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La riforma del catasto costa 500 milioni. Via in tre anni

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La riforma del catasto costa 500 milioni. Via in tre anni Il governo ha stanziato 205 milioni, ma difficilmente basteranno. In campo 560mila tecnici per le rilevazioni. Il presidente dei geometri fiscalisti, Mirco Mion: "Usare il principio amico. Le spese dei contribuenti siano interamente deducibili. Da sciogliere il nodo su quando fare partire il nuovo sistema". Il governo punta a una tassazione più equa

di GIULIANO BALESTRERI

MILANO - Tre anni e 500 milioni di euro. Tanto servirebbe per gli addetti ai lavori per portare a termine la riforma del catasto contenuta nella delega fiscale . Dopo le audizioni alla Camera e al Senato, sono partiti i lavori della commissione informale bicamerale che deve di fatto attuare la legge entro il prossimo febbraio. Punto cardine della norma è il catasto per il quale il governo ha stanziato 205 milioni fino al 2019. Le tappe sono serrate; entro giugno la formazione delle commissioni censuarie, entro fine anno la definizione dei parametri sui quali costruire l'algoritmo per definire il valore dei 60 milioni di immobili italiani. Valori sui quali verrà definita la base imponibile.

Il governo vuole un fisco più equo. Per questo spariranno i vani a favore dei metri quadrati, ma nel calcolo entrerà anche la classe energetica, l'affaccio dell'appartamento, la vetustà o la presenza di eventuali vincoli: il numero dei parametri non sarà eccessivo, ma dovrà essere congruo a raggiungere l'obiettiva cui mira l'esecutivo. Per evitare contenziosi e problemi futuri, poi, la legge delega fissa un paletto invalicabile: l'algoritmo utilizzato dovrà essere validato scientificamente. Non potranno essere quindi utilizzati metodi empirici. Resta da risolvere anche della regressività: il valore dei metri quadri cala progressivamente negli immobili ad ampia metratura. D'altra parte

- dicono gli addetti ai lavori - gli appartamenti più piccoli sono quelli più appetibili anche sul mercato.

Al lavoro ci sono diversi tecnici. Tre tre professionisti di Viareggio, Roberto Taucci, Marco Mancini, Daniele Bonucelli hanno messo a punto Valoriimmobiliari , ma sul campo sono scesi anche i geometri fiscalisti il cui presidente, Mirco Mion, è al tavolo di lavoro voluto dall'ordine nazionale: "Si può davvero rivoluzionare il catasto - dice Mion - ripartendo dall'anagrafe immobiliare integrata, rimasta lettera morta anche per la legge delega". Il nodo da sciogliere secondo il numero uno dell'Agefis, i geometri fiscalisti, è quando far scattare l'anno zero per il nuovo catasto: il momento in cui azzerare la vecchia fiscalità per sostituirla con la nuova.

I tempi necessari potrebbero anche essere rapidi, soprattutto con l'intervento sul territorio dei 560mila tecnici abilitati ad effettuare le rilevazioni. In Emilia Romagna, dopo il terremoto, con l'utilizzo di un software dedicato gli immobili sono stati mappati in pochi giorni: "Gli strumenti ci sono, il metodo applicato in Emilia è certamente replicabile è molti dati sono già disponibili grazie ai Dofca, i documenti catasto e fabbricati. Nella maggior parte dei casi basta integrare alcune voci, mentre ci sono 5/6 milioni di immobili per i quali dovremmo partire da zero".

Un lavoro che i tecnici abilitati potrebbero completare in poche settimane: "Basterebbe usare la formula del fisco amico come fatto per le ristrutturazioni edili - spiega Mion -. I cittadini potrebbero ricorrere all'autocertificazione asseverata da un tecnico con una parcella fino a 100 euro interamente deducibile dalle imposte". Un'operazione per la quale servirebbero circa 500 milioni di euro, ma potrebbe innescare un circolo virtuoso, "perché per molti scatterebbe il meccanismo di autotutela" aggiunge il presidente di Agefis: "Chi è convinto di pagare troppo sarebbe il primo a ricorrere all'autocertificazione asseverata per cominciare a risparmiare da subito. Certo il sogno sarebbe quello di arrivare a un testo unico per le imposte immobiliari, ma questo eccede la delega. Speriamo possa essere un punto di partenza".