terapeutico.

Le principali cause di dolore più o meno intenso possono essere: compressione delle radici nervose, interessamento del tessuto osseo, distensione dei visceri cavi, stati di necrosi a carico dei tessuti, ostruzione di vasi di un certo calibro, stati infiammatori, fratture patologiche ed altro ancora.

Oltre a queste cause di dolore si devono prendere in considerazione i dolori che non sono legati al tumore od alle eventuali terapie oncologiche ma sono causati da patologie legate all’età come le forme di artrosi, artriti, nevriti o dolori di origine cardiovascolare.

Abbiamo a disposizione vari tipi di “farmaci analgesici” ma caso per caso si deve trovare l’analgesico adeguato a lenire i differenti tipi di dolore.

L’ “ analgesico ideale ” dovrebbe essere “ efficace ” , avere una “ lunga durata d’azione ” , essere “ facile da somministrare ” , avere “ ridotti effetti collaterali ” ed avere un buon rapporto “ costo/beneficio ”.

Anche se l’analgesico ideale non esiste vi sono dei farmaci che si avvicinano molto a queste caratteristiche, basta cercarli e studiarne con pazienza i vari benefici effetti a seconda della patologia e dell’organo interessato.