Sei in: Articoli: Carriera:

Guadagnare meno per vivere di più

La rivalutazione di antichi e nuovi valori, come una maggiore considerazione per i temi dell'ecologia, della salute fisica e psicologica, per una visione della vita in minore chiave consumistica, oltre che per un recupero di valori da tempo dati per superati come una rivalutazione dell'ozio e il recupero del concetto di lentezza, è alla base del fenomeno della cosiddetta semplicità volontaria che fa del downshifting uno dei propri cardini, ovvero rallentare, scalare la marcia, rinunciare volontariamente a una parte di reddito in cambio di tempo per stare con se stessi, i figli, il partner, gli amici, in maniera tale da godere di maggiore tempo libero.

La stragrande maggioranza lo ha fatto non solo cambiando lavoro e quindi regime di vita, ma anche scegliendo di abbandonare la città a favore di località costiere e di campagna.

Il fenomeno - che riveste già in paesi come Stati Uniti, Australia e Canada aspetti socialmente rilevanti, ha dato vita ad un vero e proprio movimento di pensiero ed è considerata dai sociologi una delle più eclatanti e vistose conseguenze di uno fra i molti mutamenti sociali e di costume intervenuti negli ultimi anni nell'ambito del mondo del lavoro.

Nell'era industriale fordista, la giornata media di una persona poteva essere paragonata a un uovo: il guscio rappresentava la giornata di 24 ore e conteneva, ben divisi, il tuorlo (il tempo dedicato al lavoro) e l'albume (quello riservato agli svaghi). Ora, il tuorlo s'è rotto, mescolandosi all'albume. Così diventa difficile separare i diversi momenti della giornata. I cellulari, i messaggi di posta vocale ed elettronica ci rintracciano anche durante le ore dedicate agli svaghi.

Visto che operiamo all'interno di un sistema, dove le scelte sociali influenzano quelle personali coloro che provano a "scalare un marcia" vengono sottoposti all'ostilità dell'ambiente che si preparano a lasciare, proprio per la loro scelta di rompere codici predefiniti e uscire dal gioco in anticipo. Coloro che restano aldiquà della linea li considerano anomalie. C'è da affrontare la solitudine, la gestione del tempo libero e la mancanza di uno stipendio fisso. Lo scalino più alto è quello economico. Rinunciare alla naturale inclinazione al consumismo, guadagnare facendo ciò che si ama, e non sempre una persona ha le idee chiare in proposito: è molto più semplice identificare ciò che non piace, piuttosto che individuare aspirazioni e mettere in pratica progetti.

Il downshifting riguarda un profilo di persona abbastanza definito.
Media borghesia, in possesso di un lavoro stressante, stancante e redditizio al tempo stesso, possibilmente con una buona rendita a disposizione.
Il ritratto che ne viene fuori è quello della generazione dei quarantenni di oggi. Forse la prima a riuscire a guardare con disincanto al meccanismo sociale ed economico perverso che ha dapprima abbracciato e da cui, ora, cerca di divincolarsi.