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L'amore di san francesco per gli animali

L’amore di San Francesco per gli animali, un esempio dimenticato

“Laudato sie, mì Signore cum tucte le Tue creature, specialmente messer lo frate Sole…”. Difficile non riconoscere in queste parole il Cantico delle Creature, intonato da Francesco, ormai cieco, piagato e sull’orlo del transito verso l’altra vita, per celebrare la natura, nella sua pienezza, espressione del suo amore per Gesù Cristo.

Francesco non è un vero e proprio “ecologista ante litteram”, come qualcuno vorrebbe, esagerando e forzando la storia del Santo.
In lui l’amore per la natura, che è comunque una costante dopo la sua conversione, è sempre mediato dalla presenza di Dio e del mistero del Creato. “Questa bella d’erbe famiglia e d’animali” non è un assoluto superiore all’uomo o un orizzonte fine a se stesso, ma il riflesso di quell’armonia e quel rispetto che ispirarono la sua vita, fino a quella notte fra il 3 e il 4 ottobre del 1226, quando la sua anima salì a Lui, all’età di quarantaquattro anni.

Il rapporto della Chiesa Cattolica con la Natura è stato sempre, fatte le dovute eccezioni, un rapporto di puro dominio e sfruttamento. Ogni religione dovrebbe ingentilire l’animo umano insegnando che l’amore per gli animali è un aspetto dell’Amore mentre il contrario è un crimine contro il Creato.
La Chiesa ha scelto la strada opposta e lo dimostra la sua storia, dalle Sacre Scritture agli insegnamenti di Tommaso d’Aquino, nella sua visione antropocentrica (l’uomo al centro dell’universo), sprezzante nei confronti dell’amore dimostrato da Francesco per gli animali. Ancora oggi si celebrano feste paesane devote a Madonne o Santi, dove animali vengono martirizzati con le crudeltà più spietate. E l’agnello da mangiare a Pasqua, è o non è un’ecatombe nonché un vero orrore?

In Europa, ancora alla fine del XIX secolo, soltanto alcune nazioni nordiche di religione protestante, avevano emanato leggi per la protezione degli animali. Scrive un giornalista nel 1971 :“La Chiesa cattolica non ama gli animali e non lo nasconde. Non ha mai voluto spendere una parola contro la vivisezione … continua a mantenere nelle “plazas de toros” le cappelle dove toreri e torturatori vanno a confessarsi e a invocare la protezione della Vergine prima di iniziare i loro infami esercizi…”


Ma negli ultimi decenni la Chiesa ha ripensato il ruolo degli animali nel creato. “Gli animali sono la parte più piccola della Creazione divina, ma noi un giorno li rivedremo nel mistero di Cristo” (Papa Paolo VI). “Uomo, vegetali, animali siamo tutti nella stessa barca; non si tocca l’uno senza che a lungo andare non si danneggi l’altro” (Papa Luciani). “E’ urgente seguire l’esempio del povero di Assisi e abbandonare sconsiderate forme di dominio, cattura e custodia verso tutte le creature” (Papa Giovanni Paolo II).
Proprio oggi si festeggia, in tutta Italia, quel povero di Assisi che si spogliò di tutto, vita compresa, non disprezzando la morte (Laudato sì, mi Signore, per sora morte…) nel pieno rispetto e amore di uccelli, lupi e di tutti gli altri suoi fratelli “minori”.

San Francesco è il santo patrono, oltre che dell’Italia, degli animali, dei boy scouts, e degli ecologisti.

…Se chiudo gli occhi, riesco ad immaginarlo, sul Ponte dell’Arcobaleno, intento ad accarezzare teneramente la testolina di un cagnolino o di un gattino, in attesa che il suo “umano del cuore” lo raggiunga nella luce e nella pace eterna….

Liberamente tratto da uno scritto di Oscar Grazioli.