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...PERCHÉ LA FORMAZIONE NON È SOLO TEORIA! Parte 1°

Parte 1°

La grande obiezione: la realtà è un'altra cosa

Le aule di formazione riecheggiano di questa obiezione, a volte espressa, a volte solo pensata, formulata in modi differenti:

- Vorrei vedere lei al mio posto! Tutto molto interessante, ma un po’ teorico! La mia situazione è diversa! Certo qui sembra tutto facile, ma nella realtà…! –

E’ vero: la formazione propone dei modelli comportamentali, quindi delle teorie, che certamente non sono la realtà. E allora tutto inutile? Tempo perso frequentare un corso di formazione? Non proprio…

“Teoria e realtà sono due entità differenti. Ma non necessariamente differenza significa dicotomia o addirittura contraddizione, tale per cui questi due mondi non possono avere rapporti tra loro. Tutt’altro.

Da quando l’essere umano ha iniziato a porsi delle domande, non ha fatto altro che elaborare dei modelli teorici per comprendere il mondo, la realtà.

Da Parmenide, filosofo dell’antica Grecia, in poi l’uomo si è posto come un soggetto che esplora un oggetto di fronte a sé, il mondo, e si è dotato di strumenti logici per pensare e di teorie per capire e spiegare ciò che poteva osservare. Ha guardato fuori di sé la natura, sino ad arrivare alle grandi scoperte scientifiche e alle applicazioni tecnologiche; e dentro di sé l’anima, da Socrate alla scoperta dell’inconscio freudiano; ha osservato e cercato di spiegare la propria vita insieme ad altri uomini, la vita sociale, politica, culturale ed economica, sempre cercando leggi e modelli che potessero aiutare a capire la complessità dei fenomeni.

Siamo progrediti e abbiamo fatto balzi in avanti nella nostra storia ponendoci domande e cercando risposte. Il modello è lo strumento teorico che ci serve innanzitutto a porci domande e ad individuare le risposte più adeguate.

Con ogni probabilità non esiste il modello giusto o perfetto: nel suo cammino di sviluppo l’uomo ha elaborato migliaia di modelli, che sono stati in seguito modificati o totalmente abbandonati perché obsoleti rispetto a nuovi più efficaci o semplicemente perché superati dall’evoluzione delle cose nella realtà.


Teoria e pratica: quale più importante delle due?

Leonardo da Vinci asseriva che colui che ama la pratica senza la teoria è come il marinaio che si imbarca senza bussola e non sa dove viene portato.

La pratica è il terreno delle nostre esperienze: qui le conoscenze vengono costruite giorno per giorno, consolidate in comportamenti abitudinari, spesso senza averne una precisa consapevolezza, a volte senza saperne il perché, molto frequentemente senza porsi domande.

Ecco, la teoria serve a squarciare il velo della cecità in cui è in alcuni casi avvolta la pratica, ad andare oltre le abitudini, al si è sempre fatto così, serve ad innescare i cambiamenti e a progredire, in un continuo gioco di rimando con quella pratica quotidiana dalla quale peraltro proviene e alla quale vuole dare risposte.

Non necessariamente ciò che facciamo per abitudine appresa nel tempo è errato o scarsamente efficace, la teoria non serve per dirci “tutto sbagliato”: la teoria serve per spiegarci come mai otteniamo un certo risultato, a modellizzare il comportamento efficace per poterlo trasferire ad altri, oppure ad indicarci altri percorsi che potrebbero essere utili o aiutarci a semplificare alcune operazioni quotidiane.

O ancora la teoria serve per capire quando sbagliamo: l’uomo è un animale che impara dai propri errori, ma per imparare deve innanzitutto riconoscere dove è e in cosa consiste l’errore”. (da A. Costa – T. Botteri “I cinque cerchi della leadership” Etas)

L’aula di formazione: uno spazio dove possiamo confrontare la nostra pratica con alcune teorie, ma anche con altre pratiche, quelle degli altri partecipanti

L’aula di formazione è allora uno spazio dove possiamo confrontare la nostra pratica con alcune teorie, dove possiamo verificare ciò che è già efficace, ciò che invece è perfettibile, o scoprire altre strade rispetto al “ho sempre fatto così”.

Non solo, è anche uno spazio dove possiamo confrontare la nostra pratica con altre pratiche, quelle degli altri partecipanti, e trovare insieme, con la guida del formatore, un altro modo di vedere la realtà.

E’ uno spazio dove ci viene fornita una bussola. A noi utilizzarla per raggiungere i nostri obiettivi.