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BENESSERE IN GRAVIDANZA

Molte donne, pensano che il movimento in gravidanza stimoli delle contrazioni, da evitare in questo periodo; ma l’utero è composto da tante fasce muscolari, la cui funzione è quella di contrarsi e di mantenere un certo tono anche quando sono in stato di rilassamento. L’utero di una donna non in gravidanza si contrae durante l’ovulazione, durante un rapporto, durante le mestruazioni, ….; l’utero di una donna con un bimbo dentro si contrae anche come reazione ai movimenti del bimbo, ad uno spostamento, …...Non ci si può, dunque, preparare ad una difficile maratona, come quella del travaglio, caratterizzata da centinaia di contrazioni , rimanendo inerme a letto per 9 mesi: ci deve essere una sorta di allenamento per delle contrazioni come buona risposta muscolare .

Sono da cogliere, invece, come segnali importanti o campanelli di allarme le contrazioni che, in rarissimi casi, hanno un ritmo ripetuto (esempio ogni 15 minuti per un periodo di tempo), oppure accompagnate d una perdita ematica e con una modificazione nella dilazione della cervice.

Il movimento in gravidanza:

Incoraggia la consapevolezza

Aumenta la flessibilità e la tonicità

Migliora la circolazione e la respirazione

Aumenta il livello di energia

Previene e rilassa dolori scheletrici e muscolari

Previene i più comuni disturbi

Permette di raggiungere un buon rilassamento

Sviluppa risorse per gestire le sensazioni ed il dolore in travaglio

Facilita le posizioni che si potrebbero adottare durante il travaglio

(Piera Maghella)

Attraverso il modello Funzionale, si può non solo affrontare i problemi legati alla gestazione, ma anche prevenire i disturbi del nascituro e farlo crescere nel miglior ambiente possibile.

In particolare il bambino è considerato come provvisto di un Sé originariamente già strutturato e integrato anche se in modo non ancora complessificato in molteplici sfumature, che può essere considerato suddiviso in quattro piani o aree funzionali: Emotivo (emozioni, sentimenti); Cognitivo (ricordi, fantasie, razionalità); Fisiologico (sistemi e apparati interni, fino al funzionamento microcellulare, chimico ed elettrico etc.); Posturale (distretti muscolari, morfologia, atteggiamenti del corpo). Nel corso dello sviluppo nessuna funzione nuova si aggiungerà a quelle già esistenti, ma si verificherà una progressiva specializzazione e complessificazione delle funzioni presenti originariamente. Il modello ci permette poi di capire come ciascun processo funzionale possa alterarsi nell’impatto con l’ambiente e con le fasi della vita o le vicende personali,

L’applicazione del modello della psicoterapia funzionale ai problemi specifici della gestazione e del parto, e più in generale della nascita, ha portato a risultati di grande interesse sia nel superare disturbi e malesseri della donna (ricorrenti durante questo periodo particolare) sia nell’operare un intervento di reale prevenzione per il nascituro nei riguardi di possibili future patologie, ricercando sin dalla vita intrauterina una condizione psicofisica ottimale.

Se consideriamo la situazione della gestante in chiave funzionale possiamo notare le seguenti tendenze, nelle modalità in cui i diversi piani funzionali possono alterarsi durante il periodo della gestazione. Lo sconvolgimento rapidissimo (se paragonato ai normali ritmi di crescita in età adulta) che avviene nel piano posturale, con il marcato mutamento della struttura somatica, delle proporzioni, della postura, della distribuzione del peso e del peso stesso, portano come conseguenza un effetto sul piano funzionale del cognitivo, che non riesce a seguire e a dare un senso a quanto così repentinamente va accadendo. Questo conduce a una diminuzione del controllo razionale, con conseguente aumentare delle fantasie, dei desideri incontrollati e dei ricordi. Se in quest’area la connessione con il sotto-piano dell’immaginazione progettuale è buona, si potrà raggiungere quella tipica condizione della gestante che riesce ad immaginare il bambino, che fa fantasie su come sarà, che ne progetta la stanza, il corredino e così via; ma se il collegamento tra immaginazione progettuale, desideri incontrollati e fantasie è già in difficoltà, la riduzione del controllo razionale sotto la spinta del mutamento posturale può portare a fantasie terrifiche, angosce e incapacità a organizzarsi, a preparare il necessario per il parto o per il bambino (spesso con l’alibi della scaramanzia). Un altro effetto della diminuzione del controllo si può notare sul piano emotivo, che prende più spazio e può diventare debordante.

Dietro ai cambiamenti del livello posturale si trova ovviamente tutta la modificazione dell’area del fisiologico, specie nei suoi livelli ormonali, della circolazione, della respirazione, …All’interno del fisiologico, in particolare, troviamo disturbi che affliggono le gestanti in maggiore quantità. Se all’interno dell’area fisiologica i vari sotto piani non sono in grado di assorbire i mutamenti, a causa degli alterati funzionamenti già in atto nella gestante, maggiori saranno i disturbi che questa si troverà ad affrontare. Per esempio quanto più è alterata la respirazione (cioè più alta e toracica, più controllata, meno profonda, più accelerata, con espirazione forzata, etc) peggiori sono i disturbi, come bruciori di stomaco, insonnia, nausea, stitichezza e così via.

Inoltre, a seconda delle scissioni presenti tra i diversi piani, nella situazione di partenza della singola donna, potremo avere conseguenze diverse sul bambino, apparentemente inspiegabili, ma al contrario facilmente comprensibili col modello funzionale. Ad esempio quelle gestanti tranquille e serene, apparentemente convinte in pieno della loro scelta, si potranno trovare ad avere a che fare dall’inizio con un neonato agitato, urlante, che non dorme mai, con chiari segnali di tensione e angoscia. Al contrario, quelle gestanti che si presentano pervase ossessivamente da pensieri angoscianti, a volte addirittura con fantasie paurose inarrestabili e catastrofiche, potranno vedere nascere bambini buoni, tranquilli e privi di tensioni. Nel primo caso un cognitivo e un emotivo scissi da un fisiologico alterato e irrigidito non hanno potuto impedire gli effetti che questo esercitava direttamente sul feto; nel secondo caso, invece, la stessa scissione in presenza di un fisiologico ben funzionante ha consentito al feto di svilupparsi in un ambiente favorevole e senza tensioni.

Se prendiamo in esame il modo in cui i piani funzionali reagiscono alla nuova situazione nella singola gestante abbiamo un quadro che ci fornisce indicazioni per un aspetto specifico di intervento sulla persona. Il tipo di lavoro specifico per la gravidanza si differenzia da altri approcci proprio perché rientra in una visione olistica della persona con tutte le sue aree funzionali. Per esempio molti corsi di “psicoprofilassi al parto” tendono a partire solo dagli ultimi mesi di gestazione e sono mirati al momento stesso del parto: viene utilizzata una respirazione accelerata e l’idea generale è di astrarsi dal dolore, rinforzando quindi il controllo. Queste tecniche, come quelle yoga, possono avere dei buoni risultati me possono anche produrre effetti negativi, a seconda della persona, cioè a seconda dello stato di integrazione funzionale presente durante la gravidanza. In questi casi, ad esempio, se il circuito del rilassamento non parte o si attiva solo parzialmente, la persona va in ansia perché non riesce a rilassarsi, avvertendo un senso di frustrazione o di incapacità. Il terapeuta che segue il modello Funzionale Corporeo, invece, dà la possibilità di realizzare il rilassamento usando un canale percettivo-emotivo-volontario-motorio.

Nell’approccio Funzionale c’è la necessità di modificare il tono muscolare di base della gestante e, insieme ad esso, tutto il sistema neuroendocrino che regola il sistema tranquillità-ansia e l’esigenza di arrivare ai sistemi che regolano i neurotrasmettitori e l’equilibrio tra quelli dello stress (adrenalina centrale e noradrenalina periferica) e i peptidi del benessere (endorfine, encefaline, sostanze P): ciò si può raggiungere agendo sullo stato del tono muscolare superficiale e profondo, sulle posture e posizioni e sulla riconnessione di tutte le aree funzionali, in un lavoro che prende in considerazione le capacità della singola gestante e non si basa unicamente su un’applicazione indifferenziata del controllo razionale.

Un ruolo molto importante è affidato alla respirazione che, diversamente da come è praticata in altre tecniche, è profonda e diaframmatica, con una espirazione non forzata ma volta a rilasciare le tensioni e le rigidità, in grado di interagire sugli equilibri vegetativi e su quelli ormonali, esattamente come si presenta nell’infanzia prima che ansie, paure e stress lo alterino. Questa respirazione, mantenuta poi in tute le fasi del travaglio e del parto, è inoltre quella che permette di dare fisiologicamente il massimo dell’ossigenazione possibile a madre e bambino.

Durante il percorso di accompagnamento alla gravidanza (quattro o cinque mesi massimo), l’intervento è volto ad aiutare la singola persona ad affrontare la gravidanza, a trascorrerla in uno stato di maggiore benessere possibile, ad affrontare il momento del parto in modo sereno e fisiologico; chi ne usufruisce, anche se solo negli ultimi mesi, avrà comunque un beneficio tangibile.

Si opera a livello del cognitivo , fornendo informazioni su gravidanza e parto, ridimensionando convinzioni errate e fantasie paurose; a livello della sfera dell’emotivo, lasciando spazio alle emozioni connesse alla condizione stessa, all’affrontare lo sconosciuto ed un nuovo ruolo di responsabilità, permettendo alla donna di esprimere in gruppo quello che spesso non può esprimere fuori.

Si lavora sul posturale, non solo in modo correttivo di atteggiamenti e posizioni errate e contratture muscolari croniche, ma anche per aumentare la gamma di movimenti lenti e morbidi.

Soprattutto si lavora sul fisiologico , a ripristinare una respirazione spesso alterata e per incidere sul tono muscolare.

Oltre all’intervento rivolto direttamente al benessere della gestante, altrettanto e forse più interessante per noi è invece il discorso della prevenzione di disturbi nel bambino, sia delle alterazioni funzionali precoci che della situazione di integrazione originaria. Prendiamo in considerazione come si può agire direttamente sul bambino durante la gravidanza, utilizzando questo periodo per lavorare al fine di evitare scissioni precoci, in quanto il bambino può essere “contattato” attraverso il sistema materno, cioè nell’interazione delle due aree fisiologiche (madre-bambino). Attraverso le sostanze chimiche, il tono muscolare, il battito cardiaco, la circolazione, il sistema della madre è in diretto contatto con il sistema fisiologico del bambino. Sono le modificazioni a livello fisiologico/neuroendocrino che permettono il concepimento, lo sviluppo del feto, l’espulsione al momento del parto e l’allattamento; ed è tramite il sistema fisiologico che il benessere o il malessere della madre, influenzato anche dalle condizioni circostanti, va ad agire sul bambino.

E’ noto ormai che quella intrauterina è un’esistenza ricca di stimolazioni sensoriali e umorali provenienti dall’ambiente uterino e che il feto ha molte capacità recettive, percettive e reattive a stimoli interni ed esterni. Si sa che gli effetti dello stress grave e prolungato nella madre agiscono sulla stimolazione umorale e ormonale del bambino attraverso il sistema ormonale di questa; che il sonno REM della madre ha incidenza sul sonno REM del bambino; che anche un momento di forte emozione, per es. paura, si comunica e agisce sul bambino non con una trasmissione diretta di emozione ma tramite una scarica di adrenalina, la tachicardia, l’alterazione del respiro. Il sistema di comunicazione diretta tra il bambino e il mondo passa attraverso il fisiologico via cavo (il cordone ombelicale), e via parete attraverso l’utero. Solo il piano funzionale posturale della madre, oltre a quello fisiologico, invia una quota di messaggi direttamente al bambino, ed è quella relativa alla qualità dei movimenti, che possono venire da lui percepiti direttamente nel loro essere bruschi, violenti, a scatto oppure lenti, morbidi, delicati, potendo così influenzarne l’organizzazione del Sé in crescita.

Pertanto il lavoro con la gestante è mirato a prevenire alterazioni e turbe precoci nel bambino e consiste per noi in un intervento volto con particolare riguardo all’area funzionale fisiologica. Si lavora soprattutto per ristabilire un respiro profondo diaframmatico, allentare le tensioni muscolari ammorbidendo il tono della parete dell’utero, diminuire lo stato d’ansia e agitazione della donna e con esso le sostanze che fluiscono dal suo sangue a quello del bambino, oltre a incoraggiare movimenti lenti e morbidi.

Riferimenti bibliografici

Il modello Funzionale nella prevenzione perinatale ( nov.1992. ), di P. Bovo e A. Duguid . In Riza Scienze, Milano -

Il movimento in gravidanza , di P. Maghella

Sostegno psicologico in gravidanza (2005), di P.L. Righetti e D. Casadei. Ed. Scientifiche Ma.Gi.