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Curare l'ansia

COME SI CURA L'ANSIA: FARMACI E TRATTAMENTI
Cominciamo con il buon senso: l’ansia non va combattuta, non dobbiamo combattere, dobbiamo cedere e imparare a non pretendere niente da noi stessi, dobbiamo fare le cose per come le sappiamo fare non per come dovrebbero essere fatte. L’idea di non migliorarci ci può regalare uno stato di pace, non dobbiamo avere alcuna aspettativa ma essere semplicemente presenti nelle azioni che facciamo. Spesso nella vita di tutti i giorni ci sforziamo di voler essere agli occhi degli altri un modello, un punto di riferimento, una persona sulla quale poter contare; cerchiamo sempre di fare la cosa giusta nel momento giusto, di accontentare tutte le richieste che ci vengono fatte dalle persone che amiamo. Ma quando tutto questo ci allontana dai nostri veri desideri, quando ci imponiamo di essere quel modello a tutti i costi, allora la nostra psiche si ribella a quell’Io troppo rigido che non ci permette più di esprimerci come dovremo. Dobbiamo accogliere l’ansia come un consiglio che ci viene dato dal nostro corpo che in qualche modo non vuole più sottostare a quella figura di perfezione che ogni giorno ci sforziamo di essere. Dobbiamo cercare di abbandonare abbandoniamo l’idea di dover apparire per poter essere, diamo più spazio ai nostri desideri, lo sforzo che ognuno di noi dovrebbe compiere consiste nel non arretrare dinanzi alla possibilità di vivere nuove esperienze.
Sono molte infatti le persone convinte che coltivare un solo grande interesse e diventare dei super professionisti in quel campo, sia una delle più grandi possibilità per realizzarsi nella vita. In realtà non è così. Concentrare tutto il proprio impegno e le proprie energie, potrà si farci raggiungere una meta specifica, magari anche prestigiosa e degna di rilievo, ma questo traguardo pregiudica e ostacola la possibilità di crescere. Maggiore sarà la nostra specializzazione in un campo, minore sarà il grado di conoscenza della realtà che riusciremo a raggiungere. Impegnarsi in un’unica direzione e sfruttare solo una minima parte delle risorse di cui siamo dotati, significa compiere un grave errore e condannarci senza volerlo a una drastica limitazione conoscitiva.

Curare l'ansia con la psicoterapia cognitiva-comportamentale
La terapia cognitiva-comportamentale ha una grande efficacia su questi disturbi: il modello cognitivo ipotizza che le emozioni e i comportamenti delle persone vengono influenzati dalla loro percezione degli eventi. Non è la situazione in sé a determinare direttamente ciò che le persone provano, ma è piuttosto il modo in cui esse interpretano certe esperienze. All’origine dei disturbi vi è, dunque, un modo distorto di pensare, che influenza in modo negativo l’umore e il comportamento del paziente. La terapia cognitiva-comportamentale aiuta le persone ad identificare i loro pensieri angoscianti e a valutare quanto essi siano realistici. Mettendo in luce le interpretazioni errate e proponendone delle alternative - ossia, delle spiegazioni più plausibili degli eventi - si produce una diminuzione quasi immediata dei sintomi. Infatti, una valutazione realistica delle situazioni e la modificazione del modo di pensare producono un miglioramento dell’umore e del comportamento.
Benefici duraturi si ottengono con la modificazione delle credenze disfunzionali sottostanti del paziente e attraverso l’addestramento dei clienti a queste abilità cognitive.
Le interazioni dei soggetti con il mondo e con le altre persone li portano a maturare alcuni convincimenti attraverso l’apprendimento - le loro credenze - che possono variare nella loro esattezza e funzionalità. Attraverso la psicoterapia cognitiva-comportamentale le credenze disfunzionali possono essere “disimparate” e possono essere apprese e sviluppate nuove credenze più realistiche e funzionali.
In sintesi, la TCC agirà sui pensieri automatici (che sono il livello cognitivo più superficiale: i pensieri e le immagini distorte che attraversano in maniera rapida e incontrollata la mente di una persona di fronte a certe situazioni specifiche e ne condizionano negativamente l’umore), le credenze intermedie (opinioni, regole e assunzioni disfunzionali) e le credenze di base (che costituiscono il livello di credenza più profondo: sono globali, rigide e ipergeneralizzate).

Nello specifico dei disturbi d'ansia si lavorerà su quella che è la credenzea centrale dell’ansia: l’intolleranza dell’incertezza, con due declinazioni diverse:
- Non tollero che di fronte all’incertezza mi si generino emozioni troppo forti “sono troppo debole emotivamente”, “non reggerei” (intolleranza dell’emozione negativa)
- Temo che non sapendo esattamente cosa succederà, quello che mi aspetta sarà sicuramente negativo
Allora la terapia cognitiva lavora sulla tolleranza dell’emozione negativa e sulla formulazione di ipotesi alternative (“non è detto che andrà così”).


Curare l'ansia con gli psicofarmaci
I farmaci hanno conquistato sempre di più il mercato tali da rappresentare più un business che un vero intervento per guarire dall'ansia.
Solitamente gli ansiolitici sono il primo presidio che viene adottato dal medico di base. Spesso però, dopo una prima prescrizione, il paziente tende ad autogestire la terapia modificando i dosaggi e questo è da evitare perché gli ansiolitici, se non usati correttamente possono causare dipendenza, disturbi della concentrazione, dell’attenzione e della memoria. Il farmaco non è l’unico rimedio contro l’ansia. Diversi studi scientifici confermano che l'ansiolitico non si rivela più efficace di altri trattamenti. Le strategia non farmacologiche, come la psicoterapia cognitiva-comportamentale, le tecniche di counselling o gli interventi psicologici di sostegno rappresentano una risposta terapeutica di grande efficacia.