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Tumori: negli animali come nell’uomo. Intervista di Lara Bettinzoli

Charles Robert Darwin, naturalista, geologo e agronomo inglese disse che "l’empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo può ricevere in dono".
Sarà per il maggior bisogno di compagnia, per il timore della solitudine, per il desiderio di donare e ricevere affetto incondizionato, ma oggi gli animali domestici, e non solo, sono diventati compagni sempre più insostituibili di una parte della nostra vita.
Empatia, simbiosi, condivisione: sono i nuovi termini utilizzati per definire il rapporto uomo-animale. Perché i nostri inseparabili amici condividono con noi sempre di più, compresi i benefici e gli svantaggi dell’evoluzione, che ha garantito, sia al genere umano sia a quello animale, un’aspettativa di vita più lunga, ma anche l’aumento di patologie correlate, come i tumori.
Studi comparati hanno riscontrato patologie simili tra uomo e animali domestici: anche i nostri amici a quattro zampe si possono ammalare di cancro. In comune, anche le cause che determinano la formazione delle neoplasie: oltre ai fattori genetici, anche le polveri sottili, le radiazioni, il fumo passivo e i tubi di scappamento.
"Con delle piccole variazioni tra le regioni del nord, del centro e del sud" spiega il Dr Giuseppe Larosa, medico veterinario che si occupa prevalentemente di oncologia e chirurgia dei piccoli animali e Presidente dell’A.N.T.A. (Associazione Nazionale Tumori Animali) "i tumori che si riscontrano con maggiore frequenza negli animali sono quelli mammari, seguiti da quelli della cute, e degli apparati digerente, genitale maschile e femminile, respiratorio, urinario e muscolo scheletrico.
Le differenze principali tra le varie regioni italiane si riscontrano nei tumori della cute e sono probabilmente legati alla maggiore esposizione al sole: aumentano, infatti, man mano che si scende verso le regioni del Sud.
Da sottolineare che i tumori della mammella e della cute sono quelli per i quali si fa la diagnosi con maggiore facilità e frequenza perché sono subito evidenti e ben rilevabili sul corpo dell’animale, sia dal medico veterinario che dal proprietario".

Dr Larosa, esistono differenze nella frequenza e nel grado di malignità dei tumori tra cane e gatto?
"Statisticamente si è visto che nonostante il gatto, rispetto al cane, sia meno predisposto a contrarre forme tumorali, quando si ammala, la maggior parte delle volte contrae forme che hanno prevalentemente caratteristiche di malignità".

E’ vero che determinate razze canine e feline sono maggiormente predisposte allo sviluppo di particolari tipi di tumore?
"Vi sono delle forme neoplastiche che “prediligono” alcune razze o tipologie di animali.
Per quanto riguarda i gatti a mantello bianco che vivono fuori possono, in seguito ad una eccessiva irradiazione ultravioletta ai raggi UVB, contrarre il carcinoma squamoso su faccia, padiglioni auricolari e naso.
I gatti siamesi sono maggiormente predisposti a contrarre il mastocitoma.
Nei cani il mastocitoma, che è il più comune tra i tumori maligni della cute, predilige preferibilmente le razze brachicefale come Boxer, Boston terrier, Bulldog, anche se pure Labrador e Golden Retriever, con minore frequenza hanno una certa predisposizione a contrarre questa forma tumorale.
Tra i cani di grossa taglia, in particolare le razze Alano e Rottweiler, vi è una predisposizione a contrarre l’osteosarcoma, il principale tumore maligno a carico delle ossa".

Per l’osteosarcoma, vi sono analogie con l’uomo?
"Sia per l’osteosarcoma che per altri tumori vi sono molte analogie di sviluppo e di metastatizzazione tra i tumori dell’uomo e degli animali, tanto che a volte i modelli animali vengono studiati per poter meglio capire lo sviluppo e l’evoluzione di alcuni tumori.
E’ l’approccio terapeutico che in alcuni casi è diverso, per la differente durata media della vita tra uomo e animale.
Vi sono poi dei tumori, come il mastocitoma, che nell’uomo non si evidenziano".
Il fumo passivo può essere annoverato tra le cause che provocano l’insorgere di un tumore in un animale domestico?
"Alcuni studi, affermano che il fumo passivo è collegabile ad alcuni tumori del cavo orale e al linfoma nei gatti. I mici, facendo le loro pulizie, leccano e ingeriscono tutte le sostanze potenzialmente cancerogene presenti sul loro pelo.
Nei cani, il fumo passivo si può collegare ad una maggiore frequenza di neoplasie polmonari e delle cavità nasali".

Spesso, come per l’uomo, la prevenzione non è attuabile e diventa quindi importante la diagnosi precoce. Come deve essere fatta?
"Si fa prevenzione quando, superati i cinque anni di età dell’animale, si ricorre, oltre alle visite periodiche per le profilassi vaccinali, all’esami completo del sangue, a radiografie del torace e dell’addome e a un’ecografia addominale.
Non è infrequente riscontrare, durante un’ecografia addominale effettuata per altri motivi, neoplasie alla milza, reni, fegato o vescica. Neoplasie che, specialmente se maligne, asportate precocemente possono prolungare di tanto la vita dell’animale. Non va sottovalutato che, dal punto di vista chirurgico, asportare una massa di alcuni centimetri non è come asportarne una molto più grande, specialmente se localizzata in aree difficilmente aggredibili chirurgicamente".

Un tempo, con una diagnosi di tumore, un cane o un gatto veniva soppresso. Oggi, grazie ad approcci terapeutici diversi ed innovativi è aumentata la possibilità di guarire o di garantire all’animale una qualità di vita migliore (senza dolori) e più lunga. Dalla chirurgia specialistica alla crioterapia, dalla radioterapia alla chemioterapia, la veterinaria ha fatto intanto enormi progressi anche per l’arrivo di nuove attrezzature e materiali. Quale è la situazione attuale?
"Fino a quindici, venti anni fa, mi capitava di vedere in ambulatorio dei cani o dei gatti con delle enormi masse cutanee o addominali, perché il proprietario era meno attento alla salute del proprio animale. Ora è difficile che queste cose accadano. Il proprietario dell’animale è attentissimo e durante le visite periodiche per effettuare le profilassi vaccinali, se vi è qualche nodulo anomalo, si cerca subito di indagare anziché dire “aspettiamo qualche mese e vediamo come si comporta”.
E’ cambiato tantissimo l’approccio terapeutico verso il paziente oncologico. Oggi si applicano tutte le metodiche chirurgiche e terapeutiche utilizzate in campo umano: chirurgia, chemioterapia, radioterapia, immunoterapia. Purtroppo, per la radioterapia, il paziente deve essere portato all’estero per la mancanza di adeguate strutture in Italia.
Per quanto riguarda i nuovi materiali, attualmente in commercio, vi sono dei collanti di grandissimo aiuto nella chirurgia. Uno è un sigillante emostatico a matrice di gelatina e trombina che si utilizza quando il controllo dell’emorragia, con le procedure tradizionali, è inefficace o poco pratico.
L’altro prodotto, un sigillante a base di idrogel sintetico, si utilizza su superfici che non sanguinano, in modo particolare su linee di sutura, quando si ha il timore che possa verificarsi una deiscenza dei punti di sutura o una qualche perdita di materiale da organi cavi o vasi di calibro maggiore. Materiali fantastici ma purtroppo costosi per la veterinaria".

Come comunicare al proprietario che il suo animale ha un tumore?
"La cosa importante è che il medico veterinario spieghi in modo chiaro e con parole semplici la malattia dell’animale. Spesso accade però che il proprietario si rifiuti di accettare e capire la gravità della patologia che ha colpito il suo animale, creando barriere con il veterinario stesso.
Il medico dovrebbe sempre dare risposte chiare ed esaustive alle domande che gli vengono poste, sia sul tipo di tumore, sul decorso con e senza chemioterapia, che sulle prospettive in termini di qualità di vita dell’animale.
Per le spiegazioni serve del tempo, che a volte manca per la presenza di clienti in sala d’attesa. E’ quindi opportuno fissare un appuntamento in momenti poco caotici per poter fornire delle spiegazioni senza fretta, in modo da evitare incomprensioni tra medico e proprietario.
Le informazioni devono essere molto dettagliate e riguardare la progressione della malattia, le aspettative di vita dell’animale, i trattamenti scelti, siano essi chirurgia, chemioterapia o radioterapia. Da non dimenticare le informazioni sui costi della terapia".

Analogie con l’uomo
Esistono analogie tra gli animali e gli esseri umani, soprattutto nella biologia tumorale (ossia nel comportamento di alcuni tumori), tanto che in alcuni casi (ad esempio per l’osteosarcoma canino, per i tumori della mammella, della vescica o del colon) gli animali possono fungere da modello per comprenderne le cause o sperimentare nuove terapie, senza però mai scordare che ogni specie ha caratteristiche e reazioni proprie.

Cani da tumore…
Secondo la rivista New Scientist, i cani avrebbero la capacità di rilevare la presenza di un tumore in un essere umano.
I primi studi sono iniziati quando in Inghilterra un dalmata portò all'individuazione di un melanoma sulla gamba della padroncina continuando a fiutarla. Successivamente, un Labrador, continuando a fiutare un eczema mise in allerta il suo padrone: l’eczema aveva iniziato a trasformarsi in un tumore cutaneo. In seguito, uno studio pubblicato sul Medical Journal, mise in risalto la capacità di sei cani di razze diverse di distinguere, dopo un apposito addestramento, l'urina di pazienti malati di forme tumorali da quella di volontari con altre patologie o sani. I risultati portarono all'individuazione di tumori anche molto precoci.
La capacità diagnostica delle cellule olfattive canine è stata testata presso la Pine Street Foundation di San Anselmo in California, dove cinque cani sono stati sottoposti a test ciechi per distinguere, attraverso l’alito, 55 pazienti affetti da cancro al polmone, 31 pazienti colpiti da tumore alla mammella e 83 individui sani. La notizia sorprendente è che i cani hanno individuato correttamente il 99 per cento dei casi di tumore al polmone e l’88 per cento di quelli alla mammella.
Come hanno fatto questi cani a fiutare le diverse forme tumorali? Pare abbiano la capacità di distinguere alcune tracce di componenti chimici, come i derivati del benzene, che in concentrazioni minime sono presenti nell’alito delle persone malate di cancro.
Già due studi precedenti avevano dimostrato l’efficacia del fiuto canino nella rilevazione del melanoma e del cancro alla vescica. Ma i prossimi studi saranno tutti concentrati a capire se effettivamente i cani rilevano la presenza di cancro o più semplicemente un generale stato di malattia, come quello che può derivare da un’infiammazione.

Le indicazioni per la chemioterapia in veterinaria
La forma tumorale che sicuramente ottiene i maggiori benefici dalla chemioterapia è il linfoma, tumore che colpisce le ghiandole linfatiche, fegato e milza, nel cane nel gatto. La chirurgia in questi casi non è quasi mai indicata e si ricorre, a seconda della localizzazione, alla chemioterapia, che permette all’animale una sopravvivenza, in buone condizioni, variabile tra i 6 e i 24 mesi (nel cane, po’ meno nel gatto). Nella maggior parte degli altri tumori la chemioterapia è associata alla chirurgia e i casi in cui è più indicata sono il mastocitoma, l’osteosarcoma, il melanoma orale canino, in generale i cosiddetti “sarcomi dei tessuti molli”, cioè i tumori di cute, sottocute e muscolo del cane e del gatto e ogniqualvolta si voglia controllare la diffusione a distanza di un tumore particolarmente aggressivo. Quello che può variare è la possibilità di successo della terapia, a seconda del tipo di tumore, dello stato di avanzamento (stadio) della malattia e le condizioni generali del soggetto.

La diagnosi salvavita
Come per l’uomo, anche per gli animali, la diagnosi precoce può essere un salvavita. Mentre l’uomo, nella maggior parte dei casi, scopre ed individua da solo i primi sintomi di una malattia, nel caso degli animali devono essere i proprietari a captare i primi segnali. A fare insospettire, potrebbe essere un'improvvisa e prolungata perdita di appetito, o la perdita di pelo; accarezzandoli si potrebbero notare noduli, ponfi o masse che persistono sulla cute. Anche un’alterazione della solita postura e una “zoppia” prolungata (spesso erroneamente scambiati per traumi alle zampe), con tumefazione che nel tempo aumenta di dimensioni, possono nascondere patologie gravi, come un tumore osseo.
Ecografie, radiografie, TAC (e la sua evoluzione TC Scan) e biopsie sono gli strumenti principali che oggi consentono una più precisa diagnosi della malattia. L'ago aspirato, ad esempio, è la prima cosa da fare nel caso di un nodulo sospetto. La TAC è disponibile da qualche anno in veterinaria: si tratta di uno strumento fondamentale perchè permette di localizzare con precisione l'estensione di una massa tumorale e, alle volte, evitare inutili interventi quando l'animale non è operabile.

Consigli bibliografici

  • La Prevenzione di Tutti i Cancri di Hulda Regehr Clark - Macro Edizioni
    Include un programma di 3 settimane per curare il cancro e un programma per curare gli animali domestici.
  • Consigli di medicina alternativa per i nostri piccoli animali di Francesco Vignoli - Gruppo Sigem
    Tanti consigli di medicina alternativa per un trattamento terapico non-chimico dell'animale.
  • Oncologia Medica dei Piccoli Animali di Marconato - Poletto editore
  • Oncologia Veterinaria di HAHN KA - Editrice Estense - Giraldi Editore
  • Patologia sistematica veterinaria di Marcato P. S. - Il Sole 24 Ore-Edagricole
  • Diagnostica Istologica dei Tumori degli Animali Domestici di Autori Vari - Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche di Brescia
  • Oncologia clinica del cane e del gatto di MORRIS - UTET

DR Giuseppe Larosa
Si occupa prevalentemente di oncologia e chirurgia dei piccoli animali. Ha fondato nel febbraio del 1999, insieme ad un collega il dottor Fabrizio Ragazzini, l'A.N.T.A., Associazione Nazionale Tumori Animali, della quale è presidente ( info@antaonline.org ), che si occupa della cura degli animali colpiti da neoplasie. L’Associazione è un tentativo di diffondere “apertura mentale” nella prevenzione di queste patologie, un progetto che si pone l’obiettivo di aiutare i proprietari di animali colpiti da queste malattie che non possono sostenere le spese per le cure. Il Dr Larosa è, inoltre, presidente dell’Associazione “Animalieanimali.it Onlus”, associazione nata per perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale a favore degli animali e dell'ambiente attraverso Internet.
info@archiviolarosa.org