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Mangiarla fa davvero bene, i segreti della canapa alimentare

Canapa alimentare, con la canapa si può davvero fare tutto. Non è una frase sui generis, buttata lì tanto per la riabilitazione agli occhi di chi crede che esista soltanto “lo sballo”. E’ letteralmente vero: con i derivati di questa pianta straordinaria si può spaziare dal settore edile a quello cosmetico, passando dall’ abbigliamento ai combustibili, giungendo fino al mondo della canapa alimentare.

Se ne sono accorti in tanti e l’informazione cresce, soprattutto grazie ad associazioni nate sul territorio italiano, nonostante le barriere istituzionali proibizioniste e il pregiudizio diffuso. Una di queste associazioni è Canapuglia , lo straordinario motore di rinnovamento sociale no profit sorto a Conversano, in provincia di Bari. Il team di Canapuglia informa a trecentosessanta gradi sull’universo della canapa e si occupa principalmente di ricerca e promozione, specialmente in campo alimentare .

E’ anche per merito loro se oggi sappiamo come olio e semi di canapa facciano bene alla nostra condizione fisica. E’ anche grazie al loro prezioso lavoro se il Ministero della Salute, con una circolare del 22 maggio 2009, ha sancito i benefici di questo seme e dei suoi derivati nelle abitudini alimentari degli esseri umani e animali. Prendiamo in esame un dato fornito dall’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): per prevenire l’insorgere delle più comuni malattie moderne – colesterolo alto, trigliceridi nel sangue e diabete, per citarne alcune -, essa raccomanda l’assunzione di acidi grassi polinsaturi omega 3 e omega 6 in una proporzione variabile da 4/1 a 6/1. Fino a poco tempo fa, era risaputo che soltanto l’olio di pesce (opportunamente trattato) contenesse un rapporto di 3/1, cioè piuttosto vicino al fabbisogno giornaliero. I semi di canapa rientrano nella categoria di canapa alimentare, è bene ricordare che non contengono mai THC al loro interno – questa è una prerogativa delle infiorescenze femminili – includono naturalmente acidi grassi essenziali, e racchiudono in sé la stessa proporzione dell’olio di pesce.

Dal seme di canapa spremuto a freddo si ricava un olio ottimo per il condimento e se lo si abbina a quello di oliva, si giunge al rapporto perfetto per preservare la salute da pericolose patologie. Non solo: possono essere messi a punto integratori alimentari nutraceutici ( cioè nutrizionali e farmaceutici) senza ricorrere a sintesi chimiche dalle quali un organismo può essere ulteriormente “aggredito”; in commercio ne esistono diversi, dal Pegaso Enzitime al Fisiodiur. Se il seme viene invece decorticato, privandolo perciò di una parte che lo riveste, se ne possono apprezzare le qualità altamente proteiche: nel suo cuore “vivono” i venti amminoacidi , le molecole che compongono proprio le proteine. Tale aspetto è un fatto eccezionale per un vegetale, poiché di norma concentrazioni così alte sono una “prerogativa della carne” (cruda).

Un’altra straordinaria qualità risiede nella farina di semi di canapa ; essa non contiene glutine, perciò è indicata per la produzione di pasta e derivati destinati a coloro i quali si trovano a fare i conti con la celiachia (intolleranza cronica alla presenza di glutine). Della canapa non si butta via nulla : oltre al seme, anche le foglie e i fiori della pianta possono essere impiegati in ambito nutrizionale. Da questi si ottengono tisane, dell’ottima birra, caramelle. Insomma: è il caso di strizzare l’occhio a un simile regalo della natura, messo a nostra disposizione da sempre.

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