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Newsletter 24

Notiziario online – news letter n.24

Corte di Cassazione, 22 gennaio 2010 n. 1112

L'art. 46, n. 3, della legge fall. (nel testo anteriore al d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5), secondo cui non sono compresi nel fallimento i redditi dei beni costituiti in patrimonio familiare, salvo quanto disposto dagli artt. 170 e 326 cod. civ., sebbene dettato per l'abrogato istituto del patrimonio familiare, si applica anche al nuovo istituto del fondo patrimoniale, ad esso succeduto, in quanto, pur non coincidendo le relative discipline, per l'attenuazione dei vincoli di inalienabilità ed inespropriabilità previsti in riferimento al fondo patrimoniale, risultano identici i fini perseguiti dai due istituti e lo strumento a tal fine predisposto, consistente nella previsione di un patrimonio separato costituito da un complesso di beni determinati, assoggettati ad una speciale disciplina di amministrazione ed a limiti di alienabilità ed espropriabilità.

Edita in Giurisprudenza italiana n. 12/2010 p. 2540

Corte di Cassazione, 25 ottobre 2010 n. 21844

La ratifica di un preliminare di vendita immobiliare, sottoscritto da un falsus procurator , non richiede che il dominus manifesti per iscritto espressamente la volontà di fare proprio quel contratto potendo avvenire anche implicitamente, purchè sia rispettata la forma scritta, e risultare da un atto dal quale risulti in modo in equivoco la volontà del dominus incompatibile con quella di rifiutare l’operato del rappresentante senza potere.

Edita in Guida al diritto, n. 2/2011 p. 53

Corte di Cassazione, 23 giugno 2010 n. 15224

La semplice illegittimità del protesto, pur costituendo un indizio in ordine all’esistenza di un danno alla reputazione da valutare nelle sue diverse articolazioni, non è di per sé sufficiente per la liquidazione del danno medesimo essendo necessarie la gravità della lesione e la non futilità del pregiudizio conseguente: elementi questi che possono essere provati anche mediante presunzioni semplici, fermo però restando l’onere del danneggiato di allegare gli elementi di fatto dai quali possa desumersi l’esistenza e l’entità del pregiudizio.

Edita in Nuova giurisprudenza civile commentata, n. 1/2011 p. 22

Corte di Cassazione, 25 ottobre 2010 n. 21860

In sede di giudizio di ammissibilità della proposta di concordato preventivo avanzata dall’imprenditore che versi in stato di cresi o di insolvenza, al fine di garantire che i creditori siano messi in condizione di prestare un consenso non viziato da una falsa situazione della realtà, il Tribunale deve verificare che la relazione elaborata dal professionista incaricato dal debitore sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa sia aggiornata e dettagliata. Il potere di controllo del Tribunale sulla proposta e sulla documentazione allegata non può, però, giammai sovrapporsi, nell’effettuare il giudizio di ammissibilità, alla valutazione sul merito della fattibilità contenuta nella relazione del professionista allegata alla proposta concordataria né il Tribunale può sindacare la veridicità dei dati aziendali ivi attestata essendo tale accertamento riservato dalla legge al commissario giudiziale.

Edita in Guida al diritto, n. 5/2011 p. 91