Sei in: Articoli: Disfunzioni tiroidee e MIcoterapia:

Disfunzioni tiroidee e Micoterapia

Il problema della patologia tiroidea in generale e del morbo di Hashimoto in particolare sta diventando una vera epidemia a livello mondiale. Nei paesi occidentali ormai quasi la metà delle donne, in un certo momento della loro vita, scoprono un deficit di funzione tiroidea che comporta moltissimi sintomi clinici, per citarne solo alcuni dei più comuni e meno gravi, tipici delle fasi iniziali della malattia:

  • freddolosità
  • repentini cambi di umore
  • aumento di peso
  • depressione
  • secchezza della pelle
  • stipsi e gonfiore addominale
  • senso di affaticamento
  • mestruazioni irregolari e troppo abbondanti
  • fragilità di unghie e capelli



L'approccio della Medicina Ufficiale è a dir poco semplicistico: si monitora la situazione con periodiche analisi, non si fa quindi nulla nelle prime fasi della malattia e si interviene quando la ghiandola Tiroide da segni di insufficienza, prescrivendo univocamente un farmaco ormai a tutti noto : Eutirox. Si inizia spesso con i 25mcg ma poi è quasi inevitabile un incremento della dose, fino ad arrivare ai 100-125 mcg al giorno che hanno un effetto soppressivo-sostitutivo sulla funzione della ghiandola. Dopo anni di questa terapia la Tiroide scompare, si atrofizza ed il paziente diviene schiavo di questa compressa sostitutiva, non priva di effetti collaterali, non facilissima da dosare nello specifico caso.

Come ho già detto in miei precedenti scritti su questo argomento l'approccio della Medicina Naturale - Integrativa è completamente diverso. In realtà non esiste uno schema, un protocollo buono per tutti, ogni caso va valutato singolarmente. Il paziente può arrivare ad essere ipotiroideo attraverso varie strade : squilibrio ormonale, assunzione di farmaci o acqua o cibi con effetto negativo sulla Tiroide, patologie virali, stress psicofisici, squilibri immunitari. Per il medico di Medicina Integrativa, soprattutto se la patologia è colta nelle sue prime fasi, è molto importante capire o ipotizzare la ragione del problema in quello specifico paziente.

Le possibilità terapeutiche nell'ambito della Medicina Integrativa sono molte , oltre allo specifico consiglio dietetico ed alla correzione eventuale dello stile di vita, si può ipotizzare l'impiego di vari integratori che vado citando sinteticamente :

  • L-Tirosina , si tratta di un aminoacido molto importante perchè rappresenta il mattone da cui la Tiroide sintetizza l'ormone tiroideo. La tirosina è biologicamente importante in quanto precursore di vari ormoni, quali la tiroxina (un ormone tiroideo) e le catecolammine (dopamina, noradrenalina e adrenalina), e della melanina. La tirosina rappresenta un fondamentale substrato per la sintesi di neurotrasmettitori e aumenta i livelli ematici degli stessi. L'effetto regolatore dell'umore è particolarmente osservabile in pazienti depressi e in condizioni di stress. Una grande quantità di studi indicano l'utilità dell'assunzione di tirosina in condizioni di stress, freddo, affaticamento, lavoro prolungato e insonnia. La tirosina è un fantastico riequilibratore del TSH e degli ormoni tiroidei
  • Selenio , elemento minerale fondamentale per la sintesi degli ormoni tiroidei più attivi e per la protezione dell'organismo dai danni legati all'Autoimmunità.
  • Iodio, elemento minerale chiave per la sintesi degli ormoni tiroidei che deve essere usato però in dose e modalità opportune per non causare l'effetto opposto
  • Zinco , elemento minerale essenziale per la funzione dell'Ipofisi, che nutre e sostiene la ghiandola Tiroide
  • Omega 3 , sono grassi poli insaturi essenziali per diminuire i fattori infiammatori organici e quindi anche per regolare la funzione immunitaria
  • Vitamina D , sostanza spessissimo carente nella nostra popolazione, fondamentale non solo per le ossa e per la prevenzione di molte forme tumorali, ma anche per una buona funzione tiroidea.
  • Vitamina A : il beta-carotene, il precursore della vitamina A, in caso di insufficienza della tiroide non si trasforma più in vitamina A e quindi i soggetti ipotiroidei possono presentare segni di ipovitaminosi A. D'altra parte la mancanza di vitamina A riduce l'attività secretoria della tiroide creando così un circolo vizioso che può essere interrotto solo con l'integrazione.
  • Acido Caprilico , ricavato dall'olio di cocco, questa sostanza non è utile solo per debellare la candida intestinale ma anche per proteggere la ghiandola Tiroide.
  • Glutatione , importantissimo anti ossidante e fattore di protezione per tutte le cellule del nostro organismo. E' l'unica molecola che può difenderci dall'aggressione del Mercurio e dei metalli pesanti in generale. Non è sempre facile trovare una forma ben assorbibile di questa sostanza e spesso si ovvia somministrando i suoi precursori ( Cisteina, Glutammina e Glicina ).


Ho citato solo alcuni concetti terapeutici salienti, penso sia importante aggiungere che le pere sono un frutto particolarmente utile per supportare la funzione tiroidea e che la soya ha invece un effetto deprimente sulla ghiandola.

Dott. Ivo Bianchi
Dopo aver praticato Medicina Interna presso i reparti di Patologia e Clinica Medica dell'Università di Verona... da quasi 30 anni mi interesso delle varie branche della Medicina Naturale

Specializzazioni: Medicina Interna Omeopatia Omotossicologia

Biografia
(fonte: Dott. Ivo Bianchi in scienzanatura.it)



La tiroide è un organo impari, situato nella regione anteriore del collo alla base della gola. Questa ghiandola ricopre un ruolo fisiologico estremamente importante, poiché influenza direttamente lo sviluppo scheletrico e cerebrale, partecipa alla regolazione del metabolismo corporeo tiroide e allo sviluppo di pelle, apparato pilifero ed organi genitali.

Situata anteriormente rispetto alla laringe e alla trachea, la tiroide consta di due lobi, uno destro ed uno sinistro, tra loro congiunti da una porzione trasversale detta istmo; questa particolarità anatomica conferisce alla tiroide un aspetto simile ad una H o, più artisticamente, ad una piccola farfalla.

In un adulto sano ciascun lobo misura circa cinque centimetri, mentre la tiroide raggiunge, nel suo insieme, un peso di circa venti grammi. Peso e dimensioni possono tuttavia variare, anche considerevolmente, in base all'età (calano con l'invecchiamento), al sesso (sono superiori negli uomini) e alle modificazioni ormonali (pubertà , gravidanza, allattamento, fase del ciclo mestruale, menopausa).

Oltre a T3 e a T4, la tiroide, con le sue cellule "parafollicolari" o "cellule C" (situate sul contorno dei follicoli), produce un terzo ed importantissimo ormone, chiamato calcitonina .

La sua azione è definita ipocalcemizzante, in quanto viene prodotta e secreta con lo scopo di abbassare il calcio in circolo, ostacolandone l'assorbimento a livello intestinale, favorendo la sua deposizione nelle ossa e l'escrezione a livello renale.

La calcitonina ha attività diametralmente opposta a quella dell'ormone delle paratiroidi o paratormone.


Contrariamente ad altre ghiandole endocrine, la tiroide contiene abbondanti riserve ormonali, cosicché le fluttuazioni quotidiane dell'apporto di iodio non determinano importanti alterazioni della sua funzionalità. E' tuttavia importante non sottovalutare il ruolo di questo minerale nell'alimentazione quotidiana, soprattutto durante la gravidanza, un periodo in cui un eventuale carenza potrebbe causare aborto o deficienze mentali piuttosto serie (cretinismo) durante lo sviluppo del feto. Il consumo di alimenti cosiddetti "gozzigeni" (perché capaci di sequestrare lo iodio assunto con la dieta) non riveste particolare interesse clinico, salvo in quei rari casi in cui l'apporto alimentare di iodio è particolarmente basso (eventualità scongiurata dal semplice consumo di sale iodato). Per lo stesso motivo non vi sono evidenze convincenti che il consumo di soia e dei suoi isoflavoni possa rallentare la funzionalità tiroidea. Le dosi di assunzione raccomandate per la popolazione italiana sono di 150 mcg di iodio al giorno e, per la donna, 200 mcg/die durante l'allattamento e 175 mcg/die in gravidanza.

Una volta prodotti, gli ormoni tiroidei possono essere direttamente convogliati nel circolo sanguigno oppure depositati nella colloide dei follicoli tiroidei; questi ultimi sono strutture sferiche dotate di una cavità centrale ripiena di un denso materiale glicoproteico, detto appunto colloide. Al suo interno troviamo grandi quantità di tireoglobulina, una proteina piuttosto complessa, con numerosi residui di tirosina, che costituisce la forma di deposito di
T3 e T4 . Al momento del bisogno interviene un enzima specifico che, all'interno del follicolo, libera gli ormoni tiroidei dal loro legame con la tireoglobulina, come succede, per esempio, in risposta all'azione stimolante del TSH .

La colloide costituisce una riserva di ormoni tiroidei sufficiente per 2-3 mesi.
Le molecole ormonali secrete dai tireociti (o cellule della tiroide) sono costituite soprattutto da tiroxina e soltanto in minima parte da triiodotironina; è tuttavia quest'ultimo ormone ad avere maggior gioco nella fisiologia cellulare. Va inoltre sottolineato che la maggior parte del T3 circolante non è di origine tiroidea, ma deriva dalla monodeiodazione periferica di T4, che avviene soprattutto a livello epatico; T4 può quindi essere considerato una sorta di proormone.

Il trasporto degli ormoni prodotti dalla tiroide nel torrente ematico è mediato da specifiche proteine plasmatiche, come la TBG e l'albumina; solo la piccola quota di T3 e T4 che sfugge a questo legame è metabolicamente attiva.



Nell'organismo umano nulla è affidato al caso, ogni reazione metabolica è finemente intrecciata con le altre ed avviene con lo scopo preciso di mantenere in equilibrio il sistema interno. Così, anche per la tiroide, esiste un fine meccanismo regolatorio deputato a controllarne le funzioni. In effetti, l'attività secretoria di questa ghiandola è influenzata da numerosi ormoni, primo tra tutti il TSH od ormone tireostimolante, la cui secrezione è a sua volta controllata dal neuroormone ipotalamico TRH (o fattore di rilascio dell'ormone tireostimolante).

Come dice il nome stesso, il TSH, prodotto dal lobo anteriore dell'ipofisi o ghiandola pituitaria, viene liberato quando si abbassano i livelli degli ormoni tiroidei nel sangue. Una volta secreto, il TSH stimola la tiroide ad incorporare più iodio, a sintetizzare più ormoni tiroidei e a liberarli in circolo.

Al contrario, quando i livelli di T3 e T4 salgono, la secrezione dell'ormone viene inibita secondo una reazione conosciuta come "feedback negativo". Questo complesso meccanismo regolatorio consente di mantenere un equilibrio ormonale adeguato alle esigenze dell'organismo.

Il nostro corpo, in pratica, ricalca la funzione del termostato di una caldaia: quando la temperatura dell'acqua scende al di sotto di un valore limite il bruciatore si accende e riscalda il liquido fino a quando, raggiunta una temperatura massima prefissata, viene spento automaticamente.

Il paragone con la caldaia non è affatto casuale; gli ormoni prodotti dalla tiroide rappresentano infatti uno stimolo importante per l'attività metabolica dei tessuti, un'azione resa particolarmente evidente dal tipico fenotipo dei soggetti ipertiroidei (magrezza accentuata, sudorazione profusa, intolleranza alle alte temperature, cute calda e sottile, corporatura esile ed una caratteristica protrusione dei bulbi oculari). Un'iperfunzione tiroidea, contenuta entro i limiti fisiologici, provoca un aumento del metabolismo corporeo e favorisce il dimagrimento. Per questo motivo ritroviamo lo iodio in molti prodotti dimagranti di sintesi (i cosiddetti brucia grassi) o naturali (fucus, laminaria); alcuni atleti o medici senza scrupoli arrivano addirittura ad assumere/prescrivere ormoni tiroidei o loro precursori, con lo scopo esclusivo di migliorare l'aspetto fisico (vedi bodybuilder) o la performance atletica. Si tratta tuttavia di una pratica pericolosissima per la possibile insorgenza di disfunzioni croniche alla tiroide. In ogni caso, terminata l'assunzione, si avrà comunque un temporaneo rallentamento di tutte le funzioni corporee a causa del "feed back negativo" descritto poche righe orsono.


Malattie della tiroide

Se la tiroide non è abbastanza attiva, si parla di ipotiroidismo. L’ipotiroidismo può portare ad aumento di peso, stanchezza e scarsa tolleranza delle basse temperature. Se la tiroide è troppo attiva (ipertiroidismo) si producono più ormoni tiroidei di quanto necessiti il corpo, con conseguente perdita di peso, aumento del battito cardiaco e sensibilità al calore.

Si definisce
ipertiroidismo una condizione clinica caratterizzata dall'aumento degli ormoni tiroidei in circolo. L'ipotiroidismo ricalca invece la condizione opposta (sindrome clinica caratterizzata da sintesi insufficiente o carente azione di T3 e T4 a livello tissutale). Gli ipertiroidismi possono essere primitivi, cioè dovuti a malattie della tiroide, secondari e terziari; i primi dipendono da patologie che ne incrementano l'attività, quali la malattia di Basedow o morbo di Graves (di origine autoimmune), l'adenoma iperfunzionante ecc; gli ipertiroidismi secondari dipendono da iperincrezione di TSH, in genere a causa di un tumore ipofisario; infine, le forme terziarie sono provocate da eccessiva secrezione ipotalamica di TRH.


Qualunque sia la sua natura, l'ipertiroidismo determina un aumento del consumo di ossigeno, cui consegue un aumento dell'attività cardiaca, della produzione di calore, del catabolismo e dell'irritabilità del sistema nervoso.

Similmente all'eccesso, anche un difetto nella quantità di ormoni tiroidei (
ipotiroidismo ) può avere origini primitive o secondarie. Gli ipotiroidismi primitivi dipendono da alterazioni della tiroide che ne abbassano l'attività, quali atrofia idiopatica, carenza di iodio nella dieta o tiroidectomia (asportazione chirurgica della tiroide). Gli ipotiroidismi secondari sono in relazione con deficit di increzione dei due principali ormoni che regolano l'attività della ghiandola (TRH e TSH) per patologie ipotalamiche e/o ipofisarie, quali neoplasie, o per loro asportazione chirurgica.

I sintomi dell'ipotiroidismo dipendono dal rallentamento generale del metabolismo e della funzionalità nervosa, che determina cretinismo nel feto, ridotta crescita staturale e dello sviluppo sessuale in epoca puberale, mixedema nell'adulto (pallore, voce roca, cute mixedematosa ecc). Qualunque sia la sua causa, la difettosa sintesi di ormoni tiroidei stimola l'increzione dell'ormone tireostimolante ed il suo fattore di rilascio ipotalamico. Come descritto in precedenza, il bersaglio di questi ormoni è la tiroide, che accelera la propria attività aumentando, come i muscoli in risposta all'allenamento, il proprio volume (ipertrofia tiroidea o gozzo) fino a raggiungere un peso di centinaia di grammi.
Se tale compenso è sufficiente si mantiene la normale funzionalità tiroidea (gozzo semplice), in caso contrario si ha ipotiroidismo con gozzo.

Nell'adulto, quindi, gli ormoni tiroidei non sono essenziali per la sopravvivenza, ma sono importanti per la qualità della vita.

I disturbi della tiroide sono piuttosto frequenti, tanto da colpire in media una persona su venti, con una netta prevalenza nella popolazione femminile. Come accennato queste disfunzioni possono avere varia natura (ipertiroidismo, ipotiroidismo, crescita anomala della tiroide e, più raramente, tumori della ghiandola tiroidea).
La cura del disturbo, attraverso farmaci specifici, porta generalmente alla guarigione e anche il cancro alla tiroide, se preso in tempo, può essere debellato.


Validi motivi per avere una Tiroide “in equilibrio”


1) Per mantenere alto il desiderio sessuale.

Se la tua tiroide, per esempio a causa di noduli o di una malattia autoimmune, produce ormoni in eccesso o in difetto, è facile che ne risenta negativamente anche il desiderio sessuale. Infatti, gli ormoni tiroidei influiscono sia sul bilancio tra i neurotrasmettitori serotonina e dopamina, sia, indirettamente, sul rilascio degli ormoni sessuali (estrogeni, progesterone e testosterone), che influiscono anche sulla libido

2) Per avere unghie, capelli e pelle forti e belli.
Quando la tiroide non produce a sufficienza ormoni tiroidei, per esempio per colpa di un gozzo o di piccoli noduli, ne risentono anche le unghie e i capelli, che sono tendenzialmente più fragili e quest’ultimi tendono a cadere. Cio’ accade in quanto i follicoli capilliferi sono particolarmente sensibili all’azione degli ormoni tiroidei. Questi influenzano il metabolismo cellulare delle proteine, dei carboidrati, dei lipidi e dei minerali. Le cellule della matrice del capello, dati gli elevati livelli di attività metabolica, sono assai profondamente influenzate dalla carenza o dall’eccesso di ormoni che derivano dalla tiroide. Anche la pelle ne risente diventando più secca, oltre che pallida.
La pelle è altresi’ mal irrorata, di conseguenza è fredda e tende ad ispessirsi. I tessuti sottocutanei assumono una consistenza spugnosa e solida (mixedema). Cio’ accade in quanto gli ormoni tiroidei influenzano il metabolismo dei fibroblasti e di conseguenza la salute della nostra pelle.

3) Per non essere troppo magra senza motivo o per non sentirti sempre gonfia come un pallone.
Gli ormoni tiroidei T3 e T4, che sono gli unici nell’organismo ad essere costituiti anche da iodio, regolano il metabolismo: così, se per qualche squilibrio o disturbo della tiroide sono in eccesso il metabolismo è troppo veloce e si tende a dimagrire anche se si mangia molto. Se, invece, sono insufficienti, come accade nell’ipotiroidismo, il metabolismo rallenta e, oltre tutto, si tende a trattenere più liquidi, col risultato di essere sovrappeso e soprattutto gonfia – soprattutto al viso – anche se si mangia poco.

4) Per non soffrire ad ogni sbalzo climatico.
Sempre loro, gli ormoni tiroidei, regolano la produzione di calore nell’organismo, aumentando o diminuendo il consumo dell’ossigeno: ecco perché chi è ipertiroidea, quindi produce troppi ormoni tiroidei, tende a soffrire particolarmente il caldo per un eccesso di calore interno, al contrario di chi è ipotiroidea, che è sempre freddolosa. Per lo stesso motivo, sia chi è ipertiroidea, sia ipotiroidea ha un sistema di termoregolazione alterato che rende più difficile adattarsi prontamente agli sbalzi climatici, tra l’altro così frequenti per il riscaldamento globale.

5) Per essere scattante e piena di energia.
Oltre a modulare il tono dell’umore, la tiroide influendo sul metabolismo e sull’utilizzo dell’ossigeno da parte delle cellule determina anche la maggiore o minore carica di energia fisica (oltre che psicologica) a disposizione. Non a caso, l’ipertiroidismo provoca uno stato di continua sovreccitazione e di superattivismo logorante, che rende anche difficile addormentarsi la sera, mentre l’ipotiroidismo rende facilmente stanche, prive di energie (soprattutto al mattino, appena sveglie).



Le donne spesso dopo la menopausa, ma anche in età più giovane, sempre più frequentemente, cominciano ad ammalarsi di tiroidite, soprattuto di Tiroidite di Hashimoto (fonte: Dr. Walter Ardigò)

Non tutti sanno che i funghi curativi, Reishi, Agaricus e Shiitake possono riequilibrare la funzione tiroidea.

Esami alla mano, molte persone hanno toccato con mano che assumendo le loro compresse di Reishi Agaricus e Shiitake hanno visto avvicinarsi e tornare alla norma i valori alterati. Sia quelli degli ormoni tiroidei (T3, T4 eTSH), sia quelli degli anticorpi autoimmuni anti-tireoperossidasi (Ab anti-TPO) e anti-tireoglobulina (Ab anti-Tg).
Questi funghi che sono ricchissimi di preziosi rimedi naturali e di salute, sottoforma di compresse, sono una comoda abitudine da assumere sedendoci a tavola.

Si potrebbe dire un fungo al giorno toglie le malattie di torno.
Questa piccola abitudine può davvero aiutarti a recuperare la salute della tiroide.
Le compresse di Reishi, Agaricus e Shiitake non sono solo alleati della tiroide, ma anche dela salute di tutto il corpo, a cui contribuiscono notevolemente.

Infatti rafforzano il Sistema immunitario contro tutti i patogeni, febbre allergie o altro, depurano il fegato da tossine chimiche o biologiche, rendono bella la pelle, danno più energia e benessere.

Come fanno ad aiutare la tiroide ?

La causa delle disfunzione della tiroide, viene dal sistema immunitario, che si è ammalato. E dietro alla disfunzione del sistema immunitario, c’è quasi sempre un problema intestinale, come ad esempio stitichezza colite mancanza di fermenti lattici. Shiitake “mette a posto” l’intestino, Agaricus e Reishi ”mettono a posto” il Sistema immunitario che non attacca più la tiroide. La tiroide viene aiutata nella ripresa da Agaricus e Reishi, ma si riprende anche perché non è più colpita dagli auto-anticorpi che non vengono più prodotti. Finalmente lasciata in pace ricomincia a funzionare.

I farmaci si possono benissimo associare i funghi curativi

Se prendi i farmaci puoi benissimo associare i funghi curativi, perché l’azione di Agaricus, Reishi e Shiitake non interferisce minimamente con i farmaci. Spesso gradualmente il medico assiste ad un dolce e progressivo miglioramento, che può favorire la diminuzione dei farmaci chimici in piena sicurezza. Ho visto diverse volte che questi passaggi nell’arco di tre o sei mesi portano verso la diminuzione dei farmaci chimici convenzionali, e possono portare anche la sospensione, naturalmente in relazione alle condizioni della tiroide e della salute generale.
Tutti questi passaggi sono possibili, ma vanno fatti con serietà e tranquillità, d’intesa all’interno del rapporto medico-paziente. Oggi alcuni medici si interessano a questo nuovo approccio con i funghi curativi.

Dr. Walter Ardigò

medico, omeopata, agopuntore, psicoterapeuta, specialista in psichiatria, ex-responsabile di Centro Psico-Sociale (CPS) e dal 2000 libero professionista.


Tiroidite di Hashimoto: Agaricus, Reishi e Shiitake riducono l’Eutirox (f onte: Dr. Walter Ardigò )

Non tutti, ma molto spesso, quando sono affetti da questa malattia, cominciano a assumere Eutirox. L’Eutirox è una terapia a vita sostitutiva perché, somministrando l’ormone tiroideo, la tiroide non lo produce più.

Agaricus, Reishi e Shiitake riportano la tiroide in salute riducendo l’Eutirox

Agaricus, Reishi e Shiitake possono riportare la tiroide in salute riducendo gradualmente l’Eutirox, bloccando la produzione di anticorpi antitiroidei e ripristnando le funzioni della tiroide, che riprende a produrre gli ormoni T3 e T4 autonomamente.
In un anno ho visto in diversi casi che la tiroide torna alla piena salute. Questo processo passa attraverso quattro fasi, che ho così schematizzato.

Naturalmente, tutti questi passaggi che io conosco e che ho verificato in diversi casi clinici, sono stati attuati in la collaborazione con il medico che ha prescritto Eutirox.

Prima fase
I funghi Agaricus, Reishi e Shiitake, gradualmente, stimolano la ripresa della produzione di ormone tiroideo.
L’altro aspetto della tiroidite autoimmune, è la presenza di auto anticorpi che attaccano la tiroide, la infiammano e la indeboliscono.
Le persone che prendono i funghi curativi, sono molto soddisfatte nei primi mesi perché vedono che questi auto anticorpi si riducono in modo costante e massiccio.

Seconda fase
Ma verso il terzo-quarto mese, nel rifare gli esami vanno in crisi perché, accanto a questo sensibile miglioramento, scoprono che il TSH, l’ormone tiroideo che stimola la tiroide, si alza e va oltre i valori normali.
Questo aumento del TSH, che viene interpretato come un peggioramento della tiroide, in realtà è esattamente il contrario: rappresenta il segno della ripresa della ghiandola, che era diventata inattiva per la somministrazione di Eutirox.
Quindi, il TSH era nei valori normali ma solo perché la tiroide è messa in stato di inattività dall’ormone già bello e pronto fornito per bocca da Eutirox.
I funghi, al contrario, risvegliano una tiroide ormai quasi spenta e pertanto, per risvegliarla, devono dare per forza una scossa e questa è una fase in cui l’ipofisi, alza il TSH che va oltre i valori normali.

Terza fase
Le persone che non si scoraggiano e colgono la dinamica benefica di questa evoluzione continuando ad assumere i funghi, vedono che il TSH, dopo due-tre mesi circa, torna nella norma perché la tiroide sta riprendendo le sue funzioni normali e non ha più bisogno di un super stimolo dell’ipofisi.

Quarta fase
Qui, con gli ormoni T3 e T4 alla mano, si può ridurre gradualmente l’Eutirox perché la funzione tiroidea sta ritornando lentamente ma realmente alla sua funzione normale.
D’altro canto, monitorando anche gli anticorpi, si vedrà che se sono completamente o molto vicini alla norma, la tiroide non è più sotto aggressione e quindi si può gradualmente scalare l’Eutirox, riducendolo di 25 mcg ogni tre settimane, arrivando così, nell’arco di circa tre mesi alla completa sospensione.

Si consiglia di monitorare i T3 e i T4 soprattutto nelle ultime due fasi di passaggio da 50 a 25 e da 25 a 0.

In un anno, è possibile attraversare queste fasi e probabilmente, ridare alla tiroide una piena salute.
Naturalmente, tutti questi passaggi che io conosco e che ho verificato in diversi casi clinici, sono stati attuati in la collaborazione con il medico che ha prescritto Eutirox.

Conclusioni e invito a contributi
Li propongo alla comunità scientifica per il momento attraverso questo scritto, ma è in corso di preparazione, un articolo da presentare alle riviste scientifiche che vorranno pubblicarlo.
Sono consapevole della grande rilevanza scientifica e della portata enormemente innovativa di questi dati che possono rivoluzionare le scelte terapeutiche di questa dilagante patologia.
Sono fiducioso che i colleghi medici possano valutare e collaborare su questo promettente filone di cura.
È gradito il commento e la valutazione di specialisti esperti e professionisti che vogliono pronunciarsi.


Cordialmente
dr Walter Ardigò

Per maggiori informazioni su MICOTERAPIA vai alla pagina specifica