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Scelte e decisioni

“...incomprensibimente, incredibilmente, involontariamente, tutti facciamo delle scelte” (Alessandro Guardiani).

Oggi pomeriggio, navigando su internet, mi sono imbattuta in questa frase e automaticamente mi è venuto l’istinto di scrivere due righe a proposito di decisioni e scelte. È vero infatti, che “nel bene o nel male” (per così dire) si è costantemente di fronte ad una scelta: in ogni momento della nostra vita dobbiamo prendere una decisione e scegliere ad esempio se uscire o rimanere in casa, se iscriversi o meno all’università o più semplicemente se guardare la tv o andare al cinema. Non tutte le decisioni che ci apprestiamo a compiere risultano semplici ed automatiche come bere un bicchiere d’acqua: spesso infatti le decisioni risultano dolorose o comunque difficili da compiere e non sempre si prendono le decisioni giuste. Sebbene usi il termine giuste sarebbe meglio parlare di decisioni adattive per il soggetto in quanto esse possono risultare efficaci e funzionali per la sua vita oppure no. Da qui si capisce come una decisione adattiva per me in questo momento potrebbe non configurasi come tale in un momento diverso e così via.Più in generale, a livello di decision-making , è importante sottolineare l’importanza non solo delle fasi del processo decisionale e delle diverse strategie d’azione, ma anche degli stili decisionali individuali che siamo soliti applicare a tutte le situazioni in cui siamo chiamati a decidere. Uno tra i modelli più conosciuti è quello di Mann e collaboratori secondo il quale esistono 4 principali stili decisionali, vale a dire evitamento, procrastinazione, vigilanza ed ipervigilanza. Sulla base di questa tendenza individuale possiamo comprendere il perché di molti nostri comportamenti e partire dalla presa di consapevolezza di tali stili per modificare i comportamenti stessi. Un’area particolarmente densa di significato riguarda le decisioni scolastico-professionali. Esiste ormai un generale accordo nel ritenere che le decisioni relative alla carriera scolastico-professionale possano influenzare la qualità della vita delle persone: in particolare è stato dimostrato che la mancanza di prontezza e di risorse nella presa di decisione comporta problemi nella scelta di carriera (Savickas, 2004) e può indurre forme più o meno accentuate di disagio giovanile con storie lavorative instabili e frammentarie (Lucas, 1993; Nota, 1997, 1999; Savickas, 2003). Appare pertanto di fondamentale importanza evidenziare precocemente le modalità con cui gli individui prendono le decisioni ed individuare quei soggetti che potrebbero beneficiare di iniziative personalizzate con l’effetto di ridurre i loro livelli di indecisione consentendo il ricorso a procedure di scelta più consapevoli ed efficaci (Germeijs e De Boeck, 2003; Nota e Soresi, 2000).Ricollegandomi alla frase iniziale, che mi ha dato in un certo senso “l’ispirazione” per scrivere queste righe, se da un lato è vero che involontariamente tutti compiamo delle scelte e quindi prendiamo delle decisioni, nel senso che la vita ci “costringe” a farlo, dall’altro è vero anche che si può agire per migliorare la nostra modalità di scelta: se ci accorgiamo che le nostre azioni risultano inefficaci e che le nostre scelte si configurano come essenzialmente disadattive e disfunzionali, possiamo infatti agire per “invertire rotta” e perseguire sentieri alternativi verso il conseguimento dei nostri obiettivi.

Lara Busoni

Bibliografia:

Di Fabio, A., & Busoni, L. (2005). Gli stili decisionali dell’orientamento. Magellano, 28, 3-8.

Di Fabio, A., & Busoni, L. (2006). Tipologie di decisori e autostima, self-efficacy, percezione di fallimento cognitivo, personalità e soddisfazione di vita in un campione di apprendisti. Risorsa Uomo, 4, 327-340.

Leigh, A. (1987). Decisioni! Decisioni! Guida pratica manageriale al “problem solving” e al “decision making”. Milano: Franco Angeli.

Lara Busoni