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Medicina Tradizionale Cinese: le basi

LE BASI TEORICHE FONDAMENTALI MTC (Parte Prima)

I Cinesi erano attenti osservatori della natura e dei suoi fenomeni, anche negli aspetti più sottili e nascosti da cui erano capaci di cogliere profondi insegnamenti; sapevano essere in sintonia con essa, seguendone e rispettandone i ritmi, senza contrastarla né porsi in conflitto, ma, soprattutto, di ogni fenomeno indagato, uomo compreso, consideravano la totalità degli aspetti in una visione globale e unificante, diremo oggi”olistica”.

Questo modo di pensare e poi di conseguenza di affrontare la vita, rivela la sua matrice Taoista, quella corrente filosofica di pensiero il cui obbiettivo primario era l‘osservazione della natura e delle sue leggi per adeguarvisi, anziché cercare di piegarle alle proprie esigenze, fluendo così in sintonia con esse secondo il noto principio etico della “non azione”, poiché l’intervento umano non è in grado di mutare il corso naturale degli eventi e, se tenta di farlo, finisce solo per creare disarmonia.

Sempre secondo il pensiero taoista tutto ciò che accade nell’universo, tutto ciò che si manifesta nel piano macrocosmico, quale espressione del Tao, l’Assoluto indistinto primordiale, si ripete anche su un piano microcosmico dell’uomo, un universo dunque in miniatura composto dagli stessi elementi, mosso dalle stesse energie, soggetto alle stesse leggi che compongono, muovono e governano stelle e pianeti, secondo una visione unificante.

Insieme a queste profonde determinanti influenze Taoiste, anche il Confucianesimo e il Buddismo costituirono dei significativi apporti per il pensiero e la cultura cinese, il primo per il notevole tentativo di dare un preciso ordinamento alla struttura sociale, sollecitando anche l’intervento attivo degli individui nella società, il secondo per il costante richiamo meditativo alla pratica del “vuoto interiore”.

La medicina cinese è dunque una medicina Globale, infatti considera l’uomo nella totalità degli aspetti che lo compongono in una visione davvero unitaria, senza suddividere, parcellizzare e indagare le singole parti fine a se stesse, come fa la specializzazione della nostra medicina, ma riconducendo sempre tutto all’unità: unità funzionale dei vari organi, unità inscindibile del corpo con la psiche, unità nell’equilibrio intimo e profondo delle forze che lo animano, così che il problema a carico di un organo riguarda tutto l’individuo e non si deve curare solo la malattia, ma il malato nella sua interezza, non si deve prestare attenzione al sintomo, ma all’uomo tutto nell’unità del suo manifestarsi. La globalità della visione cinese riguarda però anche l’unità profonda con cui l’uomo viene considerato rispetto alla natura e alle sue energie, rispetto cioè all’ambiente in cui esso è inserito e vive e che agisce su di lui con la totalità dei suoi aspetti.

“Globale” allora significa anche prendere in considerazione nella cura tutti gli aspetti che alla vita della persona sono correlati, quindi l’alimentazione, il movimento, la casa in cui abita, la meditazione, ecc. La visione è così davvero globale in tutti i sensi e diventa una interessante ricerca ampia ed integrale non solo sull’uomo e sulla sua salute, ma sul mondo intero e la sottile interdipendenza tra tutti i fenomeni.

CONCETTO DI TAO

L’antico maestro Lau Tzu, il mitico e leggendario fondatore dl Taoismo, afferma nel Tao Te King: “il Tao di cui si può parlare non è l’eterno Tao, il nome che si puo’ pronunciare non è l’eterno nome”. Diventa allora impresa quanto mai ardua il tentare di dare una definizione a parole, poiché la sua realtà sfugge a una precisa determinazione.

Possiamo allora dire che il Tao, invisibile, immateriale e perciò non percepibile con i sensi comuni e nemmeno definibile razionalmente a parole, può essere considerato il Principio Primo, l’Assoluto metafisico da cui tutto trae origine e a cui tutto fa ritorno in u processo ciclico e continuo. Qualcosa dunque che, se non può essere definito e colto direttamente con i sensi, è però intuibile attraverso gli effetti che produce, in quanto invisibile, ma continuamente operante in modo efficace e tangibile nell’universo intero, in cui lascia dei segni che l’uomo può vedere, ricercare e interpretare.

Il Tao infatti è al di fuori del tempo e dello spazio, non appartiene al mondo materiale fenomenico. L’uomo, immerso nel mondo materiale di cui egli stesso fa parte, non può arrivare a coglierlo, perché i suoi sensi possono percepire solo la realtà materiale fenomenica, che rappresenta dunque il segno, la traccia nel mondo manifesto del Tao. Sono questi segni che egli allora può conoscere, ricercare e interpretare.

Sempre nel Tao Te King, al capitolo 42, si legge: “Il Tao generò l’Uno, l’Uno generò il Due, il Due generò il Tre, il Tre generò le innumerevoli creature….”.

Un’ulteriore conferma che il Tao è quindi la vera origine di ciò che esiste nel mondo visibile, ma anche un motivo di riflessione sul fatto che il Tao , creando l’Uno, lo precede: è in pratica lo Zero, il nulla, quello che sempre nel Tao Te King viene definito anche il ”Vuoto mediano”, un vuoto che, a differenza di come lo concepiamo noi occidentali, ossia privo di tutto, è invece un qualcosa di anteriore a tutto e che perciò contiene in sé già il tutto, ma in modo indistinto e indifferenziato.

Possiamo allora dire che il Tao è il tutto, la somma di tutte le cose e in quanto tale, in quanto principio dell’universo, è da considerarsi come un modello di comportamento, ed ecco che il termine Tao è stato infatti successivamente nei testi taoisti come sinonimo di “Via”, “Cammino”, una via e un cammino che devono portare all’unione con il Tao stesso, facendo così riscoprire all’uomo la sua vera origine, la scintilla del Divino che è in lui, in pratica la sua eternità, al di là del velo fittizio e illusorio del mondo materiale in cui è immerso. Una notazione che può aiutare a penetrare il concetto del

Tao riguarda la sua rappresentazione grafica simbolica: Il concetto di Tao in cui è già compreso il tutto è rappresentato in prima istanza dal cerchio vuoto che rappresenta davvero il grande inizio, il ricettacolo dell’universo, l’assoluto, il Vuoto iniziale (Wu Chi). Quel vuoto da cui il tutto viene generato e di cui noi possiamo percepire gli effetti: le due forze opposte e complementari che esistono nell’universo e che sono già manifestazione del Tao.

YIN E YANG

Ecco allora dal concetto di Wu Chi che si arriva al vero diagramma del Tao: il “Tai Chi Tu” formato da due virgole di colore opposto che si completano, formando il cerchio, contenendo così il seme della valenza dell’altra (Fig. 1a): lo Yin e lo Yang. Quando infatti l’assoluto si manifesta, qualunque sia il significato e il nome che a esso attribuiamo, la sua manifestazione è sempre bipolare, perché senza due poli non ci può essere energia e non si determina il movimento e la creazione.

I cinesi chiamano questi due aspetti che si incontrano in ogni aspetto naturale, Yin e Yang, indicando in essi i due grandi archetipi prodotti dal manifesto del Tao, quei due concetti in base ai quali tutti i fenomeni possono essere classificati. E’ esperienza comune quotidiana che l’essenza stessa della vita è duale, che tutti i fenomeni del mondo naturale si osservano sempre due aspetti differenti e opposti: la notte ed il giorno, il caldo e il freddo, la luce e il buio, l’alto ed il basso, ecc. La vita in qualunque forma si esprima, a qualunque livello ed in ogni momento, si manifesta sempre nella dualità, è un dialogo tra due poli opposti: non è possibile sperimentare l’uno se non esiste l’altro. L’ideogramma cinese fornisce un aiuto alla loro comprensione: quello Yin rappresenta il lato in ombra di una collina in una giornata piovosa, quello Yang il lato della collina esposto al sole, con gli stendardi che sventolano.

Yin evoca perciò l’idea di freddo, buio, umido e viene associato all’acqua, che ne rappresenta il simbolo. Yang evoca l’idea di calore, luce, movimento e viene associato al fuoco. In base poi alle proprietà dell’acqua e del fuoco, intesi come simboli primitivi degli opposti, tutto ciò che esiste nel mondo può essere classificato come Yin e Yang.

Nella tabella Yin e Yang possono essere considerati separati solo per definirli concettualmente, per studiarli, ma essi rappresentano la vita e la sua perenne dinamica di movimento e di cambiamento e per questo non possono essere incasellati rigidamente, ma sempre comunque presenti in ogni fenomeno e ogni realtà.

Niente di ciò che esiste è solo Yin o solo Yang ma tutto ha in sé due spetti, sia pure in proporzione diversa, e dal loro equilibrio dipende dalla loro armonia.

LE LEGGI CHE GOVERNANO LO YIN E LO YANG

· Opposizione e complementarità in base alla quale ogni cosa in natura ha due aspetti, che sono tra loro opposti, ma nello stesso tempo mostrano una tendenza all’unità, che nasce proprio dalla loro opposizione reciproca.

  • Generazione in base alla quale i due aspetti dello Yin e dello Yang, presenti in ogni fenomeno, non sono statici, ma si trasformano, generando ciascuno il suo opposto, così come dalla notte nasce il giorno e viceversa.
  • Relatività in base alla quale un fenomeno non può essere definito Yin o Yang senza un punto di riferimento preciso.
  • Equilibrio in base alla quale lo Yin e lo Yang in condizione di normalità sono in un rapporto di reciproco equilibrio in cui, al rinforzarsi dell’uno, necessariamente corrisponde l’indebolimento dell’altro, rimanendo all’interno di una condizione di controllo vicendevole.

Tutte queste regole possono essere riscontrate nel diagrammo del Tao, il Tai Chi Tu, visto in precedenza. Anche nell’uomo esistono parti Yin e parti Yang. Quelle in superficie e in alto saranno Yang, quelle interne e basse sono Yin secondo il seguente schema.

YIN YANG

Parte bassa

Parte alta

Lato ventrale

Lato dorsale

Arti inferiori

Arti superiori

Piedi

Testa

Organi (pieni)

Visceri (cavi)

Ossa

Pelle

Addome zona ipogastrica

Addome zona epigastrica

Tibia e polpaccio

Coscia superiore