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Tempi ed effetti della psicoanalisi

Tempi ed effetti della psicoanalisi

La psicoanalisi è la clinica dell’uno per uno, la terapia viene orientata, verificata, equilibrata caso per caso. Il tempo richiesto è quello necessario per ogni persona.

Il primo passo del terapeuta è quello di fare l’analisi della domanda, ovvero, capire cosa vuole il soggetto che si reca in analisi. Poi si conduce la terapia secondo riferimenti teorici precisi, evitando di creare dipendenza nel trattamento, ma avendo “cura” di far emergere il desiderio del soggetto.

La psicoanalisi è una pratica di parola che può alleviare da un sintomo, può trattare stili di vita votati all’eccesso o condotte pericolose per sé o per gli altri, può trattare modalità di stare al mondo che spingono alla marginalità:

- ansie, attacchi di panico

- depressioni

- anoressie bulimie

- dipendenze

Ciò che distingue la psicoanalisi dagli altri orientamenti psicoterapeutici, è che permette A CHI LO DESIDERA, di accedere al sapere inedito sull’inconscio, il luogo più intimo ed enigmatico di ognuno di noi.

Alcune terapie saranno più brevi, altre dureranno più a lungo a seconda degli obiettivi che vuole raggiungere il soggetto: l’analista lavora indicando la porta del desiderio inconscio del soggetto, il soggetto è libero di imboccarla oppure no.

Bisogna puntualizzare che non c’è l’obbligo di verbalizzare qualcosa di cui non si ha voglia, non è indispensabile analizzare ogni aspetto recondito della propria vita, non è necessario scandagliare ogni fatto della propria esistenza. Ogni soggetto srotolerà la personale catena significante nel rispetto dei suoi tempi e del suo desiderio .

La psicoanalisi si discosta dalla tendenza dominante della società moderna, ovvero la misurazione e la ricerca quasi maniacale di dati oggettivi (percentuali, statistiche…) Questa propensione si pone come scientifica, ma nel campo della psiche umana non può essere esaustiva, anzi, si presenta come un approccio ingenuo rispetto alla complessità della stessa. Misurare in termini statistici la sofferenza psichica significa porla nella posizione di un vuoto di sapere colmabile dalle informazioni che provengono dall'Altro terapeutico: lo psicologo, il terapeuta o chiunque si prenda carico della persona che fa domanda di aiuto.

E’ sufficiente fermarsi un attimo a riflettere e risulterà che non può esserci un approccio epistemologico in grado, in termini assoluti , di valutare un essere umano, di realizzare un oggettivo esame diagnostico, di normativizzazione il rapporto terapeutico e di stimare in termini statistici l'efficacia dell'intervento.

Un serio orientamento teorico clinico può cimentarsi su: una costante ricerca clinica, una accurata ricerca epistemologica, dei solidi riferimenti teorici, una scrupolosa pratica clinica.