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Cosa ci vuole per tradurre (localizzare) un software?

Una cosa ben detta conserva il suo sapore in tutte le lingue.

John Dryden , Saggio sulla poesia drammatica, 1668

Per vendere o promuovere un software in un mercato estero, occorre tradurlo in una nuova lingua. Ciò significa che i programmatori devono analizzare tutte le linee di codice per identificare ogni minima stringa collegata a ciò che appare sullo schermo dell’utente finale. Già una traduzione solita richiede tanto tempo e la localizzazione del software è un processo ancora più complesso che richiede svariate risorse, tanta l’attenzione e un’enorme quantità di tempo.

Come si fa a tradurre un software?

Questo, certamente, dipende molto da come è stato fatto il programma, soprattutto con quale linguaggio.

Ma cosa c’entra il linguaggio di programmazione con la lingua in cui si vuole vedere un programma?

Tutto dipende da un set di caratteri, ciò da un elenco di caratteri che alcune lingue utilizzano per scrivere . Ad esempio, l’alfabeto latino si usa per scrivere le lingue romanze tra cui spagnolo, italiano, inglese, francese ed altre, invece l’alfabeto cirillico è usato per scrivere le lingue slave (il russo, l'ucraino, il bielorusso, il serbo-bosniaco ed altre).

Quindi se il linguaggio in cui viene creato il programma riconosce questi caratteri, possiamo essere sicuri, che avendo il codice sorgente sotto mano, traducendo ogni stringa, raggiungeremo il nostro scopo – avremo il programma in una lingua desiderata altrimenti il testo tradotto non sarà tradotto in modo corretto.

Come sappiamo tutti ci sono traduttori automatici, però, ogni lingua ha le sue espressioni tipiche che non esistono in un’altra lingua per cui un traduttore automatico va bene per capire più o meno il senso di un testo non troppo complicato o per farsi un po' di risate, ma se vi serve una traduzione fatta bene, ci vorrà sempre qualcuno che le faccia a mano.

Synilnyk Lyudmyla
Vulcano Sas

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