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I tumori degli animali Intervista di Lara Bettinzoli

Decidere di diventare “proprietari” di un animale, è senza dubbio una scelta importante e soprattutto impegnativa. Vuol dire instaurare un legame affettivo con un altro essere vivente da noi dipendente, diventarne il principale responsabile.
I nostri “amici” sanno però ricambiare le nostre attenzioni portandoci tanto affetto, allegria e tenendoci compagnia.
Rispetto al passato, il rapporto uomo-animale si è modificato, per cui quest’ultimo non è più considerato un elemento di sfruttamento da parte del genere umano (l'uomo ha sempre utilizzato gli animali per cibarsene, per cacciare, per lavorare, per coprirsi), ma ne è diventato amico e compagno, e in quanto tale gli vengono prestate maggiori attenzioni, anche per quanto riguarda la sua salute.
Troppo spesso però, ancora oggi, davanti a una malattia del nostro animale, e in particolare davanti a un tumore, ci si trova impreparati, poco informati e indecisi sul da farsi.
Per questo abbiamo voluto sottoporre alcune domande al dottor Giuseppe Larosa, medico veterinario che si occupa prevalentemente di oncologia e chirurgia dei piccoli animali e presidente dell’ A.N.T.A. – Associazione Nazionale Tumori Animali ( www.antaweb.org )
Nella pratica clinica veterinaria il paziente oncologico è diventato sempre più comune e l'incidenza di tumori negli animali è più elevata rispetto al passato. Quale è la causa?
I motivi che hanno portato un incremento delle neoplasie negli animali domestici, in questi ultimi anni, sono molteplici. Principalmente va ricordato il considerevole aumento di cani e gatti nelle famiglie italiane e l’allungamento della loro vita media, fattore che ha determinato la crescita di una popolazione anziana e di conseguenza, visto che le patologie neoplastiche si presentano con una maggiore frequenza man mano che l’età aumenta, vi è stato un incremento dell’incidenza di queste patologie.
Da segnalare anche un aumento del numero delle diagnosi, legato ad un miglioramento delle metodiche diagnostiche e della professionalità dei medici veterinari, sempre più aggiornati rispetto agli anni passati e sempre più inclini ad attuare protocolli di prevenzione per queste malattie che, se diagnosticate per tempo, danno delle notevoli soddisfazioni terapeutiche.
Non va dimenticato che l’aumento di queste patologie è, inoltre, strettamente correlato, come in campo umano, ad una notevole sovraesposizione ad agenti mutageni, legati all’inquinamento atmosferico ed alimentare; è proprio per questo motivo che agli animali viene riconosciuto il ruolo di sentinelle nei confronti dei sopra citati fattori di rischio.
Quali sono gli animali maggiormente colpiti da neoplasie?
Prevalentemente cani e gatti, sia perché sono gli animali maggiormente presenti nelle nostre case, sia perché vengono seguiti, dal punto di vista sanitario, con maggiore continuità durante la loro relativamente lunga vita.
Si iniziano a diagnosticare vari tipi di neoplasie anche in altri animali, come i conigli nani, criceti, furetti che, sempre più, diventano animali da compagnia alla pari dei cani e dei gatti.
Quali sono i tumori più diffusi negli animali?
Sia per quanto riguarda i cani che i gatti, in generale, gli apparati maggiormente interessati si equivalgono, cambia invece il tipo di gravità, tra tumore maligno o benigno che spesso nei gatti è a favore dei primi e nel cane a favore dei secondi.
Al primo posto vi sono i tumori dell’apparato tegumentario, ed a seguire, in percentuale minore, i tumori dell’apparato mammario, quelli dell’apparato gastroenterico, quelli dell’apparato genitale femminile e quelli dell’apparato genitale maschile. I tumori degli altri apparati o organi si presentano con una minore frequenza e, comunque, spesso la diagnosi non è immediata o, forse, sono solo meno diagnosticati.
Perché, secondo Lei, i tumori cutanei sono quelli che si presentano con maggiore frequenza ?
Innanzitutto perché la cute è la prima barriera che difende l’organismo animale dall’attacco di sostanze estranee ad esso, come ad esempio gli inquinanti atmosferici.
Inoltre perché, essendo i tumori dell’apparato tegumentario facilmente visibili sia dal proprietario dell’animale che dal medico veterinario, viene subito effettuata la diagnosi di sospetto con l’esame citologico o istologico che confermano e definiscono il tipo di lesione.
Diverso è il discorso, per esempio, delle neoformazioni che interessano la milza. In questo caso, come in altri casi di neoplasie che interessano organi interni, essendo questi non visibili, le lesioni vengono spesso rilevate radiologicamente o ecograficamente, a meno che non abbiano una dimensione tale da essere rilevate alla palpazione addominale. Anche l’aumento delle dimensioni della massa tumorale, che può creare fastidio all’animale e manifestarsi con una precisa sintomatologia, può allarmare il proprietario.
Cosa dovrebbe fare un medico veterinario quando sospetta la presenza di una patologia tumorale?
Il comportamento da attuare dipende dal tipo di patologia che prendiamo in considerazione.
Se si riscontra un nodulo cutaneo, la prima cosa da fare è porsi alcune domande come: Quali probabilità vi sono che questo sia un tumore ? Quali sono le neoplasie che, in base a razza, specie, età, sesso, alimentazione, peso ed ambiente nel quale vive l’animale, posso ipotizzare? Quali le diagnosi differenziali per il tipo di lesione?
Se dalle risposte a queste domande si arriva ad escludere patologie non neoplastiche, per ottenere una diagnosi più accurata e per potere avere successivamente maggiori informazioni, per programmare un intervento chirurgico adeguato alle risposte che ci vengono fornite dall’anatomopatologo, si può effettuare sulla lesione un prelievo per agoaspirazione o biopsia.
Alcune persone pensano che bucando il nodulo con un ago, si rischia di mandare in circolo delle cellule tumorali che possono metastatizzare in altri organi. Quanto c’è di vero in questo?
Credo nulla. È stato dimostrato che l’agoaspirazione o la biopsia, sia incisionale che escissionale, effettuata su un nodulo, non influenza assolutamente in modo negativo la successiva sopravvivenza dell’animale; in ogni caso, l’affermazione che un prelievo possa far partire delle metastasi non è supportata da nessuna, che io sappia, letteratura scientifica.
È necessario però fare molta attenzione in alcuni casi specifici: nel caso di problemi della coagulazione del sangue la biopsia provocherebbe delle emorragie incontrollabili, ed anche quando la biopsia viene effettuata in organi molto vascolarizzati o delicati come milza, fegato, rene, polmoni, in particolare, se al posto di un nodulo neoplastico ci si trova di fronte ad un ascesso. In questi casi sarà il medico veterinario a valutare i rischi ed i vantaggi di questi prelievi.
Il grosso vantaggio è che, con le informazioni che ci fornisce l’anatomopatologo, si ha la possibilità di attuare, in modo corretto, sia le terapie chirurgiche che le chemioterapie, senza dover proseguire per dubbi e tentativi. Lo svantaggio, per l’agoaspirato e la biopsia tramite Punch è che, alcune volte, per la piccola quantità di cellule o tessuto prelevato, queste tecniche non sono sufficientemente diagnostiche.
Quando si riscontra un nodulo nell’animale è sempre necessario intervenire tempestivamente?
Direi proprio di sì. Anche in caso di presenza di adenomi, epiteliomi, papillomi, basaliomi, tricoblastomi, tricolemmomi ed altri tumori con nomi ancora più strani, che vengono considerati “benigni” oppure a “basso grado di malignità”, è consigliabile un veloce intervento per evitare che il benigno si trasformi in maligno. A volte, purtroppo, quel nodulino che il proprietario dell’animale sottovaluta, considerandolo una lesione piccola e insignificante si rivela successivamente un “piccolo e insignificante” mastocitoma, in grado di creare seri problemi al paziente e in grado, in breve tempo, di estendersi al di là dei propri margini clinicamente apprezzabili, con interessamento dei linfonodi regionali; se non viene bloccato, può portare in giro per l’organismo altre cellule con caratteristiche di malignità che andranno a localizzarsi nella milza, fegato, rene, intestino, midollo osseo ed altro ancora. Prima si agisce, migliori saranno i risultati.
Quali sono le attuali opzioni terapeutiche per la cura dei tumori degli animali domestici?
Attualmente, sono “teoricamente applicabili” quasi tutte le terapie utilizzate in campo umano. Dico teoricamente perché alcune sono applicate solo a livello sperimentale per poterle poi utilizzare sia in campo umano che veterinario, come l’immunoterapia, l’angiogenesi, la terapia fotodinamica, ed altre ancora in fase non avanzata di sperimentazione. Normalmente quelle che vengono applicate sono la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia, da sole o in associazione, a seconda della patologia neoplastica sulla quale si deve intervenire. Vi sono pure delle terapie non convenzionali, come l’omeopatia e la fitoterapia che a volte vengono utilizzate per alcune forme tumorali ma, sinceramente, non conosco il loro livello di funzionamento.
Quale è la migliore prevenzione per questo tipo di patologie e come va effettuata?
La migliore prevenzione è la diagnosi precoce. Ogni qualvolta si nota qualcosa di diverso, sia che siano alterazioni visibili, sia che si tratti di alterazioni comportamentali è necessario far visitare l’animale dal proprio medico veterinario.
È compito del proprietario o comunque della persona che si prende cura dell’animale individuare eventuali modificazioni fisiche o comportamentali che possono far pensare a una qualche malattia. La diagnosi precoce, infatti, si può fare tranquillamente tra le mura domestiche, controllando la cute dell’animale, magari mentre lo si accarezza. La visita dal veterinario è necessaria per stabilire il tipo, grado e entità del problema. Alcune volte, sottovalutare il problema e di conseguenza perdere tempo prezioso, può precludere la guarigione, ad esempio se il nodulo diventa una massa, specialmente se si tratta di una neoplasia maligna, può risultare impossibile porvi rimedio.
È quindi utile sottoporre i nostri amici a quattro zampe a screening periodici seguendo i consigli del veterinario di fiducia e ricordarsi che superati i cinque anni di età dell’animale, età che varia in base alla razza e alla mole, è opportuno effettuare dei controlli annuali sia ematochimici (esami del sangue) che radiografici ed ecografici.

La malattia in percentuale
Un testo americano (Small animal clinical oncology, Withrow & Mac Ewen, ed. Saunders, 2001, p. 1), riporta uno studio su oltre 2000 esami autoptici effettuati su cani: il 23% dei soggetti esaminati è deceduto per tumore e la percentuale sale al 45% se si considerano solo cani di età superiore ai 10 anni.
L’Istituto di Anatomia Patologica Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli ha pubblicato recentemente i risultati di una ricerca effettuata nel quinquennio 1997 - 2002: dei 15.936 cani anagrafati nel comune di Napoli, 1526 (10%) hanno riportato tumori.
Il 43% dei tumori sono cutanei, 26% mammari, 10% dell’apparato digerente, 6% dell’apparato genitale maschile, 3% dell’apparato genitale femminile, 2% dell’apparato urinario, 3% dell’apparato respiratorio, 2% del sistema muscolo-scheletrico, 3% del sistema linfatico ed infine un restante 1 % di tumori di altri apparati.
(Incidenza e distribuzione dei tumori nei cani della città di Napoli, Paciello et al, 2003).

Il registro tumori animali
L'attività del Registro Tumori Animali è iniziata nel 1985 a Genova come Registro Tumori della Liguria, ma negli ultimi anni si è potuto riscontrare un maggiore coinvolgimento di altre regioni italiane ed è probabile che tra qualche anno possa distribuirsi su tutto il territorio nazionale.
Finalità del registro
Lo scopo principale del registro è quella di rilevare e di elaborare i dati relativi ai tumori negli animali domestici (cani e gatti in particolare), per confrontarli con i dati disponibili per la popolazione umana residente nelle stesse zone. Grazie a questo studio comparativo si possono ottenere utili indicazioni per la prevenzione di neoplasie che colpiscono la specie umana. Si sa, infatti, che gli animali possono avere un ruolo di "sentinelle” nei confronti dei fattori di rischio ambientale, sia per il ciclo biologico più breve, sia per la minore "dose" richiesta.
Come avviene la raccolta dati
La raccolta dei dati avviene con l'utilizzo di una scheda anamnestica che, compilata in tutte le sue parti, permette di acquisire utili informazioni sia per una diagnosi (ed eventualmente una prognosi) più precisa, sia per uno studio epidemiologico del caso, anche in relazione all'ambiente in cui il soggetto vive ed alle sue abitudini alimentari. Le informazioni raccolte vengono inserite in una banca dati informatizzata.

Giuseppe Larosa
Si occupa prevalentemente di oncologia e chirurgia dei piccoli animali. Ha fondato nel febbraio del 1999, insieme ad un collega il dottor Fabrizio Ragazzini, l'A.N.T.A. - Associazione Nazionale Tumori Animali - della quale è presidente ( www.antaonline.org ). Un'associazione che si occupa della cura degli animali colpiti da neoplasie. Un tentativo di diffondere una mentalità aperta alla prevenzione di queste patologie, un progetto che vuole dare una mano ai proprietari di animali colpiti da queste malattie, i quali non possono sostenere le spese delle costose cure. È presidente dell’Associazione “ Animalieanimali.it Onlus”, associazione nata per perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale a favore degli animali e dell'ambiente attraverso Internet.