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Crisi gruppo IT holding Avv. Carmine Pizzuto tavolo di concertazione - cassa integrazione

Ittierre - It Holding. Dietro la sfilata mancata Just, c'è una cassa integrazione

Fabiana Giacomotti
Il Mondo

"Bè, innanzitutto vediamo come va questa campagna vendite, poi pensiamo al resto...Come le sembra la sfilata?" commentava a bordo passerella, infortunato per una brutta caduta sugli sci ma comunque pragmatico, il patron del fondo Clessidra, Claudio Sposito, l'uomo che il mondo della moda ha scoperto domenica 1 marzo, quando Roberto Cavalli è sceso dalla passerella per stringere la mano all'ex numero uno di Fininvest e di Morgan Stanley ma senza poter fare altrettanto con Roger Abravanel, mentore di tutti i McKinsey boys d'Italia e senior advisor dello stesso fondo, che sedeva due file indietro e che nell'affaire-Cavalli ha moltissima voce in capitolo.
Cavalli e Sharon Stone

E' stato lui a consigliare le tempistiche dell'intesa, non ancora firmata, che porterebbe Clessidra al 20% della società fiorentina, e tutto lascia credere che sia stato lui a caldeggiare una mossa che Sposito non vuol commentare ma che negli ambienti finanziari si discute molto: la governance dell'azienda come conditio sine qua non.

Una condizione non così sperequata se si considera, come fa osservare un consulente d'impresa, "la valorizzazione che garantirebbe anche all'80% in mano a Cavalli". Lo stilista, al di là delle critiche che hanno accolto il plateale bacio all'anello del cardinale della finanza, ha al contrario tutto l'interesse a mantenere la situazione fluida il più possibile ma per il più breve tempo possibile.
Roberto Cavalli

Vuoi per il contraccolpo del crac Ittierre, vuoi per lo scontro in atto con un altro licenziatario, il gruppo ICR di Roberto Martone, che ha già portato a un arbitrato e a un procedimento in cui lo stilista ha finora avuto la peggio, la storia della sfilata mancata di Just Cavalli offre molti particolari ignoti ed è in parte diversa da quella raccontata, magistralmente va riconosciuto e non senza una buona dose di ragione, e spiega anche la minaccia di azioni legali contro Cavalli da parte dei tre commissari straordinari di It Holding, Stanislao Chimenti, Roberto Spada e Andrea Ciccoli.

Della cinquantina di look previsti per la collezione autunno-inverno Just Cavalli, ne era pronta infatti oltre la metà a tre settimane dall'appuntamento di Milano: il resto si sarebbe potuto confezionare in poche ore. Volendo. Ma non solo Cavalli non voleva ("non vedo royalties da un anno", ha dichiarato il giorno successivo alla presa di posizione dei tre commissari, lasciando supporre mancati introiti per oltre 20 milioni e dunque smentendo in parte la prima versione, "sentimentale", sulla cancellazione): in realtà non poteva nemmeno più.

Da tre settimane, come conferma lo stesso Cavalli a Il Mondo, ha sospeso la linea di produzione della Toscana Trend di Prato, stamperia tessile fondata per servire quasi esclusivamente la Ittierre e che di fatto faceva di Cavalli il fornitore del suo licenziatario, e chiesto la cassa integrazione per i 12 dipendenti: alla Toscana Trend, che con la Stamperia Fiorentina rientra nella piccola galassia di aziende artigianali produttrici per le linee dello stilista e che lo stilista promette di "riassorbire" nella Roberto Cavalli spa appena possibile ("non lascio a casa nessuno", continua), sarebbe spettata la realizzazione di tutti gli stampati della collezione: ma, in attesa delle royalties, la produzione non è mai partita, penalizzando Ittierre ma anche la sfilata Just che, peraltro, Cavalli avrebbe dovuto sostenere a proprie spese.
Claudio Sposito

Un problema non di poco conto se si considera che anche sul fronte della ricca licenza profumi gli sviluppi sono dei peggiori: il contratto con la società di Martone, dieci anni più uno in scadenza nel 2012, è già da oltre due anni soggetto a un arbitrato per mancato rispetto dell'esecuzione del contratto (era pronta per il lancio anche una linea di make up che la famiglia dello stilista ha bloccato oltre un anno fa senza dare altre spiegazioni se non la "necessità di diventare più forti"), mentre un procedimento ex articolo 700 per far sospendere la produzione di profumi è stata ricusata dai giudici lo scorso agosto: "Non riesco a lanciare nuove fragranze da anni e la linea attuale, pur ancora valida, perde almeno il 20% in performance l'anno" dice Martone, ed è ovvio che sospetti la ricca offerta di un concorrente dietro i tentativi di Cavalli di sciogliere il contratto entro questi termini.

Sposito, che sta guardando attentamente anche a certi aspetti del management della sede Usa, avrà molto da fare, pur in un'azienda dal marchio fortissimo e amato come la Roberto Cavalli. Sorride: lo stilista gli fa molta simpatia. "Ma secondo lei non ci sarebbe stato meglio un po' più di colore, in questi abiti?"
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Il Commento
8 Marzo: vi auguro Ragione e buon senso
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Vecchio 10-03-09, 07:55 # 152 ( permalink )
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L'ago della bilancia lo muove Cavalli, che con i duecentocinquanta milioni derivanti dalla licenza Just Cavalli rappresenta il 50% del fatturato di Ittierre.

Lo stilista, che la scorsa settimana si è lasciato sfuggire una serie di dichiarazioni sulla vicenda, ha deciso di non parlare più e affida i suoi messaggi a un portavoce.

Smentisce di aver già firmato una nuova licenza con Diesel, fatto che gli costerebbe una causa per violazione contrattuale, smentisce di aver firmato la cessione del 20% della sua società al fondo Clessidra, e accusa Ittierre, la società di Tonino Perna ora guidata dai tre commissari nominati dal governo Andrea Ciccoli, Roberto Spada e Stanislao Chimenti, di non aver consegnato la merce in tempo e di aver così impedito alla linea Just Cavalli di sfilare a fine febbraio. Accusa che i commissari respingono.

Precisa infatti Ciccoli: «E' vero che le royalties non sono state pagate a nessun licenziatario, siamo davanti a un fallimento, ma è nostra intenzione coprire i debiti al più presto. In quanto alla merce, Ittierre ha consegnato tutto.

Se mancava qualcosa era soltanto la parte di collezione che Cavalli fa realizzare nei suoi laboratori».

Stando così i fatti la mossa di Cavalli sembrerebbe più provocatoria che altro, anche perché lo stilista continua a parlare della licenza come di «un bambino da riportare a casa ed accudire» e parla di un contratto che lo legherebbe a Ittierre solo per le prossime due stagioni. In realtà stando a quanto firmato dalle due società il rapporto si dovrebbe concludere nel 2015.

Proprio sulle affermazioni considerate lesive dell'immagine di Ittierre e sull'ipotesi di rescissione anticipata del contratto i Commissari, che hanno ottenuto un finanziamento di trenta milioni di euro, si preparano alla battaglia legale. Ovviamente lo stilista può sempre appellarsi al mancato pagamento delle royalties.

E' vero anche che firmare un'altra licenza alle stesse condizioni economiche con cui Cavalli ha chiuso con Perna, di questi tempi magri, è pressoché impossibile.

Intanto la procura di Isernia ha aperto un fascicolo per valutare quali siano le responsabilità penali e civili di Tonino Perna.

Di sicuro c'è il fatto che qualora dovesse venire a mancare alle casse di Ittierre il fatturato della licenza Just Cavalli il danno, soprattutto a livello occupazionale, sarebbe enorme e coinvolgerebbe almeno trecento lavoratori.

A Isernia il clima tra impiegati e operai è teso. Ittierre dà lavoro a molti nella regione, tra assunti e fabbriche dell'indotto.

Nei bar, dal giornalaio e per strada, l'avventura spericolata di Perna è diventato l'argomento principale di conversazione.

Riusciranno i tre Commissari a salvare il salvabile? Per la prima volta in casi del genere il Governo ha deciso di puntare su un team giovane (quarantacinquenni) e non legato a logiche politiche e di potere. Spada è commercialista, Chimenti avvocato e Ciccoli manager da anni attivo nel settore moda.

Hanno centottanta giorni per presentare una relazione ed un piano di rilancio della società e cominciare a vendere i marchi del gruppo (Malo, Ferrè ed Extè).

Spiega Ciccoli: «E' nostra intenzione far partire velocemente tutte le produzioni. Al momento non prevediamo tagli occupazionali».

Soffocata dai debiti, mai ripresasi dopo aver pagato il marchio Ferrè qualcosa come duecentocinquanta milioni di Euro e appesantita dal non riuscito rilancio della griffe Romeo Gigli, la società molisana, che negli ultimi cinque anni ha accumulato circa 47 milioni di perdite, verrà esaminata al microscopio.

Intanto Cavalli è volato a Parigi per inaugurare un nuovo palazzo di otto piani in Rue Sait Honorè.

A Milano tra orchestra, mises mozzafiato, vino e champagne griffati delle cantine di famiglia, il designer ha chiuso la settimana della moda con circa trecento ospiti seduti a cena, che hanno assistito alla presentazione della Carta di Credito Roberto Cavalli.

Lo stilista, presentandola in formato gigante al fianco di Milla Jovovich, ha spiegato: «Averla vorrà dire far parte di un gruppo del lusso. Voglio un sito interattivo, voglio cominciare a chattare con i miei clienti, entrare nelle loro vite e dare consigli».

La maison ha dato in licenza il marchio a Corpcom e la carta, disponibile fra poco, farà parte del circuito Mastercard.

Articolo di Renata Fontanelli:

tratto da //www.repubblica.it/supplementi...29holding.html
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Vecchio 10-03-09, 07:56 # 153 ( permalink )
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Crisi gruppo IT Holding: richiesta dall'avvocato Pizzuto, l'apertura di un tavolo di concertazione nazionale e regionale
L'avvocato Pizzuto, martedì 10 c.m., sarà presente, presso la sede del Consiglio Regionale del Molise, con una delegazione di alcune aziende di fasonisti, per un incontro con le Istituzioni locali.


Nel frattempo, il legale ha inoltrato richiesta, al Ministro dello Sviluppo Economico On. Caludio Scajola, di apertura di un tavolo di concertazione nazionale e regionale sulla "vicenda Ittierre". Richiesta, altresì, la sospensione straordinaria del versamento dei contributi per i fasonisti.

Corre, infatti, l'obbligo segnalare che numerose aziende italiane, rappresentative di molte centinaia di lavoratori e di relative famiglie, creditrici delle sopra citate società per diversi milioni di euro, si sono riuniti, nelle persone dei loro legali rappresentati, per conferire mandato all' Avvocato Carmine Pizzuto, affinché lo stesso si faccia portavoce e li rappresenti presso le sedi istituzionali ed i relativi tavoli di concertazione, regionali e nazionali.

Tale tavolo si rende necessario affinché si proceda celermente, in maniera coesa, all'individuazione degli strumenti e delle strategie più idonee volte alla ripresa dell'attività produttiva della Holding, anche al fine di coadiuvare i neo nominati commissari straordinari, ma anche affinché si dia attuazione a tutti quei strumenti, ordinari ed in deroga, predisposti e da predisporre, in favore delle aziende creditrici verso il Gruppo Ittierre, attualmente in crisi e dei loro dipendenti.

L'avvocato Pizzuto ha inoltre fatto richiesta al Ministro di valutare la fattibilità di una eventuale sospensione del versamento dei contribuiti per le aziende che hanno lavorato per il Gruppo Ittierre oramai commissariato.

Inoltrata pertanto una richiesta al Ministro, ed alle Istituzioni Regionali, di essere costantemente aggiornati circa gli sviluppi giuridici ed economici della Holding, con l'intento di fornire alle aziende rappresentate, giustamente preoccupate ed allarmate, un informazione costante e controllata delle notizie.
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