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PSICOTERAPIA, PSICHIATRIA E DIAGNOSI PSICOPATOLOGICA DIFFERENZIALE


PSICOTERAPIA, PSICHIATRIA E DIAGNOSI PSICOPATOLOGICA DIFFERENZIALE

Il problema del rapporto interdisciplinare psicoterapia-psichiatria ha
assunto una rilevante attualità, da quando, con la legge 56/89, si è
riconosciuta la necessità di una istituzionalizzazione della psicoterapia,
come disciplina autonoma.
Tanto la psichiatria quanto la psicoterapia si occupano, com'è noto, sia del
rapporto mente-corpo ( la cosiddetta medicina psico-somatica), sia
della patologia della psiche (la psicopatologia); tuttavia è anche
necessario specificare che, nello studio di tali materie, queste due
discipline impiegano metodologie molto differenti.
Innanzi tutto, si può dire che psicoterapia e psichiatria nascono da due
diverse modalità di concepire e di sperimentare gli stati psichici e che, in
effetti, ognuno di noi ha continuamente l'occasione di verificare questo
duplice aspetto dell'esperienza psichica e delle sue condizioni abnormi..
Di fronte ad un turbamento dello stato psichico, come ad esempio una
condizione di depressione o di ansietà, è spontaneo, anche per il profano,
chiedersi se un simile inconveniente sia da imputarsi ad una causa organica
(come, ad esempio, un'intossicazione alcoolica o un disturbo della
circolazione del cervello), oppure a qualche condizione di conflitto
interiore (che può dipendere da vicende dolorose, riferibili alla vita
presente, o anche ad un'epoca remota della storia della personalità).
La psichiatria moderna è appunto nata (intorno alla metà del secolo scorso)
quando è stato possibile accertare, grazie ai progressi della medicina
biologica, che una gran parte degli stati di sofferenza mentale, da quelli
più gravemente invalidanti, sino a quelli più lievi e sfumati, dipendeva da
vere e proprie malattie del cervello (intossicazioni, malattie endocrine e
del metabolismo, tumori, disturbi vascolari, ecc.).
La psichiatria delle università, come disciplina specializzata della medicina
biologica, si è dunque riproposta di verificare in qual modo gli stati psichici
abnormi potessero dipendere da malattie organiche (neurobiologiche) e di trovare i
rimedi più appropriati che agissero sulle cause (le malattie cerebrali), in
modo da eliminare le sofferenze mentali, considerate come conseguenze e come
sintomi della malattia fisica.
Contemporaneamente, però, nello stesso periodo storico e sempre sul piano
della medicina - anche se non nelle sedi universitarie, bensì nel settore
della libera professione e dello specifico rapporto interpersonale
medico-paziente - nasceva la psicoterapia contemporanea.
In effetti, esistono condizioni di disagio psichico (come ansie,
depressioni, coazioni, pensieri ossessivi, ecc.) nelle quali, anche al più
attento esame clinico, non è riscontrabile alcun danno nelle strutture
nervose e biologiche dell'organismo, e per le quali tuttavia il paziente si
rivolge al medico per trovare un aiuto e un rimedio.Il medico esperto sa che
tali condizioni psicopatologiche nascono da una elaborazione, spesso assai
complessa, di stati d'animo conflittuali, nei quali è di regola coinvolta
anche la storia, più o meno remota, della personalità.
Molto spesso, i conflitti psichici possono avere conseguenze anche sul
terreno organico, nel caso che le emozioni ad essi correlate si esprimano
sul piano somatico secondo processi in molti casi conosciuti (è noto, ad
esempio, che, a seguito di emozioni aggressive, il sistema endocrino immette
nel sangue quantità più o meno rilevanti di adrenalina). In conseguenza di
tali processi, possono anche insorgere vere e proprie malattie somatiche (le
cosiddette malattie psicosomatiche, quali gastriti, coliti, asme,
ipertensioni, ecc.).
Pertanto, nel caso in cui il medico sia in grado di verificare (attraverso
una diagnosi differenziale) che la psicopatologia del suo paziente non
dipenda da una malattia somatica, ma da un conflitto della personalità, egli
dovrà prescrivere un trattamento psicoterapeutico (che, a seconda delle
indicazioni, potrà impiegare tecniche diverse: analitiche, o direttive, o
comportamentistiche, ecc.).
Da queste sommarie considerazioni, è possibile comprendere come la
psichiatria e la psicoterapia si differenziano nettamente per il metodo
secondo il quale esse intendono studiare e curare i disturbi
psicopatologici. In effetti, la psicopatologia psichiatrica si occuperà di
quegli stati psichici abnormi che sono causati dalle diverse malattie del
cervello (e che vengono definiti come psicosi , o malattie mentali ).
Viceversa, la psicopatologia psicoterapeutica si occuperà di quei disordini
psichici che non derivano da una malattia neurobiologica, ma dai conflitti e
dalle contraddizioni della personalità (e che vengono definiti come
psicopatie , o nevrosi ).
Purtroppo, nella pratica clinica, è talvolta arduo arrivare ad una precisa
diagnosi differenziale, che ci consenta di stabilire se un dato quadro
psicopatologico debba imputarsi, con certezza, ad una malattia somatica o ad
un conflitto della personalità.
Occorre sottolineare, tuttavia, che tale diagnosi psicopatologica
differenziale sarà sempre della massima importanza, per la scelta e la
programmazione di un corretto trattamento terapeutico. In effetti, è
evidente che, nel caso di una psicosi (cioè, di un'autentica malattia
mentale), un'appropriata terapia del disturbo psichico dovrà effettuarsi a
livello somatico (con mezzi psicofarmacologici o altri trattamenti fisici,
di pertinenza psichiatrica). Nel caso, invece, delle psicopatie (o
nevrosi ) è evidente che la terapia di base consisterà nella risoluzione
dei conflitti psichici della personalità, mentre i rimedi psicofarmacologici
potranno avere soltanto un ruolo ausiliario.
Da quanto esposto, deriva la necessità di una stretta collaborazione tra le
due discipline mediche, della psichiatria e della psicoterapia, nel pieno
riconoscimento reciproco della loro autonomia metodologica e delle loro
rispettive competenze.
Purtroppo, negli attuali ordinamenti della didattica universitaria, la
psicoterapia non trova ancora riconosciuta la sua autonomia metodologica e
disciplinare rispetto alla psichiatria; per di più, le vigenti disposizioni
di legge in merito all'ordinamento della psicoterapia (legge 56/89 per l'
ordinamento della professione di psicologo) pongono le premesse per un'
ingiustificata subordinazione della psicoterapia alla psicologia.
In particolare, la subordinazione della psicoterapia alla psicologia risulta
francamente aberrante, perché la psicologia, come disciplina accademica e
come attività professionale, trova le sue legittime competenze nei settori
della psicofisiologia, della psicotecnica e della psicopedagogia, mentre non
è qualificata per entrare in merito ai problemi specifici della diagnostica
psicopatologica differenziale, che sono di primaria importanza per l'
indicazione e per la conduzione di un corretto trattamento psicoterapeutico.
Non è dubbio, pertanto, che la difesa della specificità disciplinare e dell'
autonomia metodologica della psicoterapia medica debba considerarsi
necessaria sia sotto il profilo scientifico-didattico, sia sul piano della
prassi clinica e terapeutica, soprattutto in funzione della difesa dei
diritti dei cittadini, costituzionalmente protetti, alla tutela della
propria salute psicofisica.

G.Giacomo Giacomini