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LE SFIDE EMOZIONALI nel rapporto genitori-figli

Il percorso intrapreso da tutti noi, per imparare cosa è importante nella vita e su come trovare un senso di appartenenza, ha inizio fin dai primi momenti della nostra esistenza. Il personale punto di vista generale e sulla propria collocazione nel mondo si forma tra i 4 e i 6 anni, per questo si ritiene fondamentale il rapporto coi genitori nella formazione di un “nuovo adulto”. I fattori che influenzano lo stile di vita sono: l’ereditarietà, l’atmosfera e i valori familiari, i modelli di ruolo, i metodi educativi e la posizione del bambino nella famiglia. L’atmosfera familiare costituisce per il bambino un modello di relazioni umane, impara ad esempio cosa è importante e cosa no (la vincita della squadra del cuore, aiutare chi ha bisogno). Nello stesso periodo in cui elaborano le loro abitudini sullo stile di vita, sviluppano anche modelli di comportamento rivolti a scopi sociali, imparando ad individuare i propri limiti dalle risposte che gli altri danno alle sfide emotive che lanciano. Tale ricerca avviene con metodi positivi, ma se nel tempo non ottengono soddisfacimento o evidenziano incoerenze, si tramutano in comportamenti negativi, non cooperativi. Quando le sfide diventano un problema? Quando assumono dimensioni inadeguate e limitano fortemente lo svolgimento dei compiti quotidiani, diventando altresì un ostacolo alla maturazione armoniosa del bambino. Per identificare l’obiettivo del comportamento inadeguato, prestate attenzione a come vi sentite quando vostro figlio si comporta male, cosa fate rispetto a tale comportamento e come reagisce il bambino a ciò che fate voi. Pianto e Capricci : tipica richiesta di attenzione e bisogno d’indipendenza e autonomia. Rappresenta la difficoltà ad esprimere i sentimenti con le parole, è una fase transitoria. A volte può essere una trappola emotiva utilizzata come arma contro il genitore. Gelosia : emozione particolarmente intensa, aiuta a far fronte alle sfide della vita, a maturare, è una modalità di adattamento alle situazioni nuove o difficili. Rabbia/ Irrequietezza/ Timidezza : emozioni che permettono di diventare maggiormente consapevoli delle manifestazioni dei propri sentimenti. Bugie : esagerare o inventare storie è tipico dei bambini in età prescolare, poiché hanno difficoltà a distinguere il varo dal falso, la realtà dalla fantasia. Più tardi servono ad evitare le punizioni e ad allontanare la parte “cattiva” del bambino. consiglio : incoraggiare la comunicazione verbale, abbracciare (il contatto ha funzione distensiva) e indagare le motivazioni con l’ascolto attivo, aiutare nella gestione emozionale mostrando modalità più idonee di comunicazione, insegnare un confronto non da vittima e cercare di comprendere senza dare troppa importanza e quindi senza drammatizzare. Succhiare il dito/ Coperta di Linus : sono abitudini assolutamente normali nella prima infanzia, poiché legate alle paure e alle ansie, hanno lo scopo di comunicare insoddisfazione, il bambino potrebbe non aver voglia di crescere. Scompaiono da sole in genere. La pipì a letto : il controllo sfinterico inizia intorno ai 2 anni e in base all’educazione e ai propri ritmi individuali diviene completo intorno ai 3 anni. Il ripresentarsi può essere legato all’attraversamento di situazioni difficili e alle quali il bimbo fatica a trovare da solo una soluzione. Avviene quindi una sorta di regressione. Non ha nulla a che fare coi capricci. consiglio : sono dannosi minacce o punizioni da parte dei genitori, è molto importante la comunicazione e l’ascolto per ridurre la sua ansia e le preoccupazioni [i] . Il GENITORE EFFICACE sa che: I bambini comunicano maggiormente con il corpo che con il linguaggio, bisogna perciò imparare a riconoscerne i comportamenti. È impossibile dominare tutti gli avvenimenti che possono accadere al proprio figlio, prevenire qualsiasi desiderio ed evitargli qualsiasi problema toglie la voglia di sperimentare. Un bambino non dovrebbe mai essere deriso o ridicolizzato per i suoi sbagli, è importanti essere onesti, dicendogli delle difficoltà che dovrà affrontare, senza però far mai mancare la fiducia nelle sue capacità. E’ possibile modificare un comportamento modificando l’ambiente circostante : Ciò che conta è per lui è sentire nelle parole e negli atteggiamenti dei suoi genitori equilibrio, sicurezza, affetto e protezione . Ascoltate il bambino dando importanza ai suoi vissuti. Spiegate con calma, riportandogli esempi concreti. Date al bambino la possibilità di superare le paure con gradualità, senza mettere fretta. Mostrate fiducia nelle sue capacità generali e gratificatelo nei suoi progressi. La routine tranquillizza. Creare rituali essere abitudinari negli orari, soprattutto prima di addormentarlo, fare sempre le stesse cose (es.: peluches, bagnetto, fiaba, coccole) aiutano a passare una notte più tranquilla. Le fiabe sono un valido supporto per parlare ai bambini di cose che fanno paura e per insegnare strategie per sconfiggerla. Non bisogna "ammorbidire" la narrazione per evitare di parlare ai bambini di cose negative. Le fiabe tradizionali rassicurano: c’è sempre il male che fa paura, ma c’è anche l’eroe che lo annienta.
Bibliografia consigliata: Thomas Gordon, 1970. Genitori efficaci. Educare figli responsabili. Ed.La Meridiana