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Tecnici e cittadini in prima linea

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Superato il primo scoglio, con il decreto che sancisce la nascita delle commissioni censuarie, è necessario procedere affrontando spediti la seconda fase strategica della riforma del catasto: la revisione degli estimi dei fabbricati.

Approntare un processo di acquisizione dei dati per il corretto funzionamento delle funzioni statistiche espresse nella legge delega, atte a determinare il valore patrimoniale medio ordinario e la rendita media ordinaria, non è solo strategico ma determinante per la buona riuscita dell'intera operazione.
Altrettanto cruciale sarà la durata della raccolta delle informazioni che - se adeguatamente supportata dal principio del “fisco amico” - ridurrebbe notevolmente i tempi di attuazione della riforma, fino anche a un minimo di due-tre anni contro i paventati cinque-sei, permettendo al Governo centrale, ma soprattutto agli enti locali, di disporre di dati aggiornati sul patrimonio immobiliare e realizzare finalmente «un sistema fiscale più equo».
Se si considera altresì quanto previsto dall'articolo 2, comma 1, lettera b) della legge 23/2014, per il quale occorre «prevedere strumenti, da porre a disposizione dei Comuni e dell'agenzia delle Entrate, atti a facilitare l'individuazione e, eventualmente, il corretto classamento degli immobili non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto...» si comprende che il processo di acquisizione dei dati dovrebbe avvenire attraverso un «rilievo asseverato», redatto da un tecnico incaricato dal proprietario che asseveri i dati rilevati e li trasmetta telematicamente alla nuova banca dati del catasto fabbricati. Il «rilievo asseverato» dovrà quindi consentire l'acquisizione diretta di tutte le informazioni estrinseche e intrinseche degli immobili. Ma non solo: il tecnico che assevera le informazioni sulle caratteristiche di un'unità immobiliare risponderebbe così penalmente per eventuali falsi ideologici e materiali in essa contenuti. D'altra parte, proprio il reperimento delle informazioni con cui alimentare gli algoritmi sarà la questione centrale della riforma.

Strategico sarà anche il coinvolgimento attivo dei cittadini – anch'esso prospettato dalla delega – con i proprietari che potrebbero richiedere l'intervento, dietro un “compenso convenzionato”, di un professionista abilitato a redigere la perizia e godere contestualmente di un'agevolazione fiscale sull'importo pagato. I contribuenti otterrebbero, grazie a un fisco realmente amico, un doppio risultato: risparmio e un corretto, e non impugnabile, accatastamento.
Nello specifico si potrebbe utilizzare quale leva fiscale una detrazione d'imposta fissa, che permetterà al contribuente di conoscere esattamente quanto potrà essere il bonus fiscale che gli spetterà per singola unità immobiliare. Oltretutto, una detrazione fissa permetterebbe il recupero fiscale anche in caso di insufficiente capienza.